mercoledì 30 dicembre 2015

A.D. 2015 – 75 anni del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese


È stato celebrato il 26 ottobre 2015 il 75mo anniversario dell’erezione del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese. Pubblichiamo uno scritto di Mons. Tamás Tóth, rettore dell’Istituto e consigliere ecclesiastico dell’Ambasciata.
Articolo de l'Osservatore Romano il 4 novembre 2015
 

75 anni del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese
di Mons. Tamás Tóth

 
La formazione dei seminaristi ungheresi è assicurata a Roma sin dal sec. XVI grazie al Pontificio Collegio Germanico ed Ungarico. Nel sec. XIX nacque invece l’esigenza di trovare posto per i sacerdoti che venivano a Roma per studi post graduali e per condurre ricerche scientifiche, soprattutto dopo l’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano, avvenuta nel 1881. L’Ungheria fu tra le prime nazioni a inaugurare un tale istituto: il canonico ungherese Vilmos Fraknói (1843–1924) costruì una Villa a Roma che è attualmente la sede dell’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1927 l’Ungheria acquistò Palazzo Falconieri in via Giulia, dove cominciò a funzionare, dall’anno accademico 1928–1929, l’Accademia d’Ungheria in Roma, che aveva sin dall’inizio un dipartimento per accogliere sacerdoti studenti. Questo dipartimento diventò rapidamente autonomo: nel 1939 ricevette la sua prima Costituzione dalla Congregazione dei Seminari e degli Istituti di Studi, e nel 1940 divenne indipendente, quando la stessa Congregazione, a nome del Papa Pio XII (1939–1958), fondò l’attuale Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese.

Questo collegio sacerdotale doveva resistere, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ad un periodo assai difficile lottando di giorno in giorno per la sua esistenza contro la dittatura comunista. L’Istituto Ungherese divenne in questo periodo un rifugio per gli ecclesiastici ungheresi esuli dalla Patria. Dopo la rivoluzione del 1956 fu cambiato pure il titolo della Cappella: Esaltazione della Santa Croce.

Tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare d’Ungheria fu firmata un’intesa semplice nel 1964 che regolava, tra l’altro, la situazione dell’Istituto che in seguito poteva accogliere di nuovo degli studenti sacerdoti dall’Ungheria. La vera libertà avvenne però solo dopo la caduta del regime comunista, nel 1989. Tra la Santa Sede e l’Ungheria fu stipulato un Accordo nel 2013, modificando quello del 1997, che regola, tra l’altro, la situazione giuridica dell’Istituto all’interno di Palazzo Falconieri, tutt’ora sede dell’Accademia d’Ungheria.

Dal 1928 hanno studiato tra le mura dell’Istituto più di 280 sacerdoti, provenienti prevalentemente dalle diocesi ungheresi.

In occasione del 75° anniversario della fondazione un ex alunno del collegio, il Cardinale Péter Erdő, Primate d’Ungheria e Arcivescovo di Esztergom-Budapest ha celebrato una Messa di ringraziamento nella Chiesa di San Girolamo della Carità a Roma. Hanno concelebrato i rettori di diversi collegi ecclesiastici, monsignori, professori, rappresentanti della Curia, delle università e di diversi enti ecclesiastici , il rettore precedente dell’Istituto Ungherese, il Presidente ed i membri della Commissione di Vigilanza dell’istituto stesso, nonché alunni ed ex alunni.

Tra i presenti S.E. Mons. Piero Marini Presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, S.E. Mons. Fülöp Kocsis Metropolita greco cattolico di Hajdúdorog, il Rev.mo P. Thomas Anton Handgrätinger Abate generale dei Canonici Regolari Premonstratensi, il Sig. László Hegyi Sottosegretario per gli affari ecclesiastici da parte del Governo Ungherese, nonché il Sig. Márk Aurél Érszegi Incaricato d’Affari dell’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede, il Sig. Tamás Török primo consigliere dell’Ambasciata d’Ungheria in Italia ed il Prof. Antal Molnár direttore dell’Accademia d’Ungheria in Roma.

* * *
L’omelia del Card. Péter Erdő.

martedì 29 dicembre 2015

A.D. 2015 – 35 anni della Cappella Ungherese in Vaticano


Consacrata da S. Giovanni Paolo II l’8 ottobre 1980, la cappella ungherese nelle Grotte Vaticane era stata concepita come punto di ritrovo degli ungheresi del mondo dai due lati della cortina di ferro. Erede ideale dell’antico ospizio e chiesa degli ungheresi, demoliti alla fine del ‘700, la cappella è dedicata alla Patrona dell’Ungheria ed ai santi ungheresi, ivi raffigurati per opera dei più famosi scultori ungheresi di fine Novecento.

L’8 ottobre 2015, festa di Santa Maria Magna Domina Hungarorum a celebrare la S. Messa per il 35mo anniversario della cappella è stato il Card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e primate d’Ungheria.

Ecco la traduzione della sua omelia.

lunedì 28 dicembre 2015

A.D. 2015 – 25 anni fa il ristabilimento delle relazioni diplomatiche Ungheria–Santa Sede


Fu firmato il 9 febbraio 1990, nel Parlamento di Budapest, l’Accordo che ristabiliva le relazioni diplomatiche tra l’Ungheria e la Santa Sede, rispettivamente a livello di Ambasciata e di Nunziatura.

L’anniversario è stato commemorato il 14 aprile 2015 a Budapest, nel palazzo del Parlamento, con una conferenza che ha visto la partecipazione di diversi membri del Governo ungherese: il vicepremier On. Zsolt Semjén, il ministro degli esteri e del commercio On. Péter Szijjártó ed il ministro per le risorse umane On. Zoltán Balog. La Santa Sede è stata rappresentata dal Segretario per i Rapporti con gli Stati S.E. Mons. Paul Richard Gallagher. S. Em. il Cardinale Péter Erdő primate d’Ungheria e S.E. Mons. Alberto Bottari de Castello Nunzio Apostolico in Ungheria hanno pure salutato i presenti, tra i quali il corpo diplomatico, gran parte dei membri dell’episcopato ungherese e i rappresentanti delle confessioni religiose ungheresi.

Una piccola mostra documentaria è stata allestita in maggio presso il Ministero degli Affari Esteri e del Commercio di Budapest. Nelle vetrine sono state esposte dei ricordi „materiali” della storia delle relazioni con la Santa Sede, come gli esemplari originali dei vari accordi bilaterali (a partire da quello del 1964, abrogato proprio nel 1990) nonché medaglie, fotografie e libri della biblioteca del ministero.

Le celebrazioni sono proseguite il 12 giugno 2015 a Roma, con una conferenza storica presso l’Accademia d’Ungheria. Presenti, da parte ungherese, il segretario di stato agli affari esteri On. István Mikola ed il vice segretario di stato agli affari religiosi On. László Hegyi, da parte della Santa Sede, invece, il Segretario per i Rapporti con gli Stati S.E. Mons. Paul Richard Gallagher.

Gli interventi e le relazioni delle due conferenze sono stati raccolti in un volume pubblicato dalla editrice ungherese METEM, ed è in preparazione la versione in lingua italiana.

venerdì 25 dicembre 2015

giovedì 24 dicembre 2015

Il presepe tradizionale ungherese


Presepe ungherese - dalla collezione
del Museo Etnografico di Budapest
Il presepe tradizionale ungherese è a servizio della sacra rappresentazione („mistero”) che narra i vari episodi della storia natalizia. La sacra rappresentazione ha le radici nel Medioevo, quando le diverse storie della Bibbia venivano rappresentate in forma drammatica nelle chiese poi, nell’età moderna, a scuola e, infine, l’usanza si diffuse tra la popolazione delle campagne, divenendo uno degli elementi più caratteristici del folklore.

Una delle rappresentazioni più popolari è sempre stata la storia della natività. I primi testi ungheresi risalgono al XVII secolo, che poi divenne popolare e, addirittura, un’usanza paesana, nel XIX-XX secolo.

La classica sacra rappresentazione ha tuttora luogo presso le chiese parrocchiali, anche nelle città, il pomeriggio del 24 dicembre. La forma popolare, chiamata „betlehemezés” (recita di Betlemme), avviene, invece, negli ultimi giorni dell’Avvento e alla vigilia di Natale.

Un gruppo di giovani gira per le strade del paese (ma anche in città), bussando alle porte. Si recita, in versi o in canto, la storia della nascita di Gesù, enfatizzando le diverse scene ad esse collegate (la Sacra Famiglia che cerca alloggio, l’annuncio ai pastori, gli intrighi di Erode), aggiungendo, addirittura, delle scene quotidiane della vita di paese.

Il presepe ungherese è „mobile”, poiché viene portato in mano da questi gruppi di giovani durante la recita. È a forma di casetta, di chiesa, o di stalla, con i personaggi in miniatura collocati all’interno, e illuminato tradizionalmente con la candela. Una delle varianti prevede che la recita stessa venga presentata con il gioco dei pupazzi del presepe.

I giovani, di solito vestiti da pastore o da personaggi della scena della natività, ricevono infine dei dolci o della frutta presso le case ove ha luogo la recita.
Il Museo Etnografico (Néprajzi Múzeum) di Budapest possiede una vastissima collezione di questi presepi tradizionali, da vedersi alla mostra “Grandi cose succedono presso la mangiatoia” (5 dicembre 2015 – 4 settembre 2016).
 
Betlehemezés – tradizionale recita natalizia ungherese
(tratto da: Balassa Iván – Ortutay Gyula, Magyar néprajz)
 

mercoledì 23 dicembre 2015

Il Signore vi dia la pace!

Una notizia dall'Ungheria:


Visto l’aumento della violenza e dell’insicurezza nel mondo in questi giorni, la comunità francescana ungherese ha promosso un flashmob il 13 dicembre, Terza Domenica di Avvento. Vi hanno partecipato centinaia di musicisti e cantanti, in mezzo al centralissimo mercatino di Natale, davanti alla basilica di S. Stefano a Budapest. Hanno voluto richiamare così l’attenzione ai cristiani perseguitati e a quanti soffrono a causa della loro religione e delle guerre.

Canto „Alleluia, Ébredj ember” di Attila Varga.

A cura della Provincia Francescana della Magna Domina Hungarorum (2015).
 
 

martedì 22 dicembre 2015

Centinaia di presepi anche in Ungheria

Presepe ungherese premiato nel 2010
alla Mostra dei 100 Presepi
La Fondazione per l’Artigianato Ungherese (A Magyar Kézművességért Alapítvány - AMKA) è, sin dal 1993, il partner tradizionale dell’Ambasciata per assicurare la partecipazione ungherese alla Mostra dei 100 Presepi a Roma.
La fondazione bandisce ogni anno un concorso per artigiani professionisti e non, per associazioni e scuole. I migliori presepi selezionati vengono poi candidati alla mostra dei 100 Presepi e fatti pervenire a Roma a cura dell’Ambasciata.
La rinomatissima mostra romana ha ispirato un’analoga manifestazione in Ungheria, a cura della stessa fondazione.
Quest’anno la 22ma edizione della Mostra del Presepe (Betlehemi Jászol Kiállítás) si svolge, tra il 9 dicembre ed il 10 gennaio, in due città. A Budapest, nella Magyarság Háza (edificio di fronte alla famosa Chiesa di Mattia) e a Veszprém, presso il centro d’informazione turistica gestita dalla Arcidiocesi di Veszprém (nel quartiere del Castello).
 
 
 
 
La mostra dei presepi a Budapest
L'Arciviescovo di Veszprém, Mons. Gyula Márfi
all'inaugurazione della mostra dei presepi a Veszprém
 
Invito della Mostra dei Presepi di Budapest e Veszprém





 

venerdì 18 dicembre 2015

Scambio di auguri con i sacerdoti ungheresi

Ha avuto luogo giovedì 17 dicembre il tradizionale scambio di auguri natalizi in Ambasciata con i sacerdoti del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese ed i seminaristi ungheresi del Pontificio Collegio Germanico-Ungarico. Due istituzioni ecclesiastiche romane di grande prestigio a servizio della Chiesa in Ungheria.
 
Incontro in Ambasciata con i sacerdoti ungheresi
 

mercoledì 16 dicembre 2015

I 50 anni della Fondazione Santo Stefano d’Ungheria

Ha compiuto 50 anni la Fondazione Santo Stefano d’Ungheria, l’ente che gestisce la Casa Santo Stefano in Via del Casaletto. In occasione del „giubileo”, il 15 dicembre, la Santa Messa di ringraziamento è stata presieduta da Mons. László Németh, presidente della Fondazione e responsabile della pastorale degli ungheresi in Italia, con la concelebrazione dei sacerdoti ungheresi che lavorano e/o studiano nell’Urbe. Presenti anche i membri della Fondazione medesima.
All’occasione è stato presentato il volume, a cura di Mons. László Németh, che ripercorre la storia della Fondazione medesima attraverso i personaggi che ne hanno segnato la vita durante il mezzo secolo trascorso.
L’Ambasciatore d’Ungheria, S.E. Eduard Habsburg-Lothringen ha portato i saluti del Governo ungherese sottolineando il significato che riveste la Casa Santo Stefano e la Fondazione che la gestisce per la presenza ungherese a Roma: „Si tratta di una di quelle isole che offrono porto sicuro e assistenza agli ungheresi che vogliono tuffarsi nel mare immenso di Roma.”
L’attività della Fondazione, „intesa a far rivivere la pia voluntas del primo Re d’Ungheria, che fondò in Roma un ospizio per l’assistenza spirituale dei pellegrini provenienti dall’Ungheria” (cfr. lo Statuto del 1965), oggi comprende l’accoglienza e l’assistenza spirituale dei pellegrini, soprattutto di quelli di nazionalità ungherese, nonché l’assistenza del ministero pastorale del clero ungherese presente a Roma a diverso titolo (v. Statuto attuale, 2015).
 
Santa Messa per i 50 anni della Fondazione S. Stefano d'Ungheria
 

lunedì 14 dicembre 2015

«Lei deve scrivere un giallo tomistico!»

L'Osservatore Romano di domenica 13 dicembre ha pubblicato un articolo a firma dell'Ambasciatore d'Ungheria presso la Santa Sede Eduard Habsburg-Lothringen sull'argomento della sua tesi di dottorato sulla fine del tomismo:
 
"Certe avventure possono accadere solo una volta nella vita, quando si è giovani. Ventidue anni fa, armato di un dittafono, mi misi in macchina e attraversai l’Europa per preparare una tesi di filosofia che allo stesso tempo era anche un giallo. Come un detective volevo indagare sulla fine del neo-tomismo, il sistema filosofico che, per ottant’anni, aveva dominato la formazione dei sacerdoti cattolici."
 
L'articolo abbreviato è consultabile sul sito dell'Osservatore Romano.
 
 
Articolo dell'Ambasciatore d'Ungheria sull'Osservatore Romano del 13 dicembre 2015


sabato 12 dicembre 2015

L’Ungheria nel cuore di Papa Francesco

Intervista al nuovo Ambasciatore dell’Ungheria presso la Santa Sede
 
Il nuovo Ambasciatore d’Ungheria, S. E. Eduard Habsburg-Lothringen ha presentato le sue lettere credenziali al Santo Padre il 7 dicembre. Due giorni dopo ha rilasciato due interviste alla Radio Vaticana, al Programma Ungherese e a quella Tedesca. Segue una sintesi delle due interviste, a cura del Programma Ungherese.
 
Colloquio privato con il Papa: importanza della famiglia
Dell’udienza privata col Santo Padre l’Ambasciatore Habsburg-Lothringen dice che è stato un momento molto impressionante per lui. Ha voluto parlare soprattutto sul tema della famiglia. A partire dalla propria famiglia, visto che è padre di sei figli che sono stati anch’essi presentati al Santo Padre. Ma anche delle politiche per la famiglia che il Governo ungherese ha attuato, come per esempio il congedo di maternità in Ungheria dura tre anni.
„Ho avuto l’impressione che al Papa piaccia molto l’Ungheria” – afferma l’Ambasciatore. Il Santo Padre gli ha, infatti, raccontato di aver frequentato a Buenos Aires le suore ungheresi della Congregatio Jesu, fuggite lì dal comunismo. Sono state queste suore, molto stimate da Bergoglio, a raccontargli molte cose dell’Ungheria. Il Papa ha anche affermato, scherzando con l’Ambasciatore, che è così che ha capito che uno dei simboli più importanti dell’Ungheria è il vino di Tokaj!
 
Invito del Papa a visitare l’Ungheria
Gli ungheresi desidererebbero, come tanti altri Paesi del mondo, che il Papa andasse a visitarli. Il Governo, e la Conferenza Episcopale Ungherese l’hanno, infatti, invitato per l’anno prossimo, in occasione del XVII centenario della nascita di San Martino, avvenuto a Savaria, oggi Szombathely in Ungheria. Il Papa ha detto all’Ambasciatore che teneva presente l’invito ma che, all’età di 79 anni, purtroppo non può fare tutto ciò che vorrebbe. Non ha tuttavia detto né sì, né no. „Io penso – afferma l’Ambasciatore – che la cosa non l’abbia ancora decisa.”
 
Ci troviamo in mezzo ad un grande processo di rinnovamento in Vaticano – dice l’Ambasciatore circa le sue prime impressioni di lavoro. Papa Francesco ha l’intenzione di rinnovare le cose in Vaticano. Vuole qualcosa di grande ma è ancora presto per vedere come riusciranno le cose. È un lavoro bello, fare l’ambasciatore ungherese in Vaticano. Il suo compito precipuo è quello di spiegare cosa avviene in Ungheria e perché si fanno certe cose. È importante poiché qui nessuno capisce l’ungherese e c’è proprio bisogno di tradurre ed interpretare la posizione ungherese.
Rapporti sereni tra Santa Sede e Ungheria sui migranti. Problema è europeo
Alla domanda se si trovasse in una situazione delicata a causa della differenza di vedute tra la Santa Sede e l’Ungheria circa le politiche di immigrazione, l’Ambasciatore Habsburg-Lothringen afferma: „Penso che non ci sia alcun conflitto tra la Santa Sede e l’Ungheria sulla questione del problema dei rifugiati. Non ho parlato col Santo Padre della questione dei rifugiati e neanche lui lha menzionata.” Ne aveva parlato invece il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin durante l’incontro di presentazione col nuovo Ambasciatore. Ed erano d’accordo che si trattasse di un problema non ungherese ma europeo che solo l’Europa tutta insieme può risolvere.
Problema del recinto al confine di Schengen. Serve regolarizzazione
E la questione della cortina di filo spinato (recinto) sul confine ungherese? „Se ne avessi parlato col Santo Padre gli avrei voluto spiegare – chiarisce l’Ambasciatore – che i valichi di frontiera sono aperti in Ungheria, lo scopo della cortina non è quello di escludere i rifugiati ma solo quello di incanalarli verso i posti di valico dove poi possono presentare la richiesta di asilo.”. Ma la maggior parte dei rifugiati non l’ha voluto: hanno preso, infatti, altre strade per raggiungere la loro meta, cioè la Germania. Questo ha spostato il problema verso la Croazia, la Slovenia e l’Austria, e tutto ciò dimostra solo che gli accordi di Schengen e di Dublino, così come sono, non rappresentano più una risposta adeguata ai problemi attuali. L’Ungheria ha semplicemente tentato di adempiere ai suoi obblighi derivanti dagli accordi di Schengen. E le regole dicono che chiunque voglia entrare nell’Area Schengen deve avere un documento di identificazione. L’Ungheria ha cercato di fare così ed è stato questo che ha generato le scene che si sono viste in estate. „Il Governo ungherese è d’accordo con il Santo Padre che è l’Europa che deve risolvere il problema, non i singoli Paesi.”
 
Quote obbligatorie di redistribuzione dei migranti
L’Ungheria ha protestato con l’UE contro le quote obbligatorie di riallocazione dei rifugiati perché, spiega l’Ambasciatore, secondo la posizione ungherese la soluzione va contro il diritto dell’UE. Si tratterebbe poi, di riallocare 120.000 profughi mentre finora ne sono arrivati circa 900.000… La cosa più importante sarebbe quella di garantire alle persone la possibilità di restare a casa. Bisogna risolvere innanzitutto la crisi in Siria. Ma, probabilmente, si tratterà di una o due generazioni finché la situazione in Siria potrà tornare alla normalità. E nel frattempo è importante anche la domanda come si riesce a realizzare l’integrazione e la coesistenza in Europa con queste persone che arrivano e vogliono restare.
Gli Asburgo in carica politica in Ungheria
Sorge spontanea la domanda se sia l’Ambasciatore Eduard Habsburg-Lothringen ad essere il primo membro della famiglia a ricoprire una importante carica pubblica dai tempi della Monarchia Austro-Ungarica. In effetti, replica l’Ambasciatore, già suo cugino Georg Habsburg-Lothringen, che vive in Ungheria, ha ricoperto l’incarico di Ambasciatore d’Ungheria, mentre suo padre è attualmente l’Ambasciatore dell’Ordine di Malta a Budapest. È vero che il nome Asburgo non sempre suona bene in Ungheria, a causa delle vicende passate, ma l’Ambasciatore ci tiene a precisare che appartiene al cosiddetto ramo ungherese degli Asburgo che sin dai primi anni dell’800 ha vissuto sempre in Ungheria e qualche volta aveva addirittura preso la parte degli ungheresi nei confronti di Vienna.
Apertura Giubileo: momento forte
L’Ambasciatore ha fatto in tempo di presentare le credenziali proprio alla vigilia dell’apertura del Giubileo Straordinario così l’8 dicembre era lì, ha potuto partecipare all’inaugurazione assieme agli altri colleghi ambasciatori. „È stato un momento molto forte essere lì – dice –ed era commovente vedere il Santo Padre ad aprire la Porta Santa e sostare sulla soglia. E poi la presenza di Papa Benedetto XVI è stata pure un’emozione. Mi sono pure commosso a vederli tutti e due insieme. Ho potuto varcare la Porta Santa assieme agli altri ambasciatori. Un momento forte – e dopo la preghiera e la confessione abbiamo già potuto ottenere l’indulgenza giubilare. Papa Francesco ci dice di seguirlo durante l’Anno Santo. E per fortuna lo possiamo seguire sia qui a Roma, che in tante altre parti del mondo dove ci sono tante porte sante, e ricordiamo che la prima l’ha aperta lui stesso in Africa Centrale.”

mercoledì 9 dicembre 2015

Intervista dell’Ambasciatore alla Radio Vaticana di lingua tedesca



Intervistato dal programma di lingua tedesca della Radio Vaticana l’Ambasciatore d’Ungheria Eduard Habsburg-Lothringen ha parlato della presentazione delle credenziali al Santo Padre, della propria famiglia e di qualche attualità politica, come la crisi dei migranti.


L’intervista è sul sito di Radio Vaticana.


L’Ambasciatore ha visitato anche la redazione del programma ungherese della Radio Vaticana. L’intervista in ungherese, che ha toccato temi analoghi, è pure reperibile sul sito della Radio.

(Foto: Radio Vaticana, programma ungherese)

Presentazione delle Credenziali al Santo Padre


L’Ambasciatore d’Ungheria Eduard Habsburg-Lothringen ha presentato le sue lettere credenziali al Santo Padre il 7 dicembre nel Palazzo Apostolico.

Dopo l’udienza dal Papa, l’Ambasciatore ha avuto un colloquio con il Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato di Sua Santità.

In seguito, si è recato nella Basilica Vaticana per un breve momento di preghiera nella Cappella del Santissimo e davanti alla Tomba dell’Apostolo Pietro.

Ecco un breve riassunto di Rome Reports.

 
 
Le foto della cerimonia sul sito del Servizio Fotografico de L'Osservatore Romano.