giovedì 10 marzo 2016

Bilancio positivo della presidenza ungherese della IHRA


 
È giunto a termine l’8 marzo l’anno di presidenza ungherese dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA). Il commissario ungherese per la presidenza IHRA Szabolcs Takács, nel passare il testimone alla prossima presidenza romena, ha fornito un bilancio positivo dell’anno trascorso.

Passaggio di consegne della presidenza IHRA
(foto: IHRA
)
Uno dei risultati principali della presidenza ungherese è stato l’inclusione del riferimento specifico all’Olocausto nel testo del nuovo Regolamento Generale UE sulla Protezione dei Dati (GDPR), approvato nel dicembre 2015. Si è così evitato che sotto il pretesto della protezione dei dati si possano ostacolare o negare le ricerche storiche sull’Olocausto.

La presidenza ha avuto come obiettivo la facilitazione della cooperazione tra gli esperti ed il livello politico. Ha promosso, inoltre, diversi progetti e attività, come la conferenza su “L’Olocausto nel dibattito politico. Usi e abusi” (Budapest, 6 novembre 2025) e la conferenza sull’Olocausto dei rom, organizzato assieme alla Tom Lantos Institute ed al Collegio Gesuita per i Rom (Budapest, 1-2 marzo 2016), ambedue di grande successo. Il presidente IHRA Szabolcs Takács ha presentato il lavoro dell’Alleanza in diversi forum internazionali come l’OSCE e l’ONU. Le due assemblee plenarie dell’Alleanza hanno avuto luogo a Budapest, nel giugno 2015, e a Debrecen nel novembre 2015.

La presidenza ungherese ha avuto contatti ufficiali con due partner di rilievo, non membri della IHRA come l’Ucraina e la Santa Sede. All’organizzazione, che conta 31 membri, hanno aderito nel 2015 come osservatori l’Australia e il Principato di Monaco.

Delegazione IHRA guidata da Szabolcs Takács in visita alla
Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo
A Roma, come evento della presidenza ungherese dell’IHRA è stato presentato, tra l’11 febbraio e il 13 marzo 2016 presso l’Accademia d’Ungheria, la mostra del pittore ebraico ungherese Imre Ámos, vittima anch’egli dell’Olocausto.
 
 

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