lunedì 18 gennaio 2016

La santa dell’Isola: memoria di S. Margherita d’Ungheria

Messa all’aperto a metà gennaio, sull’Isola Margherita a Budapest. Una tradizione che dal 1979 vede l’arcivescovo di Esztergom celebrare la memoria liturgica di S. Margherita d’Ungheria (18 gennaio) nel luogo ad essa dedicato. Anche con il gelo ed, eventualmente, la neve i fedeli, tra i quali gli alunni delle scuole primarie cattoliche della capitale, si radunano tra le rovine dell’antico convento delle domenicane, dove la santa visse e fu sepolta, nel 1270. Per l’occasione viene esposta ogni anno alla venerazione dei fedeli il cilicio, una delle poche reliquie di S. Margherita che si salvò nelle peripezie della storia ungherese.
Dame dell'Ordine del S. Sepolcro fanno
la guardia d'onore al Cilicio di S. Margherita
(foto: Lambert Attila/Magyar Kurír) 
 
Santa Margherita (1242-1270) fu figlia di Béla IV re d’Ungheria (1235-1270) che la offrì al Signore in voto per la liberazione del Paese dal flagello dell’invasione dei tartari (mongoli) del 1241. Educata sin da bambina dalle suore domenicane, Margherita aderì però di sua scelta alla vocazione religiosa, offrendo la sua vita come espiazione per il suo Paese. Fu così, che in ben tre occasioni rifiutasse di uscire dal convento per sposare, quale suggello di alleanze politiche, tre diversi sovrani potenti dell’epoca: il principe polacco, il re di Boemia ed il re di Napoli. Quest’ultimo fu Carlo I d’Angiò, il cui figlio ebbe, più tardi, come sposa una nipote di Margheria, Maria d’Ungheria, la quale ebbe un ruolo importante nella diffusione del culto dei santi ungheresi in Italia. La famiglia di S. Margherita, la Casa d’Árpád diede, infatti, una folta schiera di santi alla Chiesa: basta ricordare le due sorelle di lei: S. Kinga (Cunegonda) e B. Iolanda, nonché la loro zia, S. Elisabetta d’Ungheria.
Margheria fu canonizzata da papa Pio XII, nel 1943, il quale ebbe a conoscerla in occasione della sua visita a Budapest come legato pontificio per il Congresso Eucaristico Internazionale del 1938 (vedi la lettera decretale „Maxima inter munera”). Eloquenti le sue parole scritte per l’occasione:
Non è forse il disprezzo delle grandezze umane e delle comodità materiali di Margherita, figlia di re, una grande lezione per anime meno elevate della sua? E chi ardirebbe affermare che il mondo non aveva allora bisogno, che non ha anche oggidì bisogno di una tale lezione, che lo faccia arrossire e vergognare del culto immoderato della carne, della brama dei piaceri, della immodestia nell'abbigliamento, della ricerca della stima e delle lodi?”



Messa tra le rovine del convento di S. Margherita
(foto: Lambert Attila/Magyar Kurír)
Dall’omelia pronunciata dal Cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e Primate d’Ungheria domenica 17 gennaio 2016 sull’Isola Margherita:
„Santa Margherita visse la sua vita nell’attesa ardente dell’incontro con Cristo. Per l’uomo d’oggi può forse sembrare spaventoso il rigore delle mortificazioni che la tradizione ci tramandò di lei. Eppure la principessa Margherita non odiò la vita e il mondo. Rinunciò alle bellezze della vita terrena non come una persona disgustata e amareggiata, non fu alla depressione che essa si lasciò andare. Santa Margherita amò Cristo fino all’estasi. Fu questa che la portò a compiere opere inusuali. (…) Fu per amore di Gesù che essa pregava e faceva penitenza, compiva i servizi più umili. È per Suo amore che s’interessò della sorte della sua famiglia e di quella del Paese. Fu per questo che tentò di riconciliare suo padre e suo fratello (ndr.: re Béla IV ed il futuro re Stefano V), di pacificare la distruttiva guerra civile. (…) In un’epoca segnata dalla stanchezza, abbiamo anche oggi bisogno della spiritualità domenicana e, in essa, dell’esempio di Santa Margherita. Sono dei gesti nobili, altruisti e generosi, infatti, che Dio si aspetta da noi, ma li aspettano anche il nostro ambiente, il nostro popolo, la nostra Chiesa. Li dobbiamo per la nostra stessa umanità, la nostra dignità personale e la nostra identità di cristiani cattolici.”
Oggi l’Isola Margherita (vedi qui una interessante descrizione) è una delle mete turistiche più attrattive della capitale ungherese, divenuto un bellissimo parco in mezzo al Danubio, grazie all’opera dell’Arciduca Giuseppe, palatino d’Ungheria e capostipite del ramo ungherese della famiglia d’Asburgo-Lorena. Ma è anche un santuario a cielo aperto, crocevia di pellegrinaggi in mezzo alla capitale di quella Ungheria per la quale Margherita volle pregare prima sulla terra e ora nel cielo.

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