È stato
ricevuto nel Parlamento ungherese Ignazio Youssef III Younan, patriarca
siro-cattolico di Antiochia che si è recato a Budapest, il 12 gennaio scorso, su
invito del Primo Ministro ungherese Viktor Orbán. Il leader religioso ha avuto
colloqui importanti con diversi membri del Governo ungherese sulla situazione
dei cristiani perseguitati e, in particolare, sulle possibilità per favorire il
loro ritorno nei paesi d’origine. “Bisogna portare gli aiuti lì, invece di far
venire i problemi qui” – ha dichiarato il premier Viktor Orbán riassumendo la
posizione ungherese.
Il Patriarca con il Premier a Budapest (foto: kormany.hu) |
Il
patriarca durante la visita in Ungheria ha tenuto una conferenza all’Università
Cattolica di “Péter Pázmány” sulla situazione drammatica dei cristiani e delle
minoranze religiose in Medio Oriente.
Parlando
della situzione dei cristiani iracheni, il patriarca ha spiegato che l’esodo
dei cristiani era già iniziato con le leggi islamiche più rigide, introdotte da
Saddam Hussein e aggravatosi dopo la seconda Guerra del Golfo. Il fatto più
grave invece è arrivato nel 2014, quando lo Stato Islamico ha attaccato la
città di Mosul dove i cristiani e le altre religioni vivevano insieme da più di
mille anni. Ad oggi il 60% dei cristiani ha già abbandonato il proprio paese, e
il resto vive nella paura con l’unico obiettivo di riuscire a sopravvivere. Le
loro chiese sono state chiuse, distrutte, profanate. Secondo il patriarca la
situazione attuale in Iraq è simile al genocidio del 1915.
I
cristiani per 14 secoli hanno convissuto nel Medio Oriente, durante i quali ci sono
state molte guerre. Se avessero cercato i beni terreni, non sarebbero riusiti a
sopravvivere in queste zone – ha ribadito il patriarca. I cristiani sono fieri
dei loro martiri ma nello stesso tempo hanno bisogno dei loro fratelli
occidentali per evitare lo sterminio delle antiche comunità cristiane. I
cristiani erano e sono ancora oggi persone pacifiche, laboriose, e fedeli al proprio
paese.
Il Patriarca Ignazio Youssef III all’Università Cattolica con il Vice-ministro Bence Rétvári (foto: Magyar Kurír) |
“È davvero
triste e drammatico affermare che le potenze occidentali non sono riusciti a
portare la pace dall’epoca della Guerra del Golfo del 2003 e che i cristiani iracheni
stanno lasciando il loro paese emigrando o in Europa o in America, da dove non
torneranno mai più nella loro terra” – ha denunciato il patriarca.
I
leader religiosi hanno sempre sottolineato che non si può riformare o
democratizzare il Medio Oriente con la violenza. Eppure solo adesso le potenze
occidentali stanno comprendendo di aver sbagliato con “l’esportazione della
democrazia”. Il patriarca ha contestato anche la narrativa dei media
occidentali, per cui con l’allontanamento di Assad, tutto sarebbe migliorato.
Secondo
il patriarca l’Occidente deve smettere di rifornire i ribelli con armi e soldi.
I cristiani della Piana di Ninive che sono stati cacciati
dalleloro terre ed abitazioni hanno invece bisogno di aiuto. Sarebbe
indispensabile che il governo iracheno creasse per loro una zona sicura dove
poter ritornare ad abitare, a lavorare, a studiare, a vivere. Ignazio Youssef III, alla fine del suo discorso, ha ringraziato degli
sforzi dell’Ungheria per la difesa dei cristiani.