lunedì 28 novembre 2016

I cristiani sono il gruppo più perseguitato ma di loro si parla di meno


Visita in Vaticano del Sottosegretariato ungherese per la protezione e per il soccorso dei cristiani perseguitati

(a cura del Programma Ungherese della Radio Vaticana - Márta Vertse e P. László Vértesaljai SJ)

 

Visita ufficiale in Vaticano

Il 23 novembre Bence Rétvári, segretario di stato parlamentare del Ministero delle Risorse Umane e Tamás Török, vice-segretario di stato del Sottosegretariato per la protezione e per il soccorso dei cristiani perseguitati sono stati ricevuti in Vaticano da S. E. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. All’incontro ha partecipato anche Mons. Joseph Murphy, referente degli affari ungheresi. La delegazione ungherese poi si è incontrata con S. Em. Card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e, nella sede del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, con Mons. Silvano Maria Tomasi segretario del dicastero.

I due segretari di stato in un’intervista rilasciata alla sezione ungherese della Radio Vaticana hanno spiegato l’iniziativa del governo del loro paese.
L'On. Rétvári e il Dott. Török alla Radio Vaticana con P. Vértesaljai SJ
(foto: RV)
 
Il motivo della creazione di un Sottosegretariato per la difesa dei Cristiani nel mondo

La decisione di creare un Sottosegretariato per la difesa dei Cristiani nel mondo giunge dopo la consueta riunione dei parlamentari cristiani europei e i rappresentanti cristiani mediorientali tenutasi recentemente vicino a Roma. Alla conferenza ha partecipato una delegazione governativa guidata dal Primo Ministro ungherese Viktor Orbán. Della delegazione faceva parte anche Zoltán Balog, Ministro delle Risorse Umane. Alla riunione si sono susseguite le testimonianze dei leader religiosi e fedeli laici cristiani provenienti dal Medio Oriente, dalla Corea del Nord e dall’Africa Settentrionale e Centrale. Il breve incontro ha evidenziato la drammaticità e la misura gigantesca della persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo, quindi il governo ungherese ha ritenuto opportuno di istituire un ufficio che richiami l’attenzione sul problema.

È vero che già nel 2011, cioè prima della crisi migratoria, quando l’Ungheria ha detenuto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, la persecuzione dei cristiani è stata inserita tra i temi principali della sua agenda.
La delegazione ungherese ricevuta in Segreteria di Stato
da S.E. Mons. Paul R. Gallagher e Mons. Joseph Murphy
 
I cristiani rappresentano il gruppo più perseguitato nel mondo

L’On. Bence Rétvári, segretario di stato ha rilevato che attualmente i cristiani rappresentano il gruppo più perseguitato nel mondo. L’Ungheria è un paese di tradizione, di cultura e di religione cristiana. Per questo motivo ritiene il suo dovere di aiutare queste persone. Si tratta di centinaia di milioni di vite umane. Non si tratta di un’esagerazione – questa è la cruda verità – ha sottolineato il politico. Ogni giorno, ogni ora, uomini, donne i bambini muoiono in tutto il mondo solo per il motivo di essere cristiani e non i seguaci di un’altra religione.

L’Ungheria ritiene suo dovere morale di richiamare l’attenzione del mondo alla persecuzione che queste persone devono subire nel 21mo secolo, che in Europa nessuno potrebbe neanche immaginare. Vogliamo che questo problema non sia trattato solamente da gruppi e organizzazioni civili, associazioni, non solo loro rappresentino la questione nell’ONU, nel Consiglio d’Europa, ma anche da uno stato membro. L’Ungheria vuole essere promotrice di quest’impegno, con centro a Budapest, da dove potrebbero irradiarsi le informazioni sulle grandi dimensioni della persecuzione dei cristiani nelle diverse parti del mondo.

… e di loro si parla di meno in assoluto

Diciamo spesso che le porte del mondo si sono spalancate, nell’epoca dell’internet l’informazione è libera. Questo è vero solo in parte. Le notizie sul fatto più grave, sulla persecuzione più grande non arrivano quasi mai. Questa è la nostra missione, il nostro compito: dobbiamo ristabilire l’equilibrio. I cristiani sono il gruppo più perseguitato e di loro si parla di meno in assoluto. Di gruppi molto meno numerosi ne parliamo molto di più: nascono dichiarazioni ufficiali, documenti ideologici che parlano di discriminazione legale, di svantaggio giuridico. Qui non si tratta di discriminazione legale ma di pericolo di vita che precede ogni altro pericolo. In Europa bisogna finalmente accettare che in molti luoghi del mondo cristiani soffrono a causa delle persecuzioni. Non possiamo chiudere gli occhi perché questo può costare la vita di migliaia di persone.

Dobbiamo aiutare le comunità cristiane a poter restare nel loro paese

Dobbiamo aiutare le persone che veramente sono vittime di persecuzioni, che fuggono veramente dal pericolo di morte, che vivono in zone di guerra. Dobbiamo aiutare le comunità cristiane a poter restare nel loro paese dove sono presenti da duemila anni e a poter vivere secondo la loro religione. Che non sia possibile in nessun paese punire con la pena di morte una persona che si converte dall’islam al cristianesimo, non sia perseguibile chi detiene a casa una Bibbia, non siano distrutte chiese e scuole cristiane. L’Ungheria conta di avere alleati in questo campo.

Sia riconosciuto: La crisi attuale del Medio Oriente creata dal sedicente Stato Islamico è un genocidio!

Dobbiamo muoverci in due direzioni. Da una parte richiamare l’attenzione tramite tutti i mezzi di comunicazione al fenomeno grave della persecuzione, dall’altra parte dobbiamo mettere in pratica le affermazioni del documento di base discusso recentemente nel parlamento ungherese (vedi testo .pdf) che senza riserve afferma: la crisi attuale del Medio Oriente creata dal sedicente Stato Islamico è un genocidio, crimine contro l’umanità. La Corte Penale Internazionale deve agire contro chi commette questi crimini feroci, deve punire gli ideatori e perpetratori di questo sistema disumano.

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