venerdì 1 dicembre 2017

Un volume racconta il Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese


È stato presentato dal Cardinale Péter Erdő lo scorso 15 novembre, il volume sul Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese in Urbe, scritto dal suo attuale rettore, lo storico Mons. Tamás Tóth. In occasione dell’evento, l’Istituto che funge da collegio sacerdotale, facente capo alla Conferenza Episcopale Ungherese, ha aperto le sue porte al pubblico. Il volume edito in lingua italiana e ungherese presenta numerosi documenti e fotografie finora mai pubblicate nonché la lista degli ex-alunni dell’Istituto.
Presentazione del libro con il Card. Erdő e Mons. Tóth
La sede dell’Istituto, che ospita dei sacerdoti ungheresi durante i loro studi post-graduali a Roma, risale al 1927, quando lo Stato ungherese acquisì il Palazzo Falconieri a Via Giulia per stabilirvi l’Accademia d’Ungheria. Dell’istituto di cultura ungherese faceva parte una “sezione ecclesiastica”, la quale si rese poi autonoma nel 1940, per iniziativa del Cardinale Jusztinián Serédi Primate d’Ungheria, con decreto della Santa Sede.

I momenti storici più significativi dell’Istituto sono stati presentati dal Cardinale Péter Erdő, attuale Primate d’Ungheria e Arcivescovo di Esztergom-Budapest nonché ex-alunno dell’Istituto, sottolineando come la presenza della Chiesa ungherese a Roma fosse continua sin dalla fondazione dello stato ungherese. Una continuità interrotta persino durante il comunismo grazie proprio all’esistenza dell’Istituto, gestito da ecclesiastici ungheresi in esilio, che ha anche avuto un ruolo fondamentale nell’accoglienza dei profughi ungheresi dopo il 1956.

Il cambiamento arrivò nel 1964 con l’intesa semplice tra Ungheria e Santa Sede, quando la direzione dell’Istituto fu delegata alla Conferenza Episcopale Ungherese permettendo così l’arrivo dei sacerdoti borsisti direttamente dell’Ungheria. Ciò ha aiutato in modo notevole la Chiesa in Ungheria ad essere al passo con i tempi, di mantenere una certa apertura verso il resto del mondo da oltre cortina.
Lapide commemorativa a Palazzo Falconieri


Il Card. Péter Erdő ha ricordato i suoi anni trascorsi a Roma da studente negli anni ’70, sottolineando che per i sacerdoti ungheresi, ancora oggi, studiare a Roma significa un’apertura unica verso la cultura internazionale e un’opportunità singolare di costruire dei rapporti con i professori e studenti di tutto il mondo. Mons. Tamás Tóth, Rettore dell’Istituto e autore del volume ha presentato la vita attuale dell’Istituto fa parte anche della rete internazionale dei collegi ecclesiastici romani.

Dopo la presentazione, per la prima volta nella sua storia, l’Istituto Pontificio Ecclesiastico Ungherese ha aperto le sue porte al pubblico dando la possibilità di visitare anche la cappella, con gli affreschi di Péter Prokop e le vetrate di János Hajnal.
La Cappella dell'Istituto con gli affreschi di Prokop e le vetrate di Hajnal

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