sabato 16 luglio 2016

Ordinazione Episcopale di Mons. Pintér Nunzio in Bielorussia



Mons. Gábor Pintér, nominato di recente dal Santo Padre nunzio apostolico in Bielorussia, è stato ordinato vescovo venerdì 15 luglio, nella Cattedrale di Vác. Il neo-arcivescovo titolare di Velebusdo è, dopo quasi due decenni, il primo ecclesiastico ungherese a ricoprire un tale importante incarico nella diplomazia pontificia ed il primo nunzio ad essere ordinato vescovo in Ungheria. Mons. Pintér, originario della Grande Pianura ungherese ha desiderato, infatti, che la sua ordinazione abbia luogo proprio nella sua diocesi di origine, a Vác, una cittadina sul Danubio, poco distante da Budapest.

Per conferire l’ordinazione è venuto dal Vaticano Sua Eminenza il Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato di Sua Santità. I due co-consacranti sono stati Sua Eminenza il Card. Péter Erdő, Primate d’Ungheria e S.E. Mons. Miklós Beer, Vescovo di Vác.
Il Card. Erdő, Mons. Pintér, il Card. Parolin, Mons. Beer
(Foto: Attila Lambert/Magyar Kurír)

Hanno concelebrato la solenne liturgia eucaristica il Nunzio di Budapest S.E. Mons. Alberto Bottari de Castello, e quello di Vienna, S.E. Mons. Peter Stephan Zurbriggen, nonché i membri della Conferenza Episcopale Ungherese, assieme a numerosi vescovi venuti dall’estero, come S.Em. il Card. Christoph Schönborn, Arivescovo di Vienna (Mons. Pintér ha lavorato fino al presente nella Nunziatura viennese) e S.E. Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, Arivescovo di Minsk-Mohilev (dove Mons. Pintér svolgerà la sua nuova missione). 
 
(Foto: Attila Lambert/Magyar Kurír)
La liturgia è stata animata dai canti magistralmente eseguiti dai due cori della Cattedrale di Vác, guidati dal M. László Varga (Messa “Mercedes” di Alajos Werner, “Tu es Petrus” di Ferenc Liszt, “Ecce Sacerdos” di László Halmos).
 
(Foto: Attila Lambert/Magyar Kurír)
Hanno salutato il neo-vescovo S.E. Mons. András Veres, Presidente della Conferenza Episcopale Ungherese, S.Em. il Card. Erdő, Primate d’Ungheria, S.E. Mons. Beer, Vescovo di Vác, nonché l’On. Zsolt Semjén, Vice Primo Ministro a nome del Governo Ungherese.
(Foto: Attila Lambert/Magyar Kurír)

domenica 10 luglio 2016

San Martino e il triplice compito della Chiesa che trasformò l’Europa - Omelia del Card. Duka inviato speciale a Szombathely



S. Messa a Szombathely per il XVII centenario di San Martino (Foto: Magyar Kurír/Attila Lambert)
È stata presieduta dal Cardinale Dominik Duka arcivescovo di Praga, Inviato Speciale del Papa, la Santa Messa in onore di San Martino a Szombathely, nella città che diede i natali al Santo 1700 anni fa. Alla liturgia celebrata in latino, alla presenza di migliaia di fedeli e delle autorità statali e cittadine, hanno concelebrato i vescovi dell’Ungheria, guidati da Mons. András Veres amministratore apostolico di Szobathely e Presidente della Conferenza Episcopale Ungherese, assieme a tanti altri prelati dall’estero, nonché  il Nunzio Apostolico di Budapest, Mons. Alberto Bottari de Castello. Il Cardinale Duka ha pronunciato l’omelia, della quale pubblichiamo alcuni brani.

 

* * *

Il Card. Dominik Duka inviato speciale del Papa a Szombathely,
con Mons. András Veres, Mons. Alberto Bottari de Castello
e il Card. Péter Erdő (Foto: Magyar Kurír/Attila Lambert)
“Martino nacque in una famiglia di militari, figlio di un ufficiale, come il suo stesso nome vi fa allusione. Marte, infatti, fu il dio della guerra dei romani. San Martino, invece, entrò nella storia come ambasciatore di pace che si distinse come persona attenta nell’assistenza e nel servizio caritatevole verso il prossimo. (…) Dobbiamo considerare che questi insediamenti militari del II-III secolo furono la base della missione cristiana nell’Impero Romano, soprattutto nelle periferie di esso. Lo testimoniano gli scavi archeologici di Colonia, Treviri, Vienna e pure della vostra città.”

“San Martino intraprese la carriera militare, la sua scelta di vita non fu minimamente legata ad una sorta di pacifismo, come alcuni studiosi odierni suggerirebbero. Nel momento in cui sentì la chiamata di Dio, la vocazione di seguire Cristo nel servizio delle anime, Martino riconobbe che il suo posto non era nell’esercito ma che doveva, invece, servire la Chiesa.”

 “L’Europa dell’Impero Romano, che all’epoca conobbe un periodo di transizione, venne trasformata da persone come il vescovo San Martino. In tale contesto, quando lo Stato s’indebolì o spesso addirittura si paralizzò, la Chiesa riuscì ad espletare il suo triplice compito che è alla base della nostra civiltà.

Il primo è il culto divino, la rappresentazione del sacrificio di Gesù Cristo sul Calvario, donatosi per tutti noi una volta per tutte, con le parole pronunciate nell’ultima cena a Gerusalemme: Questo è il mio sangue, questo è il mio corpo. Si tratta del sacrificio dell’amore più puro, della vita data per gli amici. La liturgia cristiana non è un rito o una cerimonia, il nostro culto divino rappresenta nel modo più completo l’opera d’amore redentrice di Gesù Cristo. È per questo che si vedono molte immagini di San Martino che lo raffigurano mentre celebra la messa. Il suo gesto menzionato è anche una sorta di immedesimazione con il sacrificio del Golgota.

Il secondo grande compito della Chiesa, che San Martino ci presenta, è l’annuncio del Vangelo, la catechesi, l’organizzazione di un sistema educativo. Se volessimo confrontare l’abbazia di Pannonhalma ed il suo liceo con i monasteri fondati da Martino troveremmo molte somiglianze.

Il terzo compito della Chiesa, il servizio al prossimo, la diaconia o carità Martino lo espletò in una maniera fino ad allora sconosciuto, divenendo un modello per i vescovi, non solo nella Gallia, ma dappertutto nell’Impero Romano.

Evocando in questa maniera la storia di San Martino, da Szombathely fino a Tours, ci troviamo davanti tutta la storia della Chiesa fino ai giorni nostri. È oltremodo conveniente evocare la nostra storia comune, nella quale, quasi un millennio dopo, delle donne coraggiose hanno svolto un servizio di diaconia e di carità nella regione centro-europea, tutte appartenenti alla Casa degli Árpád. Santa Elisabetta venne dall’Ungheria, in Polonia troviamo Santa Kinga (Cunegonda) e in Boemia Sant’Agnese (di Praga). Sappiamo che costoro non s’ispirarono tanto a San Martino quanto piuttosto a San Francesco d’Assisi. È stato quest’ultimo ad ispirare profondamente anche il nostro papa attuale che enfatizza così tanto il servizio caritativo e sociale della Chiesa, ridestando il mondo, specialmente quella parte di esso dove i cuori sono stati anestetizzati dall’opulenza.”

“Chi non conosce il passato non capisce neanche il presente. È per questo che abbiamo evocato nei dettagli la storia della Chiesa e quella del vostro Paese. È per questo che abbiamo ricordato l’ideale di compassione umana rappresentata dalle sante donne del XIII secolo. Dobbiamo dirlo: se il presente non lo viviamo in questo spirito non avremo neanche un futuro.”

 

(Traduzione in base al testo ungherese tratto dal sito ufficiale Magyar Kurír)

sabato 9 luglio 2016

L’Ungheria festeggia San Martino


Si svolgono questo fine settimana, il 9 e il 10 luglio a Szombathely, le principali celebrazioni dell’Anno di San Martino in Ungheria, in occasione del 1700mo anniversario della nascita del Santo. La città, sorta sulle fondamenta dell’antica Savaria che ha dato i natali al Santo, ospita in questi giorni un vero festival culturale e spirituale, dove la Chiesa Cattolica ungherese presenta il meglio di se.


I programmi prevedono diversi concerti, di musica religiosa, di musica leggera e popolare, con alcuni dei gruppi e degli artisti più famosi in Ungheria.

Diversi ecclesiastici e vari personaggi del mondo dell’arte, della scienza e dello spettacolo portano la propria testimonianza professionale e personale su cosa vuol dire essere cristiani oggi, seguendo l’esempio di San Martino. Numerose le presentazioni da parte degli ordini religiosi e delle associazioni ecclesiali circa il loro carisma e le loro attività.

Viene presentata la moneta commemorativa, fatta coniare per l’Anno San Martino da parte della Banca Nazionale Ungherese. È prevista anche la proiezione del nuovo film documentario sulla vita del Santo („Il buon pastore – la vita di San Martino” di Róbert Pajer).

Un posto speciale occupano i programmi per i bambini, che comprendono giochi, musica e attività che cercano di avvicinare i piccoli alla figura del Santo – e soprattutto fare in modo che si sentano a loro agio nell’ambito della Chiesa che festeggia uno dei santi più popolari.

I programmi principali si svolgono all’aperto, nel parco urbano, nei pressi del sito dell’antico teatro romano di Savaria. Un treno speciale, intitolato al Santo e trainato dalla locomotiva che reca l’immagine di San Martino, trasporta i pellegrini da Budapest. Il pellegrinaggio prevede anche la preghiera nella Chiesa di San Martino di Szombathely ed il passaggio della porta santa della Cattedrale cittadina.

 Il vero centro dei festeggiamenti è naturalmente la solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’InviatoSpeciale del Santo Padre, il Cardinale Dominik Duka, Arcivescovo di Praga. Presenti alla liturgia i vescovi da tutta l’Ungheria e dai paesi vicini, nonché le autorità civili, guidati dal Presidente dell’Assemblea Nazionale László Kövér e dal Vice Primo Ministro Zsolt Semjén.