giovedì 27 agosto 2020

Ungheria e Polonia insieme per i cristiani perseguitati – memorandum di collaborazione

Il 17 agosto i rappresentanti dei governi dell’Ungheria e della Polonia hanno firmato a Budapest un memorandum d’intesa sulla cooperazione umanitaria per il sostegno dei cristiani e delle altre comunitá religiose perseguitate nel mondo. I due paesi infatti sono determinati e impegnati per realizzare un’azione concreta e veloce d’aiuto nelle regioni bisognosi del mondo. L’Ungheria e la Polonia sono due nazioni con forti radici cristiane, le quali considerano il loro aiuto un dovere morale verso i cristiani e i perseguitati del mondo. L’intesa tra i due paesi apre la possibilità di condividere le esperienze e le conoscenze sulla crisi umanitaria.
Tristan Azbej e Paweł Jabłoński
Il Segretario di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati del Governo Ungherese, Tristan Azbej, dopo la frima del memorandum, ha ribadito: „Siamo convinti che dobbiamo mettere in atto il nostro aiuto in loco ed esso deve essere diretto. Non possiamo dimenticarci dei cristiani perseguitati nel mondo.” Il Segretario di Stato ha sottolineato quindi che tutti devono poter vivere e trovare il loro benessere nelle terre native e in caso di necessità bisogna aiutare le persone per poterle far rimanere nel loro paese, migliorando le loro condizioni di vita. 

Dalla parte polacca, il vice ministro degli affari esteri, Paweł Jabłoński ha sottolineato che la firma del memorandum è l’inizio di una collaborazione polacca-ungherese ancora più forte e stretta. La Polonia e l’Ungheria non sono soltanto dei partner ma sono anche amici, seguono gli stessi principi e, come nella questione dei cristiani perseguitati, hanno opinioni simili. “Vogliamo richiamare l’attenzione sull’importanza della difesa dei diritti umani, tra cui la pratica della libertà religiosa. Per fare questo oggi non bastano soltanto le parole, ma ci vogliono aiuti concreti” – ha detto il vice ministro polacco, aggiungendo le aspettative di collaborazioni anche con altri stati. 

Foto: MTI/Szigetváry Zsolt

mercoledì 26 agosto 2020

Festa di Santo Stefano, re d’Ungheria a Roma

La festa nazionale ungherese del 20 agosto commemora la fondazione dello stato cristiano ungherese celebrando il suo primo re, Santo Stefano d’Ungheria. La festa è molto sentita non soltanto in Ungheria ma in ogni comunità ungherese nel mondo. Gli ungheresi di Roma quest’anno si sono riuniti il 23 agosto nella cappella della Casa di Santo Stefano per celebrare la Santa Messa, presieduta dal Rev. Norbert Németh, rettore del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese in Urbe, nonché nuovo coordinatore pastorale della comunità ungherese di Roma e in Italia. La casa ungherese per i pellegrini, recentemente rinnovata, è stata il luogo degno per l’evento in quanto dimora successiva alla casa fondata dal re Santo Stefano intorno al 1030.
„Agire nel presente per la vita della comunità ungherese” – furono le parole del Rev. Németh per incoraggiare, sulle orme del primo re d’Ungheria, tutti i partecipanti a seguire l’esempio del santo re e a costruire ed essere parte integrante della propria comunità. „La festa della fondazione non deve essere un ricordo del passato o un modo di sognare il futuro, ma deve dare la forza per agire nel presente!” – ha detto il Rev. Németh. La chiesa universale commemora Santo Stefano, re d’Ungheria il 16 agosto e dal 2000, dopo il riconoscimento del suo culto, nella Chiesa ortodossa è divenuto il primo santo latino riconosciuto. 
Foto: Borbála Bak

mercoledì 19 agosto 2020

I Santi della Cappella Ungherese – San Ludovico di Tolosa


Le effigie di ventuno santi e beati dell’Ungheria ornano le pareti della Cappella Magna Domina Hungarorum nelle Grotte Vaticane. Consacrata da S. Giovanni Paolo II nel 1980, la cappella è chiamata a rappresentare gli estesi legami della nazione ungherese con gli altri popoli europei proprio attraverso i santi.
Il 19 agosto è la festa di San Ludovico vescovo di Tolosa.
San Ludovico di Tolosa
rilievo nella Cappella ungherese delle Grotte vaticane (di László Róbert)

Ludovico nacque nel 1274 da Maria d’Ungheria (figlia di re Stefano V d’Ungheria) e di Carlo II d’Angiò, re di Napoli e della Sicilia. Da giovane ebbe una formazione francescana. A 16 anni si ammalò gravemente ma affidandosi alla fede in Dio, guarì miracolosamente e in seguito promise di indossare l’abito francescano.
Ludovico, erede al trono del Regno di Napoli, nel 1296 rinunziò ai suoi diritti, venne ordinato sacerdote e poi divenne vescovo di Tolosa per volere di Bonifacio VIII. Durante il suo episcopato, seguì le regole francescane aiutando sempre i poveri, i malati e gli emarginati. A soli 23 anni, si ammalò e morì nella città di Brignoles in Provenza. Venne sepolto nel Convento dei Frati Minori di Marsiglia, dove la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi. Numerosi malati, zoppi e cechi furono guariti sopra la sua tomba. La sue reliquie dal XV secolo si trovano a Valencia.
Fu canonizzato ad Avignone da papa Giovanni XXII nel 1317.
Festa liturgica: 19 agosto
Raffigurazione: Ludovico, figlio della regina di Napoli Maria d’Ungheria, prima di essere ordinato vescovo, regala il suo vestito francescano ad un malato di ulcera, che guarisce all’istante.
Autore del rilievo: László Róbert, scultore

giovedì 13 agosto 2020

I Santi della Cappella Ungherese – Santa Piroska-Irene imperatrice


Le effigie di ventuno santi e beati dell’Ungheria ornano le pareti della Cappella Magna Domina Hungarorum nelle Grotte Vaticane. Consacrata da S. Giovanni Paolo II nel 1980, la cappella è chiamata a rappresentare gli estesi legami della nazione ungherese con gli altri popoli europei proprio attraverso i santi.
Il 13 agosto si festeggia in Ungheria Santa Piroska figlia di un santo re ungherese, divenuta imperatrice di Bisanzio col nome di Irene.
Santa Piroska-Irene imperatrice
rilievo nella Cappella ungherese delle Grotte Vaticane (di László Marton)

Figlia del re San Ladislao d’Ungheria e di Adelaide di Svevia, Piroska (Prisca) sposò Giovanni II Comneno, futuro imperatore nel 1104 e pertanto si convertì alla confessione ortodossa, cambiando il nome in Irene e divenne imperatrice consorte nel 1118. La coppia imperiale ebbe 8 figli.
Irene, con il suo amore benevolo ha segnato la vita della famiglia e di tutto l’impero bizantino. Aiutò anche a migliorare i rapporti tra l’impero e l’Ungheria. A Costantinopoli fondò il Monastero del Pantocratore con un ospedale annesso. È considerato il secondo più grande edificio bizantino tuttora esistente a Istanbul.
Piroska-Irene è raffigurata sui celebri mosaici della basilica di Santa Sofia (Hagia Sophia) di Istanbul… Nonché, secondo una ipotesi, è sempre lei l’imperatrice Irene della Pala d’Oro nella Basilica di San Marco a Venezia.
L’imperatrice morì a Costantinopoli nel 1134 e venne sepolta nel monastero da lei fondato.
Festa liturgica: 13 agosto
Raffigurazione: Piroska-Irene, figlia di San Ladislao d’Ungheria, costruttore di chiese e monasteri.
Autore del rilievo: László Marton, scultore