Il 1 giugno ricorre il primo anniversario della
visita di Papa Francesco al Santuario di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc in Transilvania,
Romania). Un anno fa la visita di Papa Francesco e l’annuale Perdonanza di Pentecoste ha riempito la vasta sella del monte di Csíksomlyó ben due volte nell’arco di otto giorni, con oltre 100 mila fedeli. È stato un anno davvero speciale
per gli ungheresi della Transilvania, e non solo. Quest’anno è pure speciale,
ma per un motivo ben diverso: a causa delle limitazioni dovute alla pandemia,
le celebrazioni sia dell’anniversario che della Perdonanza si sono svolte con
poche presenze, all’interno della Basilica del Santuario.
Un anno fa a commentare la S. Messa del papa su
Vatican News è stato Mons. Gergely Kovács, allora Capo Ufficio del Pontificio
Consiglio della Cultura. Oggi, invece, è stato proprio lui a celebrarne l’anniversario
a Csíksomlyó. Infatti, nominato nuovo Arcivescovo di Gyulafehérvár/Alba Iulia la
vigilia di Natale 2019, Mons. Kovács è stato consacrato vescovo lo scorso 22
febbraio, nella Cattedrale della sua diocesi dal Cardinale Gianfranco Ravasi.
Celebrazione in ricordo della visita di Papa Francesco al Santuario di Csíksomlyó (foto: romkat.ro) |
La Santa Messa di ringraziamento per l’anniversario
della visita del Santo Padre è stata celebrata nella Basilica di Csíksomlyó, ai
piedi della monumentale statua della Madonna, la quale, da un anno, è ornata
dalla speciale Rosa d’Oro, donata da Papa Francesco. Oggi nella sua omelia l’Arcivescovo
Kovács si è interrogato sui frutti della visita del papa maturati durante l’anno
trascorso:
Camminiamo insieme - il motto della visita del papa in Romania in versone ungherese sulla casula papale di Csíksomlyó |
“Personalmente io mi propongo di realizzare due delle
esortazioni contenuti nell’omelia del papa pronunciata a Csíksomlyó. Il primo è
il ‘camminare insieme’. Sì, camminiamo insieme e cominciamo a farlo tra di noi,
prima di tutto nella nostra arcidiocesi: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici.
Camminiamo tutti insieme! Come ci aveva esortati anche il vescovo Áron Márton
di venerata memoria: ‘Dobbiamo imparare di impegnarci gli uni per gli altri e
di lavorare insieme’. L’altra esortazione di papa Francesco, che sento sempre più
mia, è quanto abbiamo sentito alla fine dell’omelia: ‘chi rischia, il Signore
non lo delude!’ Non dobbiamo essere temerari, né essere irresponsabili, ma piuttosto
dobbiamo osare di rischiare, di uscire dalle nostre comodità, osiamo uscire,
rischiare, abbandonare l’atteggiamento del ‘si è sempre fatto così’. Apriamo piuttosto
le finestre al vento dello Spirito Santo che ci pervade.”
Il labaro, simbolo del Santuario di Csíksomlyó, portato in processione prima della S. Messa celebrata quest'anno nella basilica del santuario (foto: romkat.ro) |
Sempre al santuario mariano di Csíksomlyó, così
caro agli ungheresi, ha avuto luogo due giorni fa l’annuale festa della
Perdonanza di Pentecoste. Una ricorrenza normalmente celebrata nella sella del
monte che sovrasta il santuario e che attira oltre centomila fedeli dalla
Transilvania e dall’Ungheria, ma anche da diversi altri paesi. A presiedere la
liturgia, all’interno della Basilica, è stato sempre il nuovo Arcivescovo,
Mons. Gergely Kovács, il quale nella sua omelia ha fatto riferimento al
significato dell’attuale situazione particolare:
“Pellegrinare e stare insieme: sono proprio questi
due elementi che mancano dalla nostra festa di quest’anno, in seguito ai
provvedimenti a causa dell’epidemia da coronavirus. Ma come si può festeggiare così?
– sono stati in tanti a porre la questione. (…) Ma ne siete certi che tutto questo sia un male? Il buon Dio
non vuole mai del male al suo popolo! (…) Più volte nella storia il nostro
popolo poteva sentirsi abbandonato da Dio, credere che Egli gli avesse nascosto
il Suo volto. Rievocando queste occasioni ed eventi spesso siamo tentati di
piangere, di lamentarci, siamo tentati da un sentimento di lutto profondo. E
allora mi
vengono in mente le parole di Papa Francesco, pronunciate un anno fa
qui a Csíksomlyó. ‘Le complesse e tristi vicende del passato non vanno
dimenticate o negate’, ha detto, ma ci ha anche esortati ad agire per il futuro
‘chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e
diffidenze in nuove opportunità per la comunione’. Certo, è strana e inusuale l’odierna
celebrazione. Ma vorrei porre nuovamente la domanda: Ma ne siete certi che
tutto ciò sia un male? Durante l’epidemia da coronavirus ci siamo spesso detti
che adesso tante cose vanno rivalutate… Abbiamo potuto imparare cos’è che veramente
conta, cosa è veramente preziosa e duratura. Ne sono convinto che sia proprio ciò
che succede anche con la Perdonanza del sabato di Pentecoste di Csíksomlyó. La
pandemia ci riconduce all’essenziale, al nocciolo della festa. (…) Non dobbiamo
dimenticare che il Signore della storia è Dio che ci vuole sempre del bene.
Dobbiamo caricarci della comunione e credere che la Vergine Maria, la Donna
vestita di sole ci aiuterà. Adesso non siamo potuti venire qui in
pellegrinaggio, fisicamente non possiamo stare insieme, ma niente e nessuno potrà
toglierci l’attaccamento filiale alla Vergine Maria.”
La Rosa d'Oro di Csíksomlyó |
Stemma di Mons. Gergely Kovács, Arcivescovo di Gyulafehérvár/Alba Iulia |
Mostra virtuale sulla visita del Santo Padre a Csíksomlyó (con sottotitoli in inglese):
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