venerdì 3 aprile 2020

János Esterházy e la dimensione spirituale di Visegrád


L’anniversario della sua morte János Esterházy è stato commemorato, domenica 8 marzo 2020, nel Parlamento ungherese con la consegna del Premio Esterházy a Mons. László Bíró, ordinario militare ungherese e al P. František Lízna SJ, gesuita, già esponente dell’opposizione democratica ceca e attualmente cappellano della prigione di Mírov, proprio dove Esterházy morì nel 1957. Padre Lízna attribuisce la propria guarigione da una malattia mortale proprio all’intercessione di János Esterházy.
Tra gli oratori della cerimonia l’On. Gergely Gulyás, Ministro della Presidenza del Consiglio ungherese e l’On. Miklós Soltész, Segretario di Stato per i rapporti con le Chiese, nonché P. Szabolcs Sajgó SJ. A conclusione della commemorazione l’On. Zsolt Németh, Presidente della Commissione Esteri del Parlamento ungherese ha sottolineato l’importanza della dimensione spirituale nell’eredità di János Esterházy, da coltivare anche nei rapporti tra le nazioni del Gruppo di Visegrád.

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Commemorazione di János Esterházy, Budapest, 8 marzo 2020
di Zsolt Németh
Leader politico ungherese, nato da madre polacca. Personaggio contrassegnato dalla santità di vita che ebbe a cuore la fratellanza con la nazione slovacca. Persona che ha volontariamente accettato la prigione – era addirittura pronto ad accettare la morte – affinché con la sua passione possa intercedere per la comunità a lui affidata. Persona del quale non solo la morte è legata alla Cechia, ma anche il primo miracolo dopo la sua morte. E il testimone di tale miracolo è qui con noi.
Non dobbiamo fraintenderci: non ho evidenziato tali pilastri della storia di János Esterházy per rivendicarne la santità. Non è, infatti, compito degli Stati e dei politici di indicare o influenzare le scelte della Chiesa cattolica circa i santi. Ciò rientra negli affari interni della Chiesa. Qualora però la Chiesa, oppure i cittadini legati ad essa ne facciano richiesta, lo Stato ungherese darà loro tutto l’aiuto che possa dare nell’ambito delle proprie competenze. La linea rossa è però molto chiara per lo Stato: è la Chiesa il soggetto esclusivo di tale processo.

Noi, laici però onoriamo l’eredità di János Esterházy a prescindere dal processo di beatificazione. L’abbiamo onorata già prima dell’avvio di tale processo. La onoriamo anche ora che ne è stato avviato il processo di beatificazione, nei confronti del quale il nostro atteggiamento è quello del rispetto. La onoreremo, infine, anche quando il processo raggiungerà il proprio fine.
Il Premio János Esterházy è stato fondato dai promotori, assieme all’Alleanza Rákóczi, proprio nel segno di tale onore e rispetto, a riconoscimento di quanti si prodigano a tenere viva la memoria dell’eredità di Esterházy. Quest’anno si tratta di P. František Lízna della Repubblica Ceca, il quale già prima della sua guarigione è stato sostegno dei devoti ungheresi di János Esterházy nella Slovacchia. L’altro premiato è Mons. László Bíró, uno degli “apostoli” della causa di Esterházy intesa come legame fraterno tra cristiani ungheresi e slovacchi. Li salutiamo grati al Signore. (...)
János Esterházy considerò la pacifica convivenza nelle nostre nazioni non solo nella sua dimensione consueta. Già nel parlamento di Bratislava ebbe un approccio basato sulla cultura cristiana, per esempio nei confronti delle leggi sugli ebrei, ma poi nel carcere ha semplicemente cambiato dimensione che influì anche sulle sue idee politiche. Potrebbe la dimensione divina, la santificazione, il “fattore Esterházy” rappresentare una soluzione per i rapporti tra slovacchi e ungheresi? In presenza di Padre Lízna la questione della valenza della dimensione celeste nel mondo della politica è molto più di una mera domanda retorica. Se, infatti, la sua guarigione ha superato i limiti della certezza e dell’autorevolezza della medicina, suppongo che la sua risposta sarebbe un deciso sì. (...)
Polacchi, ungheresi, slovacchi, cechi: i popoli di Visegrád. (...) Il fatto che questi quattro popoli sono uniti nella storia di János Esterházy dimostra chiaramente che siamo non solo dei partner politici ma anche dei fratelli. Anzi, prima di tutto dei fratelli. Visegrád ha una sua struttura non solo politica ma anche spirituale che va coltivata, rafforzata e per la quale si deve anche pregare. È questo che ogni anno ci rammenta il Premio Esterházy.

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