Presso il Museo Casa di Dante a Firenze è aperto fino
al 26 marzo 2017 (martedì–domenica 10.30–16.30) la mostra “Paradiso” dello
scultore István Madarassy. L’artista ungherese delle pittosculture,
dopo Inferno e Purgatorio, conclude così la sua la trilogia dedicata alla
Divina Commedia.
La mostra
è stata inaugurata il 6 dicembre dall’Ambasciatore d’Ungheria in Italia Péter Paczolay,
con una presentazione della Prof.ssa Mária Prokopp, dell’Università Loránd Eötvös
di Budapest.
Ecco il testo dell’intervento
della Professoressa Prokopp.
* * *
Gli
ungheresi stavano al cuore a Dante. Egli incontrò personalmente il principe
Carlo Martello d'Angiò, re titolare d'Ungheria, il primogenito di Maria
d'Ungheria, regina di Napoli. Si conobbero a Firenze nel 1294 ed ebbero
possibilità di confrontare e condividere le loro idee. Dante gli dedica un
lungo brano della Divina Commedia nell’VIII Canto del Paradiso dove racconta il
suo incontro con l’anima del principe nel Cielo di Venere. Carlo Martello morì
a soli 25 anni, quindi non riuscì a migliorare la situazione del suo paese e ne
rimpiange nella sua risposta a Dante:
Il mondo m'ebbe / giù poco tempo, e se più fosse stato,
molto sarà di mal, che non sarebbe ...
(Paradiso,
VIII, 49-51)
Il
figlio di Carlo Martello d'Angiò divenne re d'Ungheria nel 1308, quando Dante
era ancora in vita. Il poeta divino si preoccupò per lui vedendo la politica
dei suoi nemici, quindi ammonisce l'Ungheria di resistere nel mondo dei mali:
O beata Ungheria, se non si lascia più malmenare!
(Paradiso,
XIX, 142-143)
Gli
ungheresi onorano il poeta divino da 700 anni. Il grande compositore ungherese
Francesco LISZT lo omaggiò con la famosa Sinfonia Dante che è conosciuta in
tutto il mondo. Il maestro Liszt non aveva coraggio, non si sentiva degno di
comporre la musica celeste, il canto glorioso degli angeli, così elaborò solo
le prime due parti: l’Inferno e il Purgatorio. Al posto del Paradiso mise
l'inno della Madonna, il Magnificat con cui rese omaggio alla visione celeste
del poeta.
Anche
diversi grandi poeti ungheresi hanno interpretato i pensieri, la poesia e la
musica del poema, come anche diversi pittori ungheresi si sono ispirati al
poema di Dante traducendo alcune sue visioni in meravigliose opere d'arte.
István
Madarassy non si accontentò di riflettere solo su qualche tema della complessa
opera di Dante, egli si è immerso in tutta l’opera e ha rappresentato tutti i
100 canti della Divina Commedia. Ci lavora da ormai 20 anni cercando di
arrivare fino allo spirito più profondo del sommo poeta. Il risultato è una
serie di opere straordinarie: 100 “pittosculture” e 3 sculture.
Le sue
opere realizzate in base alle visioni del poeta espresse nell’Inferno e nel
Purgatorio sono già state presentate nel Museo Casa di Dante negli anni 2011 e
2013. In seguito lo scultore ha donato al Museo la sua bellissima statua
raffigurante il poeta che ora accoglie i visitatori all’ingresso.
Quest'anno
presentiamo il nuovo ciclo dell'artista, la corona della Divina Commedia: il
Paradiso. Ogni canto ha ispirato una “pittoscultura”. Queste “pittosculture”
sono un’espressione visiva particolare: alla tavola di rame sono saldate le
figure aeree dello spirito che svolazzano con grande gioia nella felicità del
Signore. All'inizio della mostra si vede la statua di Beatrice, l'ideale di
Dante che accoglie il poeta e lo guida nel Paradiso, nel paese della Carità e
della Felicità del Signore. Beatrice rappresenta la donna ideale creata dal
Signore. Ella è la Bellezza stessa! La figura dello scultore coglie la sua
magnanimità, mostra il suo spirito illuminato dalla bellezza e dalla Gloria del
Signore. Alla fine del poema Beatrice sta seduta sul suo trono nel cielo fra
gli angeli e gli animi dei salvati collocati sui petali di una rosa grandiosa.
E cantano la gloria infinita del Signore insieme con la Madonna.
È un
grande onore poter presentare nel Museo Casa di Dante queste bellissime opere
meditando sulle visioni e sui pensieri espressi nella Commedia Divina. Le 33
“pittosculture” sono riflessioni sui 33 canti del Paradiso. Un figlio dell’Ungheria,
un artista ungherese invita gli interessati a condividere con lui le sue
impressioni, le sue immaginazioni nate studiando questo capolavoro universale.
Quest’artista ungherese è István Madarassy, uno scultore di eccezionali
qualità, una persona che si rivolge al sommo poeta italiano con dovuta umiltà e
profondo affetto. La sua opera ispirata alla Divina Commedia è un omaggio a
Dante e all’Italia.
Statua di Dante del Madarassy presso il Museo Casa di Dante a Firenze (madarassyistvan.hu) |
"Penso che un quadro diventi quadro,
una scultura diventi scultura,
una statua diventi statua
quando attraverso il fuoco e la fiamma
riesco a fondervi l’anima dentro".
una scultura diventi scultura,
una statua diventi statua
quando attraverso il fuoco e la fiamma
riesco a fondervi l’anima dentro".
István Madarassy
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