sabato 20 luglio 2019

L’Ungheria alla Conferenza ministeriale di Washington sulla libertà religiosa


“La persecuzione religiosa è divenuta una delle principali sfide di sicurezza al mondo” – ha affermato Péter Szijjártó, Ministro degli Affari Esteri e del Commercio all’incontro ministeriale di Washington sulla promozione della libertà religiosa. I numeri globali sono impressionanti: l’80% di quelli perseguitati per la loro religione sono cristiani, in tutto 245 milioni di persone, mentre solo l’anno scorso sono state 1200 le chiese cristiane attaccate o danneggiate.

Il Ministro Szijjártó a Washington (foto: Twitter)
Secondo il Ministro Szijjártó è deplorevole che le maggiori organizzazioni internazionali fossero poco inclini a parlare apertamente della persecuzione dei cristiani, come se l’odio contro i cristiani fosse l’ultima forma di pregiudizio accettabile. “Noi rigettiamo i discorsi del politicamente corretto – come lo è la pratica di nascondere la verità – e alziamo la voce a favore dei cristiani perseguitati. Perché se non lo facciamo noi, chi altro lo farà?” – ha detto il Ministro.

Inoltre, il Governo ungherese cerca di sostenere i cristiani perseguitati nel mondo, affinché possano esercitare il loro diritto primario a vivere in pace nella propria patria. In Siria, per esempio, contribuisce a finanziare il funzionamento di tre ospedali cattolici, nell’ambito del Programma “Ospedali Aperti”. Nel Libano, invece, ha sovvenzionato il restauro di 33 chiese. Negli ultimi anni l’Ungheria ha destinato circa 36,5 milioni di dollari al sostegno dei cristiani perseguitati.

All’incontro ministeriale ha partecipato anche il Segretario di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati Tristan Azbej, il quale ha illustrato i vari interventi del Governo ungherese. Questi, ha specificato, sono “esplicitamente, ma non esclusivamente” a favore dei cristiani.
Il Segretario Azbej a Washington (foto: Twitter)

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