domenica 15 gennaio 2017

Dante visto da Madarassy

 


Presso il Museo Casa di Dante a Firenze è aperto fino al 26 marzo 2017 (martedì–domenica 10.30–16.30) la mostra “Paradiso” dello scultore István Madarassy. L’artista ungherese delle pittosculture, dopo Inferno e Purgatorio, conclude così la sua la trilogia dedicata alla Divina Commedia.

La mostra è stata inaugurata il 6 dicembre dall’Ambasciatore d’Ungheria in Italia Péter Paczolay, con una presentazione della Prof.ssa Mária Prokopp, dell’Università Loránd Eötvös di Budapest.

 

Ecco il testo dell’intervento della Professoressa Prokopp.


* * *

 
Gli ungheresi stavano al cuore a Dante. Egli incontrò personalmente il principe Carlo Martello d'Angiò, re titolare d'Ungheria, il primogenito di Maria d'Ungheria, regina di Napoli. Si conobbero a Firenze nel 1294 ed ebbero possibilità di confrontare e condividere le loro idee. Dante gli dedica un lungo brano della Divina Commedia nell’VIII Canto del Paradiso dove racconta il suo incontro con l’anima del principe nel Cielo di Venere. Carlo Martello morì a soli 25 anni, quindi non riuscì a migliorare la situazione del suo paese e ne rimpiange nella sua risposta a Dante:

Il mondo m'ebbe / giù poco tempo, e se più fosse stato,

molto sarà di mal, che non sarebbe ...

(Paradiso, VIII, 49-51)

Il figlio di Carlo Martello d'Angiò divenne re d'Ungheria nel 1308, quando Dante era ancora in vita. Il poeta divino si preoccupò per lui vedendo la politica dei suoi nemici, quindi ammonisce l'Ungheria di resistere nel mondo dei mali:

O beata Ungheria, se non si lascia più malmenare!

(Paradiso, XIX, 142-143)

Gli ungheresi onorano il poeta divino da 700 anni. Il grande compositore ungherese Francesco LISZT lo omaggiò con la famosa Sinfonia Dante che è conosciuta in tutto il mondo. Il maestro Liszt non aveva coraggio, non si sentiva degno di comporre la musica celeste, il canto glorioso degli angeli, così elaborò solo le prime due parti: l’Inferno e il Purgatorio. Al posto del Paradiso mise l'inno della Madonna, il Magnificat con cui rese omaggio alla visione celeste del poeta.

Anche diversi grandi poeti ungheresi hanno interpretato i pensieri, la poesia e la musica del poema, come anche diversi pittori ungheresi si sono ispirati al poema di Dante traducendo alcune sue visioni in meravigliose opere d'arte.

István Madarassy non si accontentò di riflettere solo su qualche tema della complessa opera di Dante, egli si è immerso in tutta l’opera e ha rappresentato tutti i 100 canti della Divina Commedia. Ci lavora da ormai 20 anni cercando di arrivare fino allo spirito più profondo del sommo poeta. Il risultato è una serie di opere straordinarie: 100 “pittosculture” e 3 sculture.

Le sue opere realizzate in base alle visioni del poeta espresse nell’Inferno e nel Purgatorio sono già state presentate nel Museo Casa di Dante negli anni 2011 e 2013. In seguito lo scultore ha donato al Museo la sua bellissima statua raffigurante il poeta che ora accoglie i visitatori all’ingresso.

Quest'anno presentiamo il nuovo ciclo dell'artista, la corona della Divina Commedia: il Paradiso. Ogni canto ha ispirato una “pittoscultura”. Queste “pittosculture” sono un’espressione visiva particolare: alla tavola di rame sono saldate le figure aeree dello spirito che svolazzano con grande gioia nella felicità del Signore. All'inizio della mostra si vede la statua di Beatrice, l'ideale di Dante che accoglie il poeta e lo guida nel Paradiso, nel paese della Carità e della Felicità del Signore. Beatrice rappresenta la donna ideale creata dal Signore. Ella è la Bellezza stessa! La figura dello scultore coglie la sua magnanimità, mostra il suo spirito illuminato dalla bellezza e dalla Gloria del Signore. Alla fine del poema Beatrice sta seduta sul suo trono nel cielo fra gli angeli e gli animi dei salvati collocati sui petali di una rosa grandiosa. E cantano la gloria infinita del Signore insieme con la Madonna.

È un grande onore poter presentare nel Museo Casa di Dante queste bellissime opere meditando sulle visioni e sui pensieri espressi nella Commedia Divina. Le 33 “pittosculture” sono riflessioni sui 33 canti del Paradiso. Un figlio dell’Ungheria, un artista ungherese invita gli interessati a condividere con lui le sue impressioni, le sue immaginazioni nate studiando questo capolavoro universale. Quest’artista ungherese è István Madarassy, uno scultore di eccezionali qualità, una persona che si rivolge al sommo poeta italiano con dovuta umiltà e profondo affetto. La sua opera ispirata alla Divina Commedia è un omaggio a Dante e all’Italia.



Statua di Dante del Madarassy
presso il Museo Casa di Dante a Firenze
(madarassyistvan.hu)

 

"Penso che un quadro diventi quadro,
una scultura diventi scultura,
una statua diventi statua
quando attraverso il fuoco e la fiamma
riesco a fondervi l’anima dentro".

István Madarassy

 

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