martedì 5 novembre 2019

I Santi della Cappella Ungherese – il principe Sant'Emerico



Le effigie di ventuno santi e beati dell’Ungheria ornano le pareti della Cappella Magna Domina Hungarorum nelle Grotte Vaticane. La cappella, consacrata da S. Giovanni Paolo II nel 1980, è chiamata a rappresentare gli estesi legami della nazione ungherese con gli altri popoli europei proprio attraverso le figure dei santi.

Nella sua memoria liturgica presentiamo Sant’Emerico principe, figlio del primo re d’Ungheria, patrono della gioventù ungherese.


La morte di Sant'Emerico - rilievo nella Cappella ungherese delle Grotte Vaticane
(di Gyula Kiss Kovács)


Figlio di re Santo Stefano d'Ungheria e della Beata Gisella di Baviera, Emerico (Imre in ungherese) nacque a Székesfehérvár (Alba Reale), probabilmente nel 1007. La sua educazione fu affidata al monaco veneziano San Gerardo. Ne è testimonianza la famosa opera “Esortazioni al Figlio” (Institutio morum) di S. Stefano.

Secondo la sua leggenda, il principe Emerico fece voto di castità (forse fu ancora in vita uno dei suoi fratelli). Divenuto erede al trono divenne anche comandante dell’esercito ungherese.

Sulla casula, confezionata da sua madre per la Basilica dell’Assunta di Alba Regale, anche il principe Emerico è ritratto tra le immagini dei genitori. Sicuramente per questo legame materiale con la “sacra famiglia ungherese” la casula venne successivamente trasformata in manto d’incoronazione reale, e come tale utilizzato fino al 1916.

Nel 1031, durante una battuta di caccia, Emerico fu ferito a morte da un cinghiale. Venne canonizzato assieme al padre Stefano e al precettore Gerardo nel 1083. La sua festa è celebrata in Ungheria il 5 novembre, anniversario della canonizzazione. È stato proclamato patrono della gioventù ungherese.
Nella Basilica inferiore di Assisi Emerico è raffigurato, su un affresco di Simone Martini, assieme ad altri santi ungheresi, mentre l'altare principale della Basilica di S. Stefano Rotondo a Roma contiene anche le sue reliquie.
Lapide con la dedica dell'altare di S. Stefano Rotondo (Roma),
con la menzione del nome di Sant'Emerico.


Raffigurazione: Il principe Emerico è ferito a morte durante la caccia.


Festa liturgica: 5 novembre


Autore: Gyula Kiss Kovács, scultore

 

 

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