giovedì 4 giugno 2020

Ricordare, onorare, tendere la mano – l’Ungheria e il centenario del 4 giugno


Ricordare, onorare, tendere la mano – questi tre verbi potrebbero esprimere l’approccio odierno dell’Ungheria a quel trauma profondo che la Nazione ungherese ha subito cento anni fa, con il Trattato del Trianon del 4 giugno 1920. Questi tre verbi riassumono il messaggio della “Legge N. XLV del 2010 a testimonianza della coesione nazionale”, approvata nel 2010, che durante l’ultimo decennio ha ispirato la politica del Governo ungherese.
Gli ungheresi di tutto il mondo ricordano il “Trianon”, perché esso è considerato tuttora come una delle più grandi tragedie degli ungheresi. Prima di tutto perché ha imposto la separazione di milioni di ungheresi che si trovarono a vivere in Paesi diversi. Ma anche perché ha posto le basi ad una molteplicità di potenziali conflitti tra l’Ungheria e i suoi vicini, causando “problemi politici, economici, giuridici e psicologici tuttora irrisolti”.
Eppure, con la Legge sulla Coesione Nazionale, l’Assemblea Nazionale prendeva atto che l’unità della Nazione ungherese al di sopra dei confini è una realtà che fa parte dell’identità degli ungheresi. Una unità che lo Stato ungherese, per essere fedele alle aspirazioni del proprio popolo, deve appoggiare e promuovere. Tuttavia la stessa Legge annuncia di rispettare “il diritto di altre nazioni a pensare diversamente circa le questioni che sono importanti per gli ungheresi” e propone di tenere presente anche “i nostri stessi errori che ragionevolmente hanno causato offesa ai membri di altre nazioni”.
L’Assemblea Nazionale con la Legge sulla Coesione Nazionale rendeva onore a quanti, durante il secolo trascorso, “hanno contribuito al rafforzamento spirituale ed economico degli ungheresi e alla loro sopravvivenza”, ma anche “a quanti hanno subito discriminazioni e offese”, o hanno dovuto dare la vita per poter liberamente professare la propria identità ungherese. Non dimentica inoltre di ringraziare quanti, “pur non essendo ungheresi, hanno dimostrato solidarietà nei confronti degli ungheresi”.
Un passaggio molto significativo del documento normativo è dove l’Assemblea Nazionale “prende atto del fallimento dei tentativi finora sperimentati nella storia per risolvere le questioni sorte dopo il diktat di pace del Trianon, ossia la modificazione delle frontiere con l’ausilio di potenze straniere e i tentativi di sopprimere l’identità nazionale nel segno dell’ideologia internazionalista”. Infatti, il revisionismo fu perseguito tra le due guerre mondiali, mentre sotto il comunismo era addirittura proibito di considerare la problematica della nazione e quella degli ungheresi che vivono oltre i confini dell’Ungheria.
La Legge annunciava perciò un nuovo approccio, quello della “mano tesa”, per dirla con le parole di Papa Francesco, pronunciate dopo aver visitato il Santuario mariano di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), tanto caro agli ungheresi di tutto il mondo e che da un secolo si trova in Romania.
Questa "mano tesa" si concretizza, da parte ungherese, nell’impegno per la collaborazione con i Paesi vicini. L’Assemblea Nazionale, con la Legge sulla Coesione Nazionale dichiara, infatti, che la soluzione ai problemi tuttora irrisolti derivanti dal “Trianon” potrà venire solamente dalla collaborazione, “basata sul rispetto reciproco di paesi uguali, democratici, sovrani”, con l’obiettivo di contribuire “ad un futuro pacifico dei popoli che convivono nel Bacino dei Carpazi, basato sulla mutua comprensione e collaborazione”, promuovendo così anche la “riunificazione dell’Europa smembrata dalle tragedie del XX secolo”.
Un obiettivo riecheggiato anche dalle parole di Papa Francesco, nella S. Messa a Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), il 1 giugno 2019: “Le complesse e tristi vicende del passato non vanno dimenticate o negate, ma non possono nemmeno costituire un ostacolo o un argomento per impedire una agognata convivenza fraterna. Pellegrinare significa sentirsi chiamati e spinti a camminare insieme chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione.”
L’Ungheria è pronta a farlo, come enunciato proprio dalla Legge sulla Coesione Nazionale.

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Il centenario viene ricordato in Ungheria e altrove con diverse iniziative, che riflettono certamente la situazione e i sentimenti dei promotori.
L’Alleanza degli Intellettuali Cristiani (KÉSZ) ungherese ha promosso l’iniziativa ecumenica di suonare le campane delle diverse chiese alle ore 16.30 “per pregare e guardare avanti”, con “la fede nel Creatore, la capacità di perdonare e la coscienza della forza della preghiera”. Infatti, secondo una nota, il trauma del Trianon potrà essere elaborata solo “con la forza della fede”, in quanto “le ferite di un secolo non le possiamo guarire da soli, è necessaria la forza rigeneratrice di Dio”.
Secondo le indicazioni della Conferenza Episcopale Ungherese (MKPK) tale iniziativa sarà perciò fatta “in uno spirito di preghiera”: pregando per la patria, per il popolo ungherese in Ungheria e nei paesi limitrofi, ma anche “per tutti i popoli dell’Europa Centrale affinché possiamo costruire il nostro futuro comune nella pace, nella carità e nella fattiva collaborazione”.

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Testo della Legge N. XLV del 2010 a testimonianza della coesione nazionale

Noi, membri dell’Assemblea Nazionale, quanti crediamo in Dio come Signore della storia e quanti cerchiamo di comprendere il corso della storia da altre fonti,
per la nostra patria e per l’intera nazione ungherese, nel segno della nostra responsabilità stabilita dalla Costituzione,
ricordando una delle più grandi tragedie degli ungheresi, ossia il diktat di pace, firmato il 4 giugno 1920, che ha smembrato l’Ungheria storica e ha costretto la nazione ungherese a vivere sotto la giurisdizione di diversi stati,
considerati i problemi politici, economici, giuridici e psicologici tuttora irrisolti causati da tale diktat di pace,
rispettando sia gli interessi della nazione ungherese che il diritto di altre nazioni a pensare diversamente circa le questioni che sono importanti per gli ungheresi,
guidati dall’obiettivo di contribuire con il presente gesto ad un futuro pacifico dei popoli che convivono nel Bacino dei Carpazi, basato sulla mutua comprensione e collaborazione, nonché [contribuire] alla riunificazione dell’Europa smembrata dalle tragedie del XX secolo,
approviamo la seguente legge.
Art. 1
L’Assemblea Nazionale rende onore a tutte le persone e comunità, ai capi di quest’ultime, nonché alla loro memoria, i quali, in seguito allo smembramento ingiusto e iniquo della nazione ungherese, operata da potenze straniere il 4 giugno 1920, con i loro sacrifici ed impegno hanno contribuito al rafforzamento spirituale ed economico degli ungheresi e alla loro sopravvivenza durante le successive tragedie storiche.
L’Assemblea Nazionale rende omaggio altresì alle donne ed agli uomini che nei novant’anni trascorsi hanno subito discriminazioni e offese per il fatto di essere ungheresi, o hanno dovuto dare la vita per poter liberamente professare la propria identità. L’Assemblea è riconoscente verso quanti, pur non essendo ungheresi, hanno dimostrato solidarietà nei confronti degli ungheresi.
Art. 2.
L’Assemblea Nazionale prende atto del fallimento dei tentativi finora sperimentati nella storia per risolvere le questioni sorte dopo il diktat di pace del Trianon, ossia la modificazione delle frontiere con l’ausilio di potenze straniere e i tentativi di sopprimere l’identità nazionale nel segno dell’ideologia internazionalista.
Perciò dichiara che la soluzione ai summenzionati problemi può venire solamente dalla collaborazione, nel quadro tracciato dalle norme giuridiche internazionali, basata sul rispetto reciproco di paesi uguali, democratici, sovrani, che assicurino ai propri cittadini e alle loro comunità benessere, certezza del diritto e uguaglianza di diritti anche nella pratica, il cui punto di partenza può essere solamente la libertà dei singoli, compresa quella di scegliere la propria identità nazionale, e il diritto delle comunità nazionali all’autonomia interna.
L’Assemblea Nazionale condanna, allo stesso tempo, tutti i tentativi che mirassero all’assimilazione di una porzione della comunità nazionale che si trovi in condizione di minoranza nel territorio di uno stato.
Art. 3.
L’Assemblea Nazionale dichiara che ogni ungherese e tutte le comunità degli ungheresi, costretti sotto la giurisdizione di diversi stati, fanno parte della nazione ungherese unitaria, la coesione della quale, al di sopra dei confini statali, è una realtà, nonché elemento determinante dell’identità personale e comunitaria degli ungheresi.
In base a ciò l’Assemblea Nazionale conferma l’impegno dell’Ungheria a mantenere e curare le reciproche relazioni dei membri della nazione ungherese e delle loro comunità e a sostenere la loro naturale aspirazione alle diverse forme di autonomia comunitaria, basate sulle prassi accettate in Europa.
Art. 4.
L’Assemblea Nazionale ritiene suo dovere di ammonire i membri presenti e le generazioni future della Nazione ad impegnarsi per rafforzare la coesione nazionale, ricordando la tragedia nazionale causata dal diktat di pace del Trianon, considerando anche i nostri stessi errori che ragionevolmente hanno causato offesa ai membri di altre nazioni, e cercando di imparare da questi, traendo forza dagli esempi di collaborazione e dai risultati del rinnovamento nazionale sperimentati dei novant’anni passati. A tale scopo l’Assemblea Nazionale dichiara il giorno 4 giugno, anniversario del diktat di pace del Trianon del 1920, Giornata della Coesione Nazionale.
Art. 5.
La presente legge entra in vigore il 4 giugno 2010.
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(Il testo della legge con altre traduzioni è reperibile qui.)

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