sabato 1 giugno 2019

Papa Francesco a Csíksomlyó – una Rosa d’Oro nel “Giardino della Madre di Dio”


Nella suggestiva cornice naturale del Santuario di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), il Santo Padre ha celebrato oggi la S. Messa, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, soprattutto ungheresi.

Papa Francesco consegna la Rosa d'Oro alla Madonna di Csíksomlyó
(foto: P. Cirill Hortobágyi OSB)
La monumentale statua lignea della Vergine di Csíksomlyó per l’occasione è stata trasportata dalla chiesa dei francescani all’Altare dei Tre Colli nella Sella del Monte Somlyó. Papa Francesco l’ha voluta insignire della Rosa d’Oro, speciale onorificenza dei pontefici riservata ai più celebri santuari del mondo. Un gesto molto significativo che rafforza i legami con la Sede Apostolica di questo luogo sacro. Una Rosa d’Oro papale “piantata” in uno dei punti più belli del “Giardino della Madre di Dio”.

Consegna della Rosa d'Oro
(foto: Mons. Tamás Tóth)
La pioggia e la nebbia del mattino non hanno scoraggiato i pellegrini venuti dalle varie località della Transilvania, ma anche dall’Ungheria. Un migliaio di quest’ultimi sono arrivati con un treno speciale di 17 carrozze (lunga in tutto 426 metri), accompagnato da diversi vescovi ungheresi.

Le presenze ungheresi includevano, oltre ai membri della Conferenza Episcopale Ungherese, il Presidente dell’Ungheria János Áder, il Vice Primo Ministro Zsolt Semjén, nonché diversi sottosegretari e parlamentari, del resto abituali frequentatori del Santuario di Csíksomlyó. Hanno portato al S. Padre un album sui santi ungheresi, alcuni dei quali molto venerati proprio in Transilvania.

Tra questi santi spicca la figura di Re San Ladislao d’Ungheria, che alla fine dell’XI secolo ha consolidato il cristianesimo in Ungheria. Una sua reliquia è stata portata dai pellegrini a Csíksomlyó ed esposta accanto alla statua votiva della Vergine durante la messa papale.

Omelia di Papa Francesco a Csíksomlyó (foto: Norbert Nagy)
L’omelia è stata tradotta sia in romeno che in ungherese. All’offertorio i doni sono stati portati dal Papa dai bambini, vestiti in costume tradizionale székely (siculo), scelti tra gli orfani accolti da Fra’ Csaba Böjte, il frate ungherese della Transilvania, famoso per il suo impegno per i bambini che è stato recentemente ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. Questa volta, a Csíksomlyó, Fra’ Csaba ha voluto regalare al Santo Padre una copia della statua di Gesù Bambino, cinto della Corona di S. Stefano, molto venerato dai bambini ed il cui vestito è stato preparato da loro stessi.

Fra' Csaba Böjte e i bambini in costume siculo con la Madonna di Csíksomlyó
(foto: P. Cirill Hortobágyi OSB)
Tra i canti della celebrazione figurava l’antifona “Tota Pulchra es Maria”, in versione ungherese, che nell’ambito del pellegrinaggio di Pentecoste viene sempre cantata durante la processione sul Monte Somlyó. Per la comunione, invece, è stato intonato il famoso inno del Congresso Eucaristico di Budapest del 1938.

Fedeli radunati per la messa papale nella Sella del Monte Somlyó
Al termine della celebrazione è stato cantato il “Himnusz”, inno di tutti gli ungheresi e anche inno nazionale dell’Ungheria. Si tratta di un inno, composto nella prima metà dell’ottocento, quando ancora gli ungheresi non erano divisi dalle frontiere, e che non acclama un paese o uno stato ma invoca la benedizione e la misericordia di Dio sugli ungheresi. È usanza consolidata cantarlo dopo la messa in quanto ha un carattere religioso (inizia con le parole “Dio, benedici gli ungheresi”). Dopo la messa i fedeli hanno intonato anche il tradizionale Inno dei Székely (“Chissà per quali vie porta il destino…”) mentre all’arrivo del Papa è stato cantato l’antico canto dei pellegrini di Csíksomlyó (“O, mio dolce Dio, Protettore ed aiuto…”).

Attestato del "regalo verde"
a Papa Francesco (foto: pontifex.ro)
Il Papa ha consegnato un calice a Mons. György Jakubinyi, Arcivescovo di Alba Iulia/Gyulafehérvár, il quale l’ha ricambiato con il dipinto “Dove cielo e terra s’incontrano” del pittore locale Géza Xantus. Al Santo Padre è stata simbolicamente consegnata anche la “foresta”, composta dagli alberi piantumati dappertutto in Transilvania in onore della sua visita da parrocchie e istituzioni.

Rosa d'Oro di Csíksomlyó
(foto: S. Sede)
Infine, Mons. György Jakubinyi ha rivolto un indirizzo di ringraziamento al Santo Padre, esprimendo la gioia dei suoi fedeli per il fatto che Papa Francesco sia venuto a compiere la promessa fatta vent’anni prima da S. Giovanni Paolo II. A nome dei fedeli e dei Vescovi “delle quattro Diocesi romano-cattoliche transilvane a maggioranza ungherese-sicula: Alba Iulia, Oradea Mare, Satu Mare e Timișoara” ha chiesto a Papa Francesco “di aiutarci ad inserirci di più nel flusso vitale della Chiesa Universale”.
(Per un dossier plurilingue sulle diocesi della Transilvania vedasi il sito pontifex.ro)

"Dove cielo e terra si incontrano" - dipinto di G. Xantus regalato al Papa
rappresenta i fedeli in pellegrinaggio verso la Vergine di Csíksomlyó
(foto: Hargita Népe)

Nessun commento:

Posta un commento