Ricordare, onorare, tendere la mano – questi
tre verbi potrebbero esprimere l’approccio odierno dell’Ungheria a quel trauma
profondo che la Nazione ungherese ha subito cento anni fa, con il Trattato del
Trianon del 4 giugno 1920. Questi tre verbi riassumono il messaggio della “Legge
N. XLV del 2010 a testimonianza della coesione nazionale”, approvata nel 2010,
che durante l’ultimo decennio ha ispirato la politica del Governo ungherese.
Gli ungheresi di tutto il mondo ricordano
il “Trianon”, perché esso è considerato tuttora come una delle più grandi
tragedie degli ungheresi. Prima di tutto perché ha imposto la separazione di milioni
di ungheresi che si trovarono a vivere in Paesi diversi. Ma anche perché ha
posto le basi ad una molteplicità di potenziali conflitti tra l’Ungheria e i
suoi vicini, causando “problemi politici, economici, giuridici e psicologici
tuttora irrisolti”.
Eppure, con la Legge sulla Coesione Nazionale, l’Assemblea Nazionale prendeva
atto che l’unità della Nazione ungherese al di sopra dei confini è una realtà che
fa parte dell’identità degli ungheresi. Una unità che lo Stato ungherese, per
essere fedele alle aspirazioni del proprio popolo, deve appoggiare e promuovere.
Tuttavia la stessa Legge annuncia di rispettare “il diritto di altre nazioni a
pensare diversamente circa le questioni che sono importanti per gli ungheresi”
e propone di tenere presente anche “i nostri stessi errori che ragionevolmente
hanno causato offesa ai membri di altre nazioni”.
L’Assemblea Nazionale con la Legge sulla Coesione Nazionale
rendeva onore a quanti, durante il secolo trascorso, “hanno contribuito al
rafforzamento spirituale ed economico degli ungheresi e alla loro sopravvivenza”,
ma anche “a quanti hanno subito discriminazioni e offese”, o hanno dovuto dare
la vita per poter liberamente professare la propria identità ungherese. Non
dimentica inoltre di ringraziare quanti, “pur non essendo ungheresi, hanno
dimostrato solidarietà nei confronti degli ungheresi”.
Un passaggio molto significativo del documento
normativo è dove l’Assemblea Nazionale “prende atto del fallimento dei
tentativi finora sperimentati nella storia per risolvere le questioni sorte
dopo il diktat di pace del Trianon, ossia la modificazione delle frontiere con
l’ausilio di potenze straniere e i tentativi di sopprimere l’identità nazionale
nel segno dell’ideologia internazionalista”. Infatti, il revisionismo fu
perseguito tra le due guerre mondiali, mentre sotto il comunismo era addirittura
proibito di considerare la problematica della nazione e quella degli ungheresi che
vivono oltre i confini dell’Ungheria.
La Legge annunciava perciò un nuovo approccio, quello
della “mano tesa”, per dirla con le parole di Papa Francesco, pronunciate dopo
aver visitato il Santuario mariano di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), tanto caro
agli ungheresi di tutto il mondo e che da un secolo si trova in Romania.
Questa "mano tesa" si concretizza, da parte
ungherese, nell’impegno per la collaborazione con i Paesi vicini. L’Assemblea
Nazionale, con la Legge sulla Coesione Nazionale dichiara, infatti, che la
soluzione ai problemi tuttora irrisolti derivanti dal “Trianon” potrà venire
solamente dalla collaborazione, “basata sul rispetto reciproco di paesi uguali,
democratici, sovrani”, con l’obiettivo di contribuire “ad un futuro pacifico
dei popoli che convivono nel Bacino dei Carpazi, basato sulla mutua
comprensione e collaborazione”, promuovendo così anche la “riunificazione
dell’Europa smembrata dalle tragedie del XX secolo”.
Un obiettivo riecheggiato anche dalle parole di
Papa Francesco, nella S. Messa a Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), il 1 giugno 2019: “Le
complesse e tristi vicende del passato non vanno dimenticate o negate, ma non
possono nemmeno costituire un ostacolo o un argomento per impedire una agognata
convivenza fraterna. Pellegrinare significa sentirsi chiamati e spinti a
camminare insieme chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e
attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione.”
L’Ungheria è pronta a farlo, come enunciato proprio
dalla Legge sulla Coesione Nazionale.
* * *
Il centenario viene ricordato in Ungheria e altrove
con diverse iniziative, che riflettono certamente la situazione e i sentimenti
dei promotori.
L’Alleanza degli Intellettuali Cristiani (KÉSZ) ungherese
ha promosso l’iniziativa ecumenica di suonare le campane delle diverse chiese
alle ore 16.30 “per pregare e guardare avanti”, con “la fede nel Creatore, la capacità
di perdonare e la coscienza della forza della preghiera”. Infatti, secondo una
nota, il trauma del Trianon potrà essere elaborata solo “con la forza della
fede”, in quanto “le ferite di un secolo non le possiamo guarire da soli, è necessaria
la forza rigeneratrice di Dio”.
Secondo le indicazioni della Conferenza Episcopale Ungherese (MKPK) tale iniziativa sarà perciò fatta “in uno spirito di preghiera”:
pregando per la patria, per il popolo ungherese in Ungheria e nei paesi
limitrofi, ma anche “per tutti i popoli dell’Europa Centrale affinché possiamo
costruire il nostro futuro comune nella pace, nella carità e nella fattiva
collaborazione”.
* * *
Testo della Legge N. XLV
del 2010 a testimonianza della coesione nazionale