martedì 6 novembre 2018

Commemorazione Grande Guerra a S. Maria dell’Anima– monito di impegnarsi per la pace


Nella ricorrenza del centenario della fine della Grande Guerra, la sera del 5 novembre, è stata celebrata una Santa Messa di suffragio per tutti i caduti nella Chiesa di Santa Maria dell’Anima. La chiesa romana, infatti, custodisce le spoglie di 456 soldati dell’esercito austro-ungarico, deceduti dei vari ospedali di Roma e dei comuni limitrofi.


Alla celebrazione, presieduta da Mons. Franz Xaver Brandmayr, Rettore del Pontificio Istituto di S. Maria dell’Anima, hanno concelebrato molti sacerdoti di diverse nazionalità, tra cui quelli del Pontificio Collegio Slovacco dei SS. Cirillo e Metodio e del Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese. Presenti diversi rappresentanti diplomatici accreditati presso la Santa Sede, inclusi quelli di Austria, Ungheria, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Svizzera, Olanda, Slovenia, Croazia, Serbia, Portogallo.

Nella sua omelia Mons. Brandmayr ha riflettuto sulle circostanze della I Guerra Mondiale, quando le forze negative hanno prevalso ovunque, quasi in modo inspiegabile, e alla fine del conflitto tutti risultavano sfiniti e indeboliti, sia i vinti che i vincitori. Oggi siamo tentati di pensare che non ci possa essere mai più guerra in fra i popoli in Europa. Tuttavia questo non è automatico – ha ammonito – ma bisogna lavorarci continuamente. Anche oggi, infatti, vi è molto discontento in Europa e molta gente pensa che prima sia stato meglio. Dobbiamo perciò impegnarci per la pace, anche sacrificando qualcosa, perché il sacrificio causato dalla guerra è sempre molto più grande di qualsiasi altro sacrificio. Dobbiamo perciò fare del nostro meglio per creare situazioni di pace per gli uomini, altrimenti le guerre arriveranno anche da noi – ha detto Mons. Brandmayr. San Paolo nella lettura della messa ci ha dato l’esempio, bello anche se difficile, di come dobbiamo impegnarci per la pace: nessuno cerchi solamente l’interesse proprio ma anche quello degli altri, considerando gli altri superiori a sé stesso. Dobbiamo quindi cercare di capire gli altri, e il vostro impegno di diplomatici – ha detto il celebrante rivolgendosi agli Ambasciatori presenti – è quello di capire gli altri e il loro pensiero. Non aiuta disprezzare chi la pensa diversamente, ma bisogna cercare di capire tutti con un sentimento di stima. È, infatti, la stima che conta tanto: chi non si sente stimato è portato all’aggressione, mentre un’atmosfera di stima apre la strada alla pace, alla convivenza che rende felici e da una nuova speranza – ha concluso Mons. Brandmayr.

Al termine del rito i celebranti e i rappresentanti diplomatici presenti si sono recati in processione nella cappella che sovrasta l’ossario dei caduti per una speciale preghiera di suffragio.

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