giovedì 15 giugno 2017

P. Boulad sui pericoli dell’islamizzazione

I presupposti della convivenza delle religioni in Medio Oriente e la problematica dell’islamizzazione è stato oggetto di una conferenza il gesuita P. Henri Boulad, recentemente diventato cittadino ungherese, presso l’Università Cattolica “Pázmány Péter” di Budapest.
Conferenza del P. Boulad S.I. a Budapest (foto: Magyar Kurír)
P. Boulad, attraverso la storia della sua famiglia, ha spiegato come l’Egitto era, nel passato, aperto verso i cristiani e come è diventato chiuso con l’arrivo del potere dei Fratelli Musulmani, un “superpotere” diffuso in più di 80 paesi. Ha inoltre ribadito che lo scopo dell’associazione secondo la sua opinione è quello di introdurre la legge islamica (Sharia) in tutto il mondo. Usano metodi “furbi” cercando di convincere i media e, quando non ci riescono, con l’uso della violenza.
Secondo P. Boulad, con le attuali tendenze fra trent’anni l’Europa sarà musulmana. L’immigrazione, il numero elevato di figli nelle famiglie musulmane e la conversione all’Islam sono i tre fattori tramite cui questa religione si sta diffondendo. Nei territori islamici il numero dei cristiani è diminuito moltissimo – ha sottolineato il gesuita. In Egitto 10 milioni di copti cercano di sopravvivere tra 95 milioni di musulmani, mentre in Libia, in Libano e in Iraq, dove all’inizio del secolo XX i cristiani erano il 20%, sono attualmente circa il 2%. In Turchia, all’inizio del 1900, un terzo della popolazione era cristiana, mentre oggi è lo 0,3%.
E come ci si può difendere dall’avanzata islamica? Secondo P. Boulad ci sarebbero due metodi: quello intellettuale del confronto e del dibattito, oppure quello delle armi. Da uomini civilizzati si dovrebbe scegliere il primo, ma nei giorni nostri l’ideologia del politicamente corretto rende quasi impossibile l’espressione della propria opinione in merito, bollando subito d’islamofobia chiunque parli dei pericoli dell’Islam. Per questo, ha affermato P. Boulad, attualmente in Europa è quasi impossibile usare gli argomenti razionali, quindi restano le armi.
P. Boulad ha ammesso la sua “islamofobia”, ossia il suo rifiuto di un sistema ideologico oppressivo che nega la libertà. Del quale i musulmani stessi sono le prime vittime, non per caso ormai anche nel mondo musulmano ci sono diverse proteste contro questa ideologia.
Secondo il padre gesuita, il dialogo cristiano-islamico non ottiene risultati ormai da 50 anni, poiché ci si limita a parlare di quello che l’altra parte vuole sentire e non si dice quello che si pensa veramente. Purtroppo il potere si trova dove c’è il capitale finanziario che, come “una mano invisibile”, governa l’UE, gli Stati Uniti, ma anche la Chiesa Cattolica – ha ribadito P. Boulad. L’Europa dovrebbe, invece, aprire gli occhi per evitare di divenire teatro di sanguinose guerre civili. In questo senso è profetico il Primo Ministro Viktor Orbán, ha dichiarato P. Boulad, poiché ha richiamato l’attenzione a un fenomeno del quale l’Europa, ma spesso anche la Chiesa Cattolica, non vuole rendersi conto. L’Europa, infatti, è giunta a un punto di svolta e bisogna decidere se sottomettersi o adottare un altro approccio verso il problema dell’islamizzazione.

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