La comunità ungherese di
Roma è solita celebrare la festa di S. Maria Magna Domina Hungarorum, cui è intitolata la cappella ungherese
delle Grotte Vaticane, consacrata da San Giovanni Paolo II nel 1980. Tale
cappella rappresenta per gli ungheresi di tutto il mondo un importante punto di
comunione spirituale e di vicinanza con il Successore di Pietro, come è
dimostrato anche dall’assidua presenza dei pellegrini alle celebrazioni nella
cappella.
Quest’anno l’8 ottobre,
alle ore 11, Mons. Ferenc Palánki, vescovo di Debrecen-Nyíregyháza (Ungheria nord-orientale)
celebrerà la Santa Messa all’Altare della Cattedra nella Basilica vaticana in
onore della Madonna. Circa 400 pellegrini ungheresi della Transilvania
giungeranno in Vaticano per solennizzare la celebrazione con dei bellissimi canti
mariani.
Si tratta, infatti, dei
cori parrocchiali riuniti di una dozzina di paesi di lingua ungherese (siculi/székely)
della regione di Felcsík (Transilvania/Romania). Sono due gli anniversari che
hanno motivato il loro pellegrinaggio alla Tomba di Pietro.
Il primo è la festa
della Magna Domina Hungarorum cui
sono molto devoti: proprio nella loro regione si erge il celeberrimo Santuario
di Csíksomlyó, ogni anno meta di centinaia di migliaia di pellegrini (soprattutto
a Pentecoste). Quest’anno poi si commemorano i 980 anni di quel gesto con cui Re
Santo Stefano d’Ungheria dedicò la sua corona, il Paese e il popolo ungherese alla
Vergine Maria. Il secondo motivo è rappresentato dalla loro devozione al Servo
di Dio Áron Márton, del quale ricorre l’80esimo anniversario della nomina a
vescovo di Transilvania (Alba Iulia). Egli nacque a Csíkszentdomokos, uno dei
paesi di origine dei cori, e la sua causa di beatificazione è attualmente in
corso.
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