venerdì 26 aprile 2019

“Dio non crea scarti” – testimonianza di Fra’ Csaba Böjte sui bambini abbandonati della Transilvania e sullo spirito di allegria quotidiana


Centinaia di bambini orfani o abbandonati, bisognosi di cure, di educazione ma, soprattutto, di affetto, sono “la famiglia” di Fra’ Csaba Böjte OFM, religioso ungherese della Transilvania (Romania). Tutto è iniziato quando, nel 1992, Fra’ Csaba è stato mandato nella cittadina di Déva, in Transilvania. Una periferia in diversi sensi: abitata da una maggioranza romena ortodossa e da una minoranza dell’8% di cattolici ungheresi, un centro industriale all’epoca in crisi, con pesanti ricadute sociali. Lì cominciò ad occuparsi dei bambini abbandonati e, dopo un po’ si trovò a gestire un vero e proprio orfanotrofio. Per dare una casa ai bambini dovette forzare il portone del convento francescano da anni abbandonato.

Dopo il cambio di regime la situazione sociale in Romania era critica, portando povertà e disagio, difficoltà e spesso l’impossibilità per le famiglie di crescere i figli. Fra’ Csaba ha creato la Fondazione San Francesco di Déva per dare un quadro istituzionale all’attività quotidiana che in questi anni ha coinvolto oltre seimila bambini. Le varie strutture di accoglienza e di educazione della Fondazione oggi sono presenti in 82 località della Transilvania, con più di 2.300 bambini affidati alle sue cure, aiutato da 300 collaboratori adulti.

Fra' Csaba Böjte tra i bambini
In realtà, tutto iniziò quando, un giorno d’estate, Fra’ Csaba aprì a caso la Sacra Scrittura leggendo i versi dove si narra di Maria e Giuseppe che rendevano grazie per Gesù Bambino. Quel giorno il religioso capì la sua vera missione e ringraziò il Signore di avere affidato a lui, “semplice prete di campagna” questi bambini, e capì che la gioia di fare cose buone è un regalo per sé stessi. Prima organizzò un campo scuola estivo ma ben presto si ritrovò a doverne organizzare uno che durasse tutto l’anno… All’inizio mancava ogni autorizzazione ufficiale e si dovette lottare a lungo con la burocrazia romena. Il riconoscimento ufficiale, con la restituzione legale dell’edificio conventuale, arrivò praticamente con la visita di Papa Giovanni Paolo II in Romania nel 1999.

Il convento di Deva, prima casa della Fondazione S. Francesco di Fra' Csaba
Fra’ Csaba Böjte ammette in un’intervista: “all’epoca non avrei neanche sognato che saremmo diventati così numerosi, ma giorno dopo giorno arrivavano i bambini a bussare alle nostre porte… e se qualcuno ti chiede aiuto, come servo di Dio, devi soccorrerlo. Non è complicato questo mondo – dice il religioso – se rivolgi una buona parola all’altro, quello porterà frutti. Dico sempre, la terra arida se viene coltivata e seminata, potrà diventare un giardino.” Afferma, inoltre: “Non è nostro compito di caricarci sulle spalle ogni problema del mondo intero, non ce la faremmo neanche. L’importante è che sia l’allegria di Gesù Bambino a guidarci.”

La fondazione gestisce diverse case per bambini nella Transilvania
Il religioso è nato nel 1959 a Cluj/Kolozsvár, ma poi ha vissuto a Csíkszereda/Miercurea Ciuc. Ancora da bambino perse il padre, un poeta divenuto vittima del regime comunista. È stata un’esperienza che lo ha portato non a lamentarsi col mondo ma a cercare di fare qualcosa per cambiarlo. È stato questo pensiero all'origine della sua vocazione che ha realizzato come sacerdote nell’Ordine di San Francesco e poi come "padre" per tanti bambini “nel senso come lo fu San Giuseppe”. Prima però ha studiato per fare il meccanico e ha lavorato anche come minatore. Entrò nell’Ordine Francescano in pieno regime Ceausescu, nel 1982, svolgendo i suoi studi prima nel seminario di Alba Iulia/Gyulafehérvár e poi in quella di Esztergom in Ungheria. È stato ordinato sacerdote nel 1989. Per il suo impegno a favore dei bambini bisognosi Fra’ Csaba Böjte ha ricevuto diversi riconoscimenti ufficiali, come il “Premio del cittadino europeo” del Parlamento Europeo nel 2011. Il 13 settembre 2018, per festeggiare i 25 anni della Fondazione, bambini, volontari e benefattori hanno riempito il Palazzetto dello Sport di Budapest dove la testimonianza di Fra’ Csaba si alternava con le esibizioni degli star più popolari dello spettacolo in Ungheria.

Fra' Csaba, il predicatore dell'allegria di Gesù
In 25 anni di attività, ogni giorno ha avuto – come lui stesso afferma – la gratitudine, l’affetto di tanti bambini: “L’amore è come una lampadina, si chiariscono le cose alla sua luce. Per me questa Fondazione è il sinonimo della provvidenza e del miracolo di Dio. Fu un miracolo di Gesù aver distribuito da mangiare a cinquemila persone al mare di Galilea, e oggi è un miracolo dello stesso Dio vivente il poter dare da mangiare ogni giorno a centinaia di bambini e ragazzi qui in Romania. Il nostro lavoro, nonostante le difficoltà quotidiane di ogni tipo, cresce e va avanti”.

Fondazione S. Francesco di Déva
Fra’ Csaba è l’anima della Fondazione, dividendosi tra le varie case da essa gestite per stare con i “suoi bambini”. Ma è spesso anche in giro per il mondo a raccogliere “elemosina”, ossia fondi per il sostentamento dei bambini. Il religioso è anche un predicatore molto apprezzato in Ungheria e in Transilvania per la sua semplicità ed immediatezza con le quali riesce a veicolare una spiritualità profonda. Negli ultimi anni, inoltre, ha compiuto diversi viaggi in Iraq, Egitto, Siria e Africa per visitare le comunità cristiane locali, portandovi gli aiuti dei fedeli ungheresi.

Tre sono le lezioni fondamentali che Fra’ Csaba dice di aver sperimentato nel corso degli anni. La prima è che “Dio non crea degli scarti (…) anche il bambino di strada più sporco e maleducato è un capolavoro del Padre Celeste ed il nostro compito di genitori e di educatori è di aiutarlo a formare e svilupparsi”. La seconda lezione è che Dio certamente non ci pone davanti a delle sfide che superino le nostre forze: “anche nella mia vita ci sono dei momenti difficili, come pure nella vita di questi bambini, ma ho sperimentato che c’è sempre una soluzione”. Infine, la terza lezione Fra’ Csaba la riassume così: “non c’è cosa che non si possa fare meglio con allegria”.

Infatti, racconta: “mi sono accorto che il nostro cristianesimo europeo è molto invecchiato, manca dalla nostra vita l’allegria dei bambini. Non giochiamo più, non ci raccontiamo delle barzellette… Eppure nostro Signore Gesù Cristo duemila anni fa non ha iniziato la sua vita terrena prendendo in mano tutti i problemi del mondo ma si è messo a giocare con gli altri bambini di Nazareth. Prima ancora di compiere miracoli o annunciare il Vangelo, Gesù ha giocato con i bambini. E poi ha detto che se non diventiamo come i bambini non entreremo nel Regno dei cieli. È proprio questo spirito di allegria che oggi manca nella Chiesa, ma anche nella società. Per questo sarebbe bello avere nella Chiesa una festa dedicata proprio a Gesù Bambino…”
Località dove la Fondazione è presente con case famiglia, centri accoglienza, orfanotrofi, scuole e asili

mercoledì 24 aprile 2019

Deposizione – un “Caravaggio 3D” all’Accademia d’Ungheria


Un “Caravaggio tridimensionale” accoglie i passanti all’interno del cortile d’onore di Palazzo Falconieri, sede dell’Accademia d’Ungheria in Roma.
Scultura di Hervé-Lóránt all'Accademia d'Ungheria, ispirata dalla "Deposizione" del Caravaggio
Realizzata per la Pasqua, si tratta della reinterpretazione, nella forma di gruppo scultoreo, del celebre dipinto del Caravaggio, la Deposizione, custodito nella Pinacoteca Vaticana.

Foto: Musei Vaticani
Autore dell’installazione è l’artista ungherese Ervin Hervé-Lóránt, già promotore del “Progetto MISERICORDIA”, omaggio artistico al Giubileo Straordinario della Misericordia, esposto a Castel S. Angelo e, in seguito, presso il Santuario mariano di Csíksomlyó/Sumuleu Ciuc.

sabato 20 aprile 2019

L’antica usanza della benedizione dei cibi pasquali


Una delle tradizioni popolari ungheresi della Pasqua è la benedizione dei cibi la mattina di Pasqua. I fedeli portano alla Messa del giorno un cestino con il tipico pan-brioche, le uova sode e il prosciutto cotto, eventualmente anche del vino che poi sarà servito sul tavolo della famiglia per il pranzo festivo.

La piazza principale di Csíkszereda/Miercurea
durante il rito della benedizione die cibi pasquali
La cerimonia più grandiosa di tale usanza in tutta l’area Danubiano-carpatica è senz’altro quella che si celebra a Csíkszereda/Miercurea Ciuc, in Transilvania. La piazza principale della città, capoluogo della Provincia di Hargita/Harghita è riempita da migliaia di fedeli che si dispongono in file ordinate nell’attendere il passaggio dei sacerdoti, guidati dal Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Gyulafehérvár/Alba Iulia.

Si tratta di una bella testimonianza di fede, sostenuta dalle antiche tradizioni. Csíkszereda/Miercurea Ciuc si trova accanto al Santuario mariano di Csíksomlyó/Sumuleu che Papa Francesco visiterà il 1 giugno di quest’anno.

Buona Pasqua!

martedì 16 aprile 2019

Incendio Notre-Dame di Parigi – solidarietà dall’Ungheria


Il Cardinale Primate d’Ungheria Péter Erdő ha espresso la sua solidarietà all’Arcivescovo di Parigi e alla comunità cattolica francese con il seguente comunicato:

„Abbiamo appreso con commozione la notizia che, dopo l’incendio della magnifica chiesa di Saint-Sulpice di Parigi, ora, all’inizio della Settimana Santa, ad essere in fiamme è la Cattedrale Notre-Dame dedicata alla Beatissima Vergine Maria. Assicuriamo l’Arcivescovo Michel Aupetit di Parigi e la comunità cattolica francese della nostra amorevole solidarietà. Professiamo l’amore misericordioso di Cristo e la speranza che Dio Onnipotente, che ha risuscitato Cristo dai morti, risusciterà anche le nostre comunità a nuova vita, fede e carità.”

* * *

Il Comune di Szeged ha subito offerto 10.000 EUR per la ricostruzione della Cattedrale di Notre-Dame e ha lanciato una raccolta di fondi per ulteriori donazioni.

“140 anni fa è stata Parigi ad aiutare a ricostruire Szeged dopo la grande alluvione. Ora, nel segno della solidarietà europea, sarà Szeged ad aiutare Parigi” – si legge nel comunicato del Comune.

La città ungherese sorta sulle rive del Tibisco (Tisza) fu, infatti, completamente rasa al suolo dalla “Grande Alluvione” del marzo 1879, che inspirò un’ondata di solidarietà europea. Essa è ricordata anche dai viali della città, una delle quali è intitolata, appunto a Parigi.


* * *
Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese Péter Szijjártó ha espresso solidarietà con la Francia e con la comunità cattolica francese in quella che può considerarsi una "comune tragedia per tutti gli europei". Prospettando, inoltre, la disponibilità del Governo ungherese ad aiutare nella ricostruzione della cattedrale parigina.

giovedì 11 aprile 2019

Presentato il programma del Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest 2020


A fine marzo è stato presentato in Vaticano il programma del 52° Congresso Eucaristico Internazionale (IEC2020) che si terrà nel settembre 2020 a Budapest. Il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest lo ha illustrato davanti ai membri del Pontificio Comitato dei Congressi Eucaristici Internazionali e poi alla stampa.


La mattina del 26 marzo il Card. Erdő ha presieduto la messa ungherese settimanale nella Cappella ungherese
delle Grotte Vaticane, alla quale ha partecipato anche il Commissario europeo Tibor Navracsics (v. sulla foto a sinistra).
Due saranno i temi centrali del Congresso – ha dichiarato il Card. Erdő – la solidarietà e l’amicizia tra i popoli: benché non si tratti di un evento politico, esso avrà certamente anche un messaggio sociale. Così per esempio, non solo a Budapest, ma in tante altre città verranno organizzati dei banchetti per le persone bisognose, mentre i vestiti per la prima comunione saranno confezionati da persone diversamente abili.

Infatti, nella messa d’apertura il 13 settembre nello Stadio “Ferenc Puskás” di Budapest, ci sarà la prima comunione di centinaia di bambini provenienti dall’Ungheria e dai Paesi limitrofi. Il Congresso Eucaristico durerà dal 13 al 20 settembre 2019, ma gli eventi inizieranno già la settimana precedente con un convegno teologico nel Centro Sant’Adalberto di Esztergom.

Il Card. Erdő con Mons. Piero Marini, Presidente del Pontificio Comitato
I lavori del Congresso si svolgeranno, nelle giornate del 14-18 settembre, nei padiglioni della HUNGEXPO di Budapest. Ogni giornata inizierà con la preghiera e la meditazione, seguita da testimonianze da tutto il mondo. Dopo la catechesi sui vari aspetti della fede verrà celebrata la S. Messa. Nel pomeriggio i lavori proseguiranno nei circoli minori.

Il 15 settembre si svolgerà un singolare pellegrinaggio-processione con il Santissimo in treno da Budapest ad Esztergom, antica sede della millenaria Arcidiocesi. Lì i frati paolini di Częstochowa celebreranno i 750 anni della morte del loro fondatore, il Beato Eusebio (Özséb), canonico di Esztergom. Tra le messe celebrate ogni giorno nelle diverse parrocchie di Budapest ci sarà anche quella in lingua “lovari”, ossia la lingua dei rom, il cui testo è stato ultimato di recente. Nella Basilica concattedrale di S. Stefano si svolgerà la celebrazione in rito orientale a testimonianza dei “due polmoni” della Chiesa in Ungheria.

Le sere saranno dedicate alla cultura. Ci sarà modo di conoscere la capitale ungherese ma anche di partecipare ai diversi eventi della settimana dedicata all’arte sacra (Ars Sacra Fesztivál), organizzata ogni settembre a Budapest. Da segnalare il concerto del Coro del Patriarcato di Mosca, quello della “Orchestra Zigana dei 100” e la mostra sulle attività caritative della Chiesa ungherese.

Il 17 settembre, nella piazza della Basilica, ci sarà l’incontro di preghiera dei movimenti e le comunità ecclesiali, il 18 settembre l’incontro dei giovani nello Stadio “Ferenc Puskás”, e il 19 settembre l’incontro mondiale dei Cursillos.

Il pomeriggio del 19 settembre la S. Messa verrà celebrata a Piazza Kossuth, davanti al Parlamento, in presenza delle più importanti reliquie del Paese: la Sacra Corona e la Sacra Destra di Re Stefano d’Ungheria. In seguito, una processione con le fiaccole si snoderà per le vie della città fino alla Piazza degli Eroi dove, il poi la mattina del 20 settembre ci sarà la S. Messa conclusiva celebrata dal Legato pontificio. A questo riguardo il Card. Erdő ci teneva a precisare che Papa Francesco è stato invitato al Congresso Eucaristico e che “per il momento non ha detto di no…”.
L'Ambasciatore d'Ungheria Eduard Habsburg-Lothringen è membro
del Comitato d'onore del Congresso Eucaristico di Budapest
(Foto: NEK2020)

mercoledì 10 aprile 2019

Good partners for the countries of the Arab world, while strengthening our own cultural, Christian and European identity - Hungarian PM Orbán at the Avicenna Institute of Middle Eastern Studies


Hungarian Prime Minister Viktor Orbán inaugurated on April 9 at Piliscsaba (Hungary), the new headquarters of the Avicenna Institute of Middle Eastern Studies, led by Prof Miklós Maróth. Here is an excerpt of his address; the whole text is available on the Government’s website.

Hungarians are known as the most western people of the East. I should talk about how much evidence there is for this: in words of Iranian and Turkish origin in our language; in our cuisine; in our folk motifs; in our literature and our music. I should say that a thousand years ago we Hungarians chose to belong to the West, but without forgetting our Eastern origins. We are proud of this, and so we are researching and nurturing these roots. (…) I should also talk about the importance of Islamic culture. It is a civilisation which is more than a thousand years old, and which has made invaluable cultural and scientific contributions to the world – for example in mathematics and medicine – which are worthy of the highest respect. Its most famous representative was Avicenna. All this commands respect, and we Hungarians look on this culture with respect. It was not by chance, therefore, that during the first civic government – from 1998 to 2002 – we created the Avicenna Foundation for Middle Eastern Studies, to research our eastern roots and the Middle East region. (…)

martedì 9 aprile 2019

Invito / Messa in memoria del Venerabile Card. Mindszenty / 9 maggio 2019



La Comunità degli ungheresi di Roma

insieme con

l’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede
l’Ambasciata d’Ungheria presso il Quirinale,
l’Accademia d’Ungheria in Roma
il Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese,
il Pontificio Collegio Germanico–Ungarico
la Fondazione di Santo Stefano d’Ungheria,
hanno l’onore di invitare la S.V. alla

 
solenne concelebrazione eucaristica

presieduta da Sua Eminenza Reverendissima
Card. Angelo Amato
Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi

in occasione del 44o anniversario della morte del Venerabile Servo di Dio


Card. József Mindszenty


nella Chiesa di Santo Stefano Rotondo al Celio
Giovedì, 9 maggio 2019, alle ore 18.00

con il “Piccolo Coro di S. Francesco” dei bambini orfani della Transilvania


mercoledì 3 aprile 2019

Invito - Stabat Mater di Pergolesi e messa stazionale a S. Stefano Rotondo



MUSICA QUARESIMALE

 NELLA BASILICA DI SANTO STEFANO ROTONDO

(VIA SANTO STEFANO ROTONDO 7, ROMA 00184)

VENERDÌ 12 APRILE 2019, ORE 18

DOPO LA SANTA MESSA STAZIONALE DELLE 17.

 

PERGOLESI: STABAT MATER

 

Con la partecipazione di:

HYUN SU SEO – SOPRANO

BARBARA SZABÓ – ALTO

SOSSIO CAPASSO – ORGANO

INGRESSO GRATUITO.
SI RICEVONO VOLENTIERI DONAZIONI PER IL
RESTAURO DEL TETTO DELLA
BASILICA DI SANTA BALBINA.
(Chiesa titolare di S.Em. il Card. Péter Erdő)

 
Si ringraziano:

Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede,
Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese
Comunità degli ungheresi di Roma,
Pontificio Collegio Germanico-Ungarico,
Radio Vaticana