L’anniversario della sua morte János
Esterházy è stato commemorato, domenica 8 marzo 2020, nel Parlamento ungherese
con la consegna del Premio Esterházy a Mons. László Bíró, ordinario militare
ungherese e al P. František Lízna SJ, gesuita, già esponente dell’opposizione
democratica ceca e attualmente cappellano della prigione di Mírov, proprio dove
Esterházy morì nel 1957. Padre Lízna attribuisce la propria guarigione da una
malattia mortale proprio all’intercessione di János Esterházy.
Tra gli oratori della cerimonia l’On.
Gergely Gulyás, Ministro della Presidenza del Consiglio ungherese e l’On.
Miklós Soltész, Segretario di Stato per i rapporti con le Chiese, nonché P.
Szabolcs Sajgó SJ. A conclusione della commemorazione l’On. Zsolt Németh,
Presidente della Commissione Esteri del Parlamento ungherese ha sottolineato
l’importanza della dimensione spirituale nell’eredità di János Esterházy, da
coltivare anche nei rapporti tra le nazioni del Gruppo di Visegrád.
* * *
Commemorazione di
János Esterházy, Budapest, 8 marzo 2020
di Zsolt Németh
Leader politico ungherese, nato da madre
polacca. Personaggio contrassegnato dalla santità di vita che ebbe a cuore la
fratellanza con la nazione slovacca. Persona che ha volontariamente accettato
la prigione – era addirittura pronto ad accettare la morte – affinché con la
sua passione possa intercedere per la comunità a lui affidata. Persona del
quale non solo la morte è legata alla Cechia, ma anche il primo miracolo dopo
la sua morte. E il testimone di tale miracolo è qui con noi.
Non dobbiamo fraintenderci: non ho
evidenziato tali pilastri della storia di János Esterházy per rivendicarne la santità.
Non è, infatti, compito degli Stati e dei politici di indicare o influenzare le
scelte della Chiesa cattolica circa i santi. Ciò rientra negli affari interni
della Chiesa. Qualora però la Chiesa, oppure i cittadini legati ad essa ne
facciano richiesta, lo Stato ungherese darà loro tutto l’aiuto che possa dare
nell’ambito delle proprie competenze. La linea rossa è però molto chiara per lo
Stato: è la Chiesa il soggetto esclusivo di tale processo.
Noi, laici però onoriamo l’eredità di
János Esterházy a prescindere dal processo di beatificazione. L’abbiamo onorata
già prima dell’avvio di tale processo. La onoriamo anche ora che ne è stato
avviato il processo di beatificazione, nei confronti del quale il nostro
atteggiamento è quello del rispetto. La onoreremo, infine, anche quando il
processo raggiungerà il proprio fine.
Il Premio János Esterházy è stato fondato
dai promotori, assieme all’Alleanza Rákóczi, proprio nel segno di tale onore e
rispetto, a riconoscimento di quanti si prodigano a tenere viva la memoria
dell’eredità di Esterházy. Quest’anno si tratta di P. František Lízna della
Repubblica Ceca, il quale già prima della sua guarigione è stato sostegno dei
devoti ungheresi di János Esterházy nella Slovacchia. L’altro premiato è Mons.
László Bíró, uno degli “apostoli” della causa di Esterházy intesa come legame
fraterno tra cristiani ungheresi e slovacchi. Li salutiamo grati al Signore.
(...)
János Esterházy considerò la pacifica
convivenza nelle nostre nazioni non solo nella sua dimensione consueta. Già nel
parlamento di Bratislava ebbe un approccio basato sulla cultura cristiana, per
esempio nei confronti delle leggi sugli ebrei, ma poi nel carcere ha
semplicemente cambiato dimensione che influì anche sulle sue idee politiche.
Potrebbe la dimensione divina, la santificazione, il “fattore Esterházy”
rappresentare una soluzione per i rapporti tra slovacchi e ungheresi? In
presenza di Padre Lízna la questione della valenza della dimensione celeste nel
mondo della politica è molto più di una mera domanda retorica. Se, infatti, la
sua guarigione ha superato i limiti della certezza e dell’autorevolezza della
medicina, suppongo che la sua risposta sarebbe un deciso sì. (...)
Polacchi, ungheresi, slovacchi, cechi: i
popoli di Visegrád. (...) Il fatto che questi quattro popoli sono uniti nella
storia di János Esterházy dimostra chiaramente che siamo non solo dei partner politici
ma anche dei fratelli. Anzi, prima di tutto dei fratelli. Visegrád ha una sua
struttura non solo politica ma anche spirituale che va coltivata, rafforzata e
per la quale si deve anche pregare. È questo che ogni anno ci rammenta il
Premio Esterházy.
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