lunedì 1 giugno 2020

Santuario di Csíksomlyó – celebrato il primo anniversario della visita di Papa Francesco


Il 1 giugno ricorre il primo anniversario della visita di Papa Francesco al Santuario di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc in Transilvania, Romania). Un anno fa la visita di Papa Francesco e l’annuale Perdonanza di Pentecoste ha riempito la vasta sella del monte di Csíksomlyó ben due volte nell’arco di otto giorni, con oltre 100 mila fedeli. È stato un anno davvero speciale per gli ungheresi della Transilvania, e non solo. Quest’anno è pure speciale, ma per un motivo ben diverso: a causa delle limitazioni dovute alla pandemia, le celebrazioni sia dell’anniversario che della Perdonanza si sono svolte con poche presenze, all’interno della Basilica del Santuario.
Un anno fa a commentare la S. Messa del papa su Vatican News è stato Mons. Gergely Kovács, allora Capo Ufficio del Pontificio Consiglio della Cultura. Oggi, invece, è stato proprio lui a celebrarne l’anniversario a Csíksomlyó. Infatti, nominato nuovo Arcivescovo di Gyulafehérvár/Alba Iulia la vigilia di Natale 2019, Mons. Kovács è stato consacrato vescovo lo scorso 22 febbraio, nella Cattedrale della sua diocesi dal Cardinale Gianfranco Ravasi.
Celebrazione in ricordo della visita di Papa Francesco al Santuario di Csíksomlyó (foto: romkat.ro)
La Santa Messa di ringraziamento per l’anniversario della visita del Santo Padre è stata celebrata nella Basilica di Csíksomlyó, ai piedi della monumentale statua della Madonna, la quale, da un anno, è ornata dalla speciale Rosa d’Oro, donata da Papa Francesco. Oggi nella sua omelia l’Arcivescovo Kovács si è interrogato sui frutti della visita del papa maturati durante l’anno trascorso:
Camminiamo insieme - il motto della visita del papa in Romania
in versone ungherese sulla casula papale di Csíksomlyó
“Personalmente io mi propongo di realizzare due delle esortazioni contenuti nell’omelia del papa pronunciata a Csíksomlyó. Il primo è il ‘camminare insieme’. Sì, camminiamo insieme e cominciamo a farlo tra di noi, prima di tutto nella nostra arcidiocesi: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici. Camminiamo tutti insieme! Come ci aveva esortati anche il vescovo Áron Márton di venerata memoria: ‘Dobbiamo imparare di impegnarci gli uni per gli altri e di lavorare insieme’. L’altra esortazione di papa Francesco, che sento sempre più mia, è quanto abbiamo sentito alla fine dell’omelia: ‘chi rischia, il Signore non lo delude!’ Non dobbiamo essere temerari, né essere irresponsabili, ma piuttosto dobbiamo osare di rischiare, di uscire dalle nostre comodità, osiamo uscire, rischiare, abbandonare l’atteggiamento del ‘si è sempre fatto così’. Apriamo piuttosto le finestre al vento dello Spirito Santo che ci pervade.”
Il labaro, simbolo del Santuario di Csíksomlyó, portato in processione prima della S. Messa
celebrata quest'anno nella basilica del santuario (foto: romkat.ro)
Sempre al santuario mariano di Csíksomlyó, così caro agli ungheresi, ha avuto luogo due giorni fa l’annuale festa della Perdonanza di Pentecoste. Una ricorrenza normalmente celebrata nella sella del monte che sovrasta il santuario e che attira oltre centomila fedeli dalla Transilvania e dall’Ungheria, ma anche da diversi altri paesi. A presiedere la liturgia, all’interno della Basilica, è stato sempre il nuovo Arcivescovo, Mons. Gergely Kovács, il quale nella sua omelia ha fatto riferimento al significato dell’attuale situazione particolare:
“Pellegrinare e stare insieme: sono proprio questi due elementi che mancano dalla nostra festa di quest’anno, in seguito ai provvedimenti a causa dell’epidemia da coronavirus. Ma come si può festeggiare così? – sono stati in tanti a porre la questione. (…) Ma ne siete certi che tutto questo sia un male? Il buon Dio non vuole mai del male al suo popolo! (…) Più volte nella storia il nostro popolo poteva sentirsi abbandonato da Dio, credere che Egli gli avesse nascosto il Suo volto. Rievocando queste occasioni ed eventi spesso siamo tentati di piangere, di lamentarci, siamo tentati da un sentimento di lutto profondo. E allora mi
La Rosa d'Oro di
Csíksomlyó
vengono in mente le parole di Papa Francesco, pronunciate un anno fa qui a Csíksomlyó. ‘Le complesse e tristi vicende del passato non vanno dimenticate o negate’, ha detto, ma ci ha anche esortati ad agire per il futuro ‘chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione’. Certo, è strana e inusuale l’odierna celebrazione. Ma vorrei porre nuovamente la domanda: Ma ne siete certi che tutto ciò sia un male? Durante l’epidemia da coronavirus ci siamo spesso detti che adesso tante cose vanno rivalutate… Abbiamo potuto imparare cos’è che veramente conta, cosa è veramente preziosa e duratura. Ne sono convinto che sia proprio ciò che succede anche con la Perdonanza del sabato di Pentecoste di Csíksomlyó. La pandemia ci riconduce all’essenziale, al nocciolo della festa. (…) Non dobbiamo dimenticare che il Signore della storia è Dio che ci vuole sempre del bene. Dobbiamo caricarci della comunione e credere che la Vergine Maria, la Donna vestita di sole ci aiuterà. Adesso non siamo potuti venire qui in pellegrinaggio, fisicamente non possiamo stare insieme, ma niente e nessuno potrà toglierci l’attaccamento filiale alla Vergine Maria.”
Stemma di Mons. Gergely Kovács,
Arcivescovo di Gyulafehérvár/Alba Iulia
Mostra virtuale sulla visita del Santo Padre a Csíksomlyó (con sottotitoli in inglese):



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