(Da notare, inoltre, nello stesso numero di Radici Cristiane un'articolo interessante sulla rivoluzione del 1956 ed il ruolo del Card. Mindszenty: "Solo la Chiesa con la gente".)
* * *
Un Asburgo in Vaticano
L’Europa non è solamente
un grande supermercato, l’Europa indica una fede condivisa e valori comuni. A
ricordarlo, è Eduard Habsburg-Lothringen, ambasciatore d’Ungheria presso la
Santa Sede, osservatorio privilegiato per analizzare le dinamiche in essere. Ma
sulle maggiori urgenze – famiglia,
immigrazione,… – si elaborano strategie condivise o tutto potrebbe “saltare”… (a cura di Maddalena della Somaglia)
Ha presentato le sue
Lettere credenziali a papa Francesco durante l’udienza dello scorso 7 dicembre:
da quel momento Eduard Habsburg-Lothringen è divenuto ufficialmente
l’ambasciatore di Ungheria presso la Santa Sede.
Nato a Monaco di
Baviera, in Germania, 49 anni fa, è sposato e padre di sei figli: nella
migliore tradizione del Casato, la sua è una famiglia numerosa. Laureatosi in
Filosofia presso l’Università Cattolica di Eichstatt con una tesi su “La fine
del neotomismo”, ha conseguito un Master ed Dottorato nella stessa materia
presso l’Università “St. Thomas and
Albert the Great”. Conosce il tedesco, l’italiano, l’inglese, il francese,
l’ungherese, il latino e lo spagnolo.
È da sempre attivissimo
nel campo della comunicazione sia come produttore di cartoni animati, sia come sceneggiatore
per l’emittente Zdf e come attore e
scrittore nella serie Wo Grafen schlafen (“Dove dormono i Conti”), ma anche come
portavoce del Vescovo di St. Pölten e responsabile delle comunicazioni per la
sua Famiglia.
Ed ora questo nuovo,
prestigioso incarico…
Un Asburgo ambasciatore d’Ungheria: è quanto mai
significativo…
Per me rappresenta un “punto di partenza” per tanti motivi. Appartenendo
al ramo ungherese della Famiglia, mi sento in dovere di fare anch’io la mia
parte, come i miei antenati, come l’Arciduca Giuseppe Antonio Giovanni Battista
ad esempio, il Palatino d’Ungheria dal 1795 al 1847. Il fatto poi che la
sorella di mia moglie sia la sposa dell'ambasciatore d' Austria presso la Santa
Sede unisce felicemente tra loro i due grandi Paesi della Corona. Del resto, a caratterizzare
la Famiglia Asburgo e l'Ungheria è la fede cristiana: rappresentare pertanto un
Paese cristiano presso il Papa è un’esperienza bellissima.
Le radici spirituali, culturali e storiche dell'Ungheria
sono cristiane: perché c'è chi finge di dimenticare o di ignorarle?
Viviamo in un tempo in
cui è diventato “di moda” cancellare la presenza della religione dalla vita di
tutti i giorni e relegarla nella sfera del privato. Mi pare che l’ipotesi della
"libertà religiosa" sia sempre più divenuta in molti Stati una libertà
dalla religione. Nell’Unione europea
c’è chi comincia a chiedersi se non sia stato un errore ammettere quei “Paesi dell'Est, i cui valori non sono quelli
dell’Europa di oggi”, come ha scritto un commentatore tedesco: ritengo che,
al contrario, proprio “quei Paesi”, come l'Ungheria, con la fede cristiana ancora
vissuta nel quotidiano, rappresentino valori che, per secoli, sono stati e sono
ancora quelli dell'Europa, sebbene qua e là qualcuno stia cercando di farli
sparire.
Qualcuno forse non sa
reagire con la dovuta forza, laddove vengano lamentati problemi "con la
religione" o coi cittadini di confessioni non cristiane: entriamo qui nell’ambito
dell’integrazione. Mi pare che sia un problema gravissimo il fatto che, in tanti
Stati europei, da un paio di generazioni non si riesca, ad esempio, ad integrare
i cittadini musulmani. È necessario dare con urgenza una nuova svolta a tutto
questo: la Santa Sede rappresenta un contesto eccezionale in tal senso.
L’Ungheria è ancora oggi
un Paese profondamente cristiano, con una concezione tradizionale della
famiglia, della Patria e della società. Ma, va detto, colpisce notare come, nell’Europa
d’oggi, tante realtà del cosiddetto ex-blocco orientale condividano su tali
punti le stesse idee.
Lei conosce bene il pensiero e l’opera di S. Tommaso, ha
scritto anche la sua tesi sul tomismo, nonché diversi articoli, anche per L'Osservatore Romano. Eppure, in alcune facoltà
teologiche si ritiene il tomismo un capitolo “chiuso” da tempo...
La mia tesi,
propriamente, trattava della scomparsa del tomismo… Esso fu introdotto da Leone
XIII nel 1879 nella Chiesa Cattolica. Ogni sacerdote doveva studiare filosofia
tomistica per due anni, spesso interamente in latino, prima di affrontare teologia.
A metà del secolo XX, più specificamente tra il Concilio ed il '68, il tomismo
sparì dai curricula universitari ed
ecclesiastici, vi furono ambiti in cui S. Tommaso fu addirittura proibito. Le
ragioni sono complesse, spesso si sentiva dire che la filosofia trascendente
del Medioevo non sarebbe potuta essere all'altezza del secolo delle bombe
atomiche. Ritengo che non sia così, ritengo che proprio lo studiare e
l’utilizzare un sistema filosofico, ricco e brilliante, come quello tomistico
formi la mente ad affrontare tutti i problemi contemporanei. Una filosofia
buona non scompare mai, prima o poi è destinata a tornare e con vigore. Come già
vediamo nel caso di San Tommaso…
Lei è un discendente della Famiglia, che resse per secoli
il Sacro Romano Impero: come vive un'eredità così importante?
Essere un Asburgo porta
con sé un certo sistema di Valori: la fede, la famiglia quale radice della
società, soprattutto una tradizione di convivenza tra popoli. È questo che il
Sacro Romano Impero prima e l’Impero austroungarico poi hanno tentato di fare. Non
vi sono alternative ad un modello di Europa fondato su di una serena coesistenza
tra persone di lingue, valori e fedi, il nostro Continente non è unicamente un
grande supermercato.
La famiglia oggi è sotto attacco. Come contrastare chi vi
si oppone?
Vengono posti in essere
tanti tentativi per ridefinire la famiglia col pretesto di “correggere” ipotetiche
ingiustizie e presunte discriminazioni. Se c’e qualcosa che, dopo vent’anni di
matrimonio, ho imparato dai miei sei figli è questo: che i bambini hanno
bisogno, anzi hanno un diritto ad avere un padre ed una madre e che questi siano
i loro genitori. La gioventù è, oggi più che mai, esposta a pressioni e paure.
Senza le colonne sicure, rappresentate da papà e mamma, diventa difficilissimo far
crescere i piccoli in modo sano e buono. Vi sono situazioni dolorose, in cui
naturalmente ciò non è possibile ed in cui è un solo genitore a doversi
prendere cura dei figli. Ma che lo Stato accetti, anzi legalizzi il fatto di
farli crescere con due “padri” o due “madri” rappresenta un grave errore.
Con ragione il governo ungherese,
nella sua Legge Fondamentale del 2011, ha definito il matrimonio un’unione
libera tra un uomo ed una donna: eppure è stato prevedibilmente criticato per voler
codificare queste idee tradizionali di famiglia.
Parliamo di immigrazione: l'Ungheria è stata molto
criticata dall’Ue per il modo in cui ha gestito tale fenomeno. Perché?
Ritengo che una
“soluzione” della crisi migratoria necessiti di una strategia comune tra tutti
i Paesi europei. Mi trovavo a Budapest, ricordo, quando vidi le immagini delle
prime centinaia di migranti in cammino in autostrada verso l’Austria. Facevano
parte di quelle migliaia, che attendevano da settimane nella stazione di Keleti,
a Budapest, ormai impazienti e decisi a partire. Intuii come lì stesse
cominciando un dramma, destinato a cambiare tutto.
L’Ungheria ha solo fatto
il proprio dovere come Paese di frontiera di Schengen: ogni giorno circa 10.000
migranti entravano per dirigersi in Germania. Era praticamente impossibile
controllarli tutti ed applicare le procedure previste. Per questo venne costruito
un recinto, che ciascuno poteva attraversare, a patto che seguisse le regole previste
per la richiesta d’asilo. La sola presenza di quella “barriera” diminuì ogni
giorno il numero dei profughi da 10.000 a trenta, massimo quaranta.
Dobbiamo essere chiari: la
zona Schengen, il libero passaggio in Europa sta per crollare, se l’Unione
europea non trova al più presto una risposta adeguata alla crisi. Per il
momento non la vedo. Ma credo nel progetto Europa. Troveremo soluzioni.
Radici Cristiane, N. 113 - Aprile 2016 |
Nessun commento:
Posta un commento