Ha salutato
in ungherese Papa Francesco, accogliendo in Vaticano il Presidente dell’Ungheria,
János Áder. Dopo l’udienza privata, durata una mezz’ora, il colloquio è proseguito
per un’ora in Segreteria di Stato, con il Cardinale Pietro Parolin. Il clima
cordiale, oltre che dalla dichiarazione ufficiale, si poteva percepire subito
dall’inizio anche dal sorriso del Santo Padre e del Presidente.
Successivamente
il Presidente ha voluto commentare alla stampa ungherese alcuni contenuti dei
colloqui. Anche con riferimento alla nuova Esortazione apostolica sull’Amazzonia,
il Presidente e il Papa hanno affrontato prima di tutto la questione dell’acqua,
concordando sul fatto che essa rappresenti una delle principali sfide del 21°
secolo, per tutti i paesi del mondo. L’Ungheria ha promosso diverse iniziative
per trovare delle soluzioni adeguate per assicurare la disponibilità della
necessaria quantità e qualità dell’acqua potabile alla popolazione. Al riguardo
il Presidente ha illustrato i risultati dei diversi summit sull’acqua,
organizzati in Ungheria negli anni scorsi.
Il Presidente
ha presentato a Papa Francesco anche il programma del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale, da celebrarsi a Budapest nel settembre di quest’anno.
Anche in qualità di presidente del comitato d’onore del Congresso medesimo, János
Áder ha esteso l’invito al Santo Padre a partecipare all’importante evento
ecclesiale.
Il Papa
ha ascoltato pure le iniziative ungheresi che, sotto l’egida del programma
Hungary Helps, sono rivolte a sostenere le varie comunità cristiane
perseguitate nel mondo.
Non ci
sono discussioni, differenze di opinione o questioni aperte tra l’Ungheria e la
Santa Sede, ha sottolineato il Presidente Áder alla stampa, ma ci sono dei temi
su cui continuare a ragionare insieme. Durante i colloqui in Segreteria di
Stato, con il Cardinale Pietro Parolin, sono state passate in rassegna anche
tali tematiche, nella speranza di poterlo continuare in Ungheria.
Il
Presidente Áder ha donato al Papa una caratteristica statuetta di porcellana “Zsolnay”,
originaria del 1909, che raffigura un monaco in meditazione. L’autore dell’opera
fu lo stesso József Damkó che ha realizzato il monumento di Silvestro II nella
Basilica di S. Giovanni al Laterano.
Il Presidente Áder e la Consorte davanti al monumento di Silvestro II nella Basilica di S. Giovanni (foto: Á. Gedő) |
È significativo
che dopo il suo arrivo a Roma il Capo dello Stato ungherese abbia voluto visitare
la Basilica Lateranense, rendendo omaggio alla Cattedrale del Papa e sostando
davanti a quel monumento che ricorda l’invio della corona reale da parte del
papa al futuro re Santo Stefano, nell’anno 1000. Esso rappresenta in modo
tangibile la consapevolezza che nel ribadire l’identità cristiana dell’Ungheria,
iscritta anche nella Legge fondamentale, non si può prescindere dalla sua
amicizia con la Santa Sede.
Lo
stesso concetto è stato evidenziato da Mons. Miroslaw Wachowski,
Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenendo al concerto organizzato
il 13 febbraio dall’Ambasciata d’Ungheria: “Nel corso dei secoli, malgrado le
vicissitudini della Storia e le variazioni dei regimi politici, la Santa Sede e
l’Ungheria – eccetto per il periodo sovietico – hanno affermato sempre la loro
comune volontà di cooperare per il bene comune.” Ribadendo che “la Santa Sede
guarda all’Ungheria con una simpatia particolare per la sua storia cristiana
millenaria e per il suo contributo all’edificazione della casa comune europea”,
Mons. Wachowski ha anche espresso il desiderio di rafforzare ulteriormente i
rapporti bilaterali tra Santa Sede e Ungheria “all’insegna della cultura
dell’incontro e del dialogo”.
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