Le
effigie di ventuno santi e beati dell’Ungheria ornano le pareti della Cappella
Magna Domina Hungarorum nelle Grotte Vaticane. La cappella, consacrata da S.
Giovanni Paolo II nel 1980, è chiamata a rappresentare gli estesi legami della
nazione ungherese con gli altri popoli europei proprio attraverso le figure dei
santi.
La
memoria liturgica di Santa Elisabetta in Ungheria è celebrata nella data
tradizionale della sua sepoltura, il 19 novembre. (Dal 1969 nella Chiesa
universale è celebrata il 17 novembre, giorno della sua nascita al cielo.)
Figlia del re d’Ungheria, Andrea II e di Gertrude
di Merania. Nacque nel 1207 a Sárospatak (in Ungheria) ma all’età di 4 anni
venne promessa in sposa al langravio di Turingia e si trasferì nel castello di Wartburg
(per questo è anche nominata Elisabetta di Turingia).
Sin da piccola Elisabetta si prese cura dei malati
e bisognosi, praticando opere di misericordia. Nel 1221, a 14 anni, si sposò
con Ludovico IV ed il loro matrimonio fu molto felice. Nacquero tre figli,
Ermanno, Sofia e Gertrude. Suo marito partì per la crociata nel 1227 e morì a
Otranto mentre aspettava di imbarcarsi per la Terra Santa.
A soli vent’anni Elisabetta rimase vedova e si
dedicò completamente alle opere di carità, specialmente al servizio dei poveri,
erigendo anche un ospedale per loro a Marburgo, a proprie spese, riducendo sé
stessa in povertà. Entrò nel Terz’Ordine Francescano, dedicandosi completamente
agli ammalati. Si fece mendicante chiedendo aiuto per i poveri e condusse una
vita umile priva di ogni ricchezza. Tale scelta di vita scatenò la rabbia della
famiglia fino al punto che le tolsero anche i suoi figli.
Stremata dalle privazioni e dalla malattia morì
all’età di 24 anni. Dopo soli 4 anni, papa Gregorio IX la proclamò santa a
Perugia. Santa Elisabetta divenne patrona del Terzo Ordine Francescano ed è la
santa più conosciuta in Ungheria. Il suo culto è diffuso in tutta la Chiesa, ma
in modo particolare in Ungheria, Germania e Italia. La reliquia del capo di
Sant’Elisabetta è conservata a Viterbo, nella Basilica di San Francesco alla
Rocca.
Reliquia di S. Elisabetta conservata a Viterbo |
Ѐ patrona dei panettieri e degli ospedalieri. La sua
iconografia rappresenta principalmente il miracolo delle rose. L’episodio narra
che Elisabetta portava pane ai poveri, quando un giorno incontrò suo marito che
le chiese cosa stesse portando. Lei aprì il grembiule e, invece del pane,
comparvero delle bellissime rose.
Festa
liturgica: 19 novembre
Raffigurazione:
Elisabetta saluta suo marito che parte in crociata per la Terra Santa
Autore:
Sándor Kiss, scultore
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