venerdì 8 aprile 2016

Le chiese delle “nazioni” a Roma


Indirizzo di saluto
al Convegno internazionale „Chiese e nationes a Roma sotto il potere temporale dei papi” (Accademia d’Ungheria, 8 aprile 2016)

 


Roma est patria omnium fuitque” – si legge nella Chiesa di Santo Stefano Rotondo sul sepolcro di János Lázói penitenziere apostolico ungherese del XVI secolo. Si tratta della chiesa che noi ungheresi consideriamo come la nostra chiesa nazionale.

Senza dubbio però tale motto esprime bene i sentimenti di molti cristiani forestieri che, giunti a Roma, vi si trovano a casa. E potremmo dire che quasi tutte le nazioni di tradizione cristiana hanno voluto essere presenti nella Città Eterna in modo stabile e organizzato. Le chiese nazionali sono proprio una delle forme più comuni ed evidenti di questa presenza.

Senza voler pregiudicare i lavori del convegno, per quanto riguarda una eventuale definizione delle “chiese nazionali”, forse possiamo affermare che non sia del tutto fuori luogo compararle, per certi versi, alle nostre odierne rappresentanze diplomatiche e consolari. Accanto alle chiese, infatti, di solito sorsero anche gli ospizi. I loro rettori avevano spesso il compito di rappresentare la data Nazione o Stato presso la Santa Sede. Ma anche quello di assistere i “cittadini” o connazionali che venivano a Roma, soprattutto se si trovavano in difficoltà.

Roma perciò divenne di nuovo Caput Mundi anche grazie a queste istituzioni, allo stesso tempo romane e nazionali dei vari popoli del mondo.

Anche a nome dell’Ambasciatore d’Ungheria Eduard Habsburg-Lothringen ringrazio sentitamente il Direttore Prof. Antal Molnár per questa iniziativa. Riteniamo di grande importanza che l’Accademia d’Ungheria abbia voluto in questi ultimi anni accentuare la sua attenzione ai temi scientifici e, soprattutto, alla storia della Chiesa. Sappiamo che proprio questo intento era all’origine di questo istituto, fondato da Mons. Vilmos Fraknói alla fine dell’Ottocento. Un istituto che ha cominciato la sua esistenza nell’edificio che oggi è sede dell’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede, erede a sua volta di parte delle funzioni delle chiese nazionali.
Márk Aurél Érszegi
primo consigliere dell'Ambasciata d'Ungheria presso la S. Sede

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