È stata
celebrata dal Card. Stanislaw Rylko, sulla tomba di San Giovanni Paolo II, il
24 aprile, la S. Messa in onore di Sant’Adalberto vescovo e martire. Alla
liturgia, quest’anno promossa dall’Ambasciata di Polonia presso la S. Sede, hanno
concelebrato sacerdoti dei diversi paesi dell’Europa centrale, e hanno
assistito i capi missione dei Paesi del „Gruppo di Visegrád”, Polonia, Repubblica
Ceca, Slovacchia e Ungheria.
Adalberto
può essere considerato, infatti, un santo comune dei Paesi di Visegrád: nacque
in Boemia e divenne vescovo di Praga, battezzò il futuro Santo Stefano re d’Ungheria
(il quale poi gli dedicò la prima cattedrale del suo regno ad Esztergom) e subì
il martirio nel territorio della Polonia, e la sua tomba si trova a Gniezno. Per
un periodo visse come benedettino a Roma, presso Sant’Alessio e Bonifacio, sull’Aventino,
mentre la Basilica di San Bartolomeo all’Isola oggi ne conserva alcune reliquie.
Il Card. Rylko alla messa di S. Adalberto |
Il
Cardinal Rylko ha rievocato l’omelia pronunciata da papa Giovanni Paolo II
proprio a Gniezno, nel 1979: „Non vuole forse Cristo, non dispone forse lo Spirito Santo, che questo Papa
– il quale porta nel suo animo profondamente impressa la storia della propria
nazione dai suoi stessi inizi, ed anche la storia dei popoli fratelli e
limitrofi – manifesti e confermi, in modo particolare, nella nostra epoca la
loro presenza nella Chiesa e il loro peculiare contributo alla storia della
cristianità? (…) Non vuole forse Cristo, non dispone forse lo Spirito Santo,
che questo Papa polacco, Papa slavo, proprio ora manifesti l’unità spirituale
dell’Europa cristiana?”
Proseguendo,
il Cardinale ha affermato che mentre oggi sono tanti i profeti di sventura e
pochi quelli della speranza, i paesi dell’Europa Centrale potrebbero aiutare l’Europa
a riscoprire le proprie radici cristiane.
Anche
per rispondere all’appello, pronunciato nel 1982 a Compostela da Giovanni Paolo
II: “Grido con amore
a te, antica Europa: Ritrova te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini.
Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso
gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri continenti.
Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima di pieno rispetto verso le
altre religioni e le genuine libertà. Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a
Dio ciò che è di Dio. Non inorgoglirti delle tue conquiste fino a dimenticare
le loro possibili conseguenze negative; non deprimerti per la perdita
quantitativa della tua grandezza nel mondo o per le crisi sociali e culturali
che ti percorrono. Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso
per il mondo.”
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