Pubblichiamo il testo del saluto dell’Ambasciatore
d’Ungheria presso la Santa Sede, S.E. Eduard Habsburg-Lothringen, pronunciato
durante la tavola rotonda “San Martino di Tours. Personaggio europeo, simbolo
di condivisione. Itinerari, eventi, celebrazioni” (Roma, 9 maggio 2016).
Mons. P. Iacobone, Amb. P-Y Fux, Amb. E. Habsburg-Lothringen, M. F-X Tilliette |
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Possiamo
affermare che San Martino nacque sul territorio dell’odierna Ungheria e
l’odierna Ungheria nacque nel segno di San Martino.
L’antica
città di Savaria, oggi Szombathely, diede i natali al Santo mille e settecento
anni fa. La sua memoria rimase viva sul posto e sappiamo che persino Carlo
Magno volle recarsi in pellegrinaggio a Savaria in onore di questo Santo. Quel
Carlo Magno che, giustamente, è considerato precursore dell’Europa unita. E
questo spiega anche il perché del Premio Carlo Magno che pochi giorni fa è
stato consegnato a Papa Francesco.
L’Ungheria
come Stato indipendente ebbe come primo patrono proprio San Martino. Fu,
infatti, il suo aiuto che re Santo Stefano invocò per vincere la scommessa
della fondazione di uno Stato europeo – che a quei tempi voleva dire cristiano.
E dimostrò la sua gratitudine verso San Martino con la costruzione dell’Abbazia
Benedettina di Pannonhalma, altrimenti chiamata Monte di San Martino, fondata pochi
anni prima da suo padre il Principe Géza.
Oggi è
più che mai attuale la sua figura. Non solo perché nel suo nome il nostro
continente era unito per secoli.
Se ci
pensiamo, il suo mantello, tagliato a metà per aiutare il mendicante, ossia la
“cappella”, è divenuta l’insegna dei re franchi e poi degli imperatori che in
un certo senso unificarono l’Europa. E, se ci pensiamo questa “cappella” è il
segno concreto della misericordia. Potremmo dire quindi che l’Europa è nata
sotto le insegne della misericordia, insegnatale da San Martino. Ed eccoci al
messaggio attualissimo di Papa Francesco.
Lo
stesso messaggio che San Giovanni Paolo II, visitando Szombathely nel 1991,
formulò nei seguenti termini:
„Voi vi ispirate ad un generoso
vostro conterraneo, ad un fedele discepolo di Cristo: San Martino,
patrono della vostra Diocesi. Prendete come modello colui che, secondo la
tradizione, tagliò in due parti il mantello dandone una metà ad un mendicante
ignudo. (…) Il mio pensiero si volge, in questo momento, a tutti i poveri di
questo Paese: ai senzatetto, ai disoccupati, agli immigrati, alle vittime del
divorzio, ai tossicodipendenti, agli alcolisti e anche a tutti coloro che, per
leggerezza o irresponsabilità, mettono a repentaglio il proprio e l’altrui
benessere. Quante situazioni penose! Quante mani si protendono ad invocare
l’aiuto solidale e tempestivo di chi dispone del “mantello” di una miglior
condizione sociale! Non ci facciamo illusioni: il superamento di certe
situazioni di povertà e di abbandono suppone lo sforzo congiunto e perseverante
di tutti. Solo così la Nazione potrà risollevarsi dalle rovine e porre riparo
alle conseguenze disastrose di passati errori.”
Proprio
riferendosi a questo messaggio di papa Wojtyla il Presidente della repubblica ungherese
János Áder disse in occasione dell’inaugurazione dell’Anno di San Martino:
“Oggi, a millesettecento
anni dalla sua nascita, noi ungheresi del XXI secolo, dobbiamo far vedere che
ascoltiamo la buona parola. Dobbiamo dimostrare attenzione e comprensione nei
confronti di chi ci sta vicino. Dobbiamo dimostrare che l’umiltà non è una
qualità fuori moda. Che una cultura più che millenaria non è antica ma è una
forza creativa anche oggi. Che la tradizione non solo ci ricollega al passato
ma ci sosterrà anche nel futuro. Che il lavoro umano anche oggi ha scopo, senso
e onore. Un messaggio importante dell’Anno San Martino è che il nostro ricco
patrimonio spirituale rappresenta non solo dei valori culturali ma anche un insegnamento
morale costante. E che in questo Paese bellissimo [l’Ungheria], dalla ricca
cultura, tutto ci è dato affinché la bontà e l’onestà possa formarci in una
comunità.”
Il
Governo ungherese ha colto questo messaggio e ha voluto affiancare le
iniziative della Conferenza Episcopale Ungherese e delle comunità di
Szombathely e di Pannonhalma per celebrare San Martino. Oggi noi lo celebriamo
con una visuale ampia che abbraccia idealmente tutto il “cammino” di San
Martino.
Concluderei,
infatti, ancora con una citazione di San Giovanni Paolo II:
“Ringraziamo san Martino che ha voluto nascere qui [in Ungheria].
Ringraziamo san Martino che ha voluto portare il Vangelo in Europa occidentale,
in Francia.”
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