domenica 16 febbraio 2020

Visita del Presidente Áder: simpatia particolare e desiderio di rafforzare i rapporti bilaterali tra Santa Sede e Ungheria


Ha salutato in ungherese Papa Francesco, accogliendo in Vaticano il Presidente dell’Ungheria, János Áder. Dopo l’udienza privata, durata una mezz’ora, il colloquio è proseguito per un’ora in Segreteria di Stato, con il Cardinale Pietro Parolin. Il clima cordiale, oltre che dalla dichiarazione ufficiale, si poteva percepire subito dall’inizio anche dal sorriso del Santo Padre e del Presidente.
Successivamente il Presidente ha voluto commentare alla stampa ungherese alcuni contenuti dei colloqui. Anche con riferimento alla nuova Esortazione apostolica sull’Amazzonia, il Presidente e il Papa hanno affrontato prima di tutto la questione dell’acqua, concordando sul fatto che essa rappresenti una delle principali sfide del 21° secolo, per tutti i paesi del mondo. L’Ungheria ha promosso diverse iniziative per trovare delle soluzioni adeguate per assicurare la disponibilità della necessaria quantità e qualità dell’acqua potabile alla popolazione. Al riguardo il Presidente ha illustrato i risultati dei diversi summit sull’acqua, organizzati in Ungheria negli anni scorsi.
Il Presidente ha presentato a Papa Francesco anche il programma del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale, da celebrarsi a Budapest nel settembre di quest’anno. Anche in qualità di presidente del comitato d’onore del Congresso medesimo, János Áder ha esteso l’invito al Santo Padre a partecipare all’importante evento ecclesiale.
Il Papa ha ascoltato pure le iniziative ungheresi che, sotto l’egida del programma Hungary Helps, sono rivolte a sostenere le varie comunità cristiane perseguitate nel mondo.
Non ci sono discussioni, differenze di opinione o questioni aperte tra l’Ungheria e la Santa Sede, ha sottolineato il Presidente Áder alla stampa, ma ci sono dei temi su cui continuare a ragionare insieme. Durante i colloqui in Segreteria di Stato, con il Cardinale Pietro Parolin, sono state passate in rassegna anche tali tematiche, nella speranza di poterlo continuare in Ungheria.
Il Presidente Áder ha donato al Papa una caratteristica statuetta di porcellana “Zsolnay”, originaria del 1909, che raffigura un monaco in meditazione. L’autore dell’opera fu lo stesso József Damkó che ha realizzato il monumento di Silvestro II nella Basilica di S. Giovanni al Laterano.
Il Presidente Áder e la Consorte davanti al monumento di Silvestro II
nella Basilica di S. Giovanni (foto: Á. Gedő)
È significativo che dopo il suo arrivo a Roma il Capo dello Stato ungherese abbia voluto visitare la Basilica Lateranense, rendendo omaggio alla Cattedrale del Papa e sostando davanti a quel monumento che ricorda l’invio della corona reale da parte del papa al futuro re Santo Stefano, nell’anno 1000. Esso rappresenta in modo tangibile la consapevolezza che nel ribadire l’identità cristiana dell’Ungheria, iscritta anche nella Legge fondamentale, non si può prescindere dalla sua amicizia con la Santa Sede.
Lo stesso concetto è stato evidenziato da Mons. Miroslaw Wachowski, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenendo al concerto organizzato il 13 febbraio dall’Ambasciata d’Ungheria: “Nel corso dei secoli, malgrado le vicissitudini della Storia e le variazioni dei regimi politici, la Santa Sede e l’Ungheria – eccetto per il periodo sovietico – hanno affermato sempre la loro comune volontà di cooperare per il bene comune.” Ribadendo che “la Santa Sede guarda all’Ungheria con una simpatia particolare per la sua storia cristiana millenaria e per il suo contributo all’edificazione della casa comune europea”, Mons. Wachowski ha anche espresso il desiderio di rafforzare ulteriormente i rapporti bilaterali tra Santa Sede e Ungheria “all’insegna della cultura dell’incontro e del dialogo”.


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