sabato 5 novembre 2016

Commemorazione della Rivoluzione del 1956 a S. Stefano Rotondo


(Foto: Klára Várhelyi)
Nel sessantesimo anniversario della Rivoluzione e Guerra d’Indipendenza ungherese del 1956 una commemorazione delle vittime è stata celebrata la sera del 4 novembre, nella Basilica di S. Stefano Rotondo al Celio. Un’occasione anche per ringraziare le Istituzioni e ricordare le persone che quella volta avevano generosamente aiutato l’Ungheria e i suoi esuli. Al termine dell’evento è stata inaugurata una lapide in ricordo del Card. József Mindszenty, già titolare della Basilica stessa, nonché allestita una mostra sulla sua vita.

Alla presenza dei membri del corpo diplomatico accreditato presso la S. Sede, dei rappresentanti di vari istituti ecclesiali dell’Urbe, della comunità ungherese di Roma, nonché di esponenti della società romana, ma anche di pellegrini, la preghiera diringraziamento e di suffragio è stata guidata da Mons. László Németh, coordinatore pastorale degli ungheresi in Italia, con l’assistenza del coro degli alunni ungheresi del Collegio Germanico-Ungarico.

Commemorazione dell'anniversario del 1956 nella Basilica di S. Stefano Rotondo
Nel suo saluto l’Ambasciatore d’Ungheria presso la S. Sede Eduard Habsburg-Lothringen ha ringraziato la Santa Sede, ricordando gli interventi di Papa Pio XII a favore degli ungheresi, nonché il Sovrano Militare Ordine di Malta, che sessant’anni fa si trovava in prima linea nel soccorrere i bisognosi durante e dopo la rivoluzione. Ha voluto ricordare, a pochi giorni dalla sua scomparsa, P. Tommaso Toschi, il “frate volante” che tanto ha fatto per gli esuli magiari.
L'Ambasciatore d'Ungheria in Italia, Péter Paczolay
(foto: Klára Várhelyi)

Péter Paczolay, Ambasciatore d’Ungheria in Italia ha illustrato il legame della chiesa di S. Stefano Rotondo con gli ungheresi e con il Card. Mindszenty. Ha rievocato anche la rilevanza di S. Giovanni da Capestrano nel ricordo della rivoluzione del 1956: in primo luogo, la coincidenza della data della sua festa con quella dello scoppio della rivoluzione: il 23 ottobre, appunto; inoltre, la tradizione delle commemorazioni ungheresi della rivoluzione che a partire dal 1966 si sono sempre svolte a Capestrano. Ha rilevato come in tante città e in tanti paesi italiani vi sia rimasto un segno tangibile della simpatia, della generosità e dell’accoglienza che gli italiani sessant’anni fa avevano testimoniato nei confronti degli ungheresi: si tratta delle numerose vie e piazze intitolate all’Ungheria e ai suoi martiri.

Michael Habsburg-Lothringen, presidente della Fondazione Cardinale Mindszenty ha parlato della figura dell’eroico primate ungherese in riferimento agli eventi del ’56. Ha annunciato che il sogno di Mindszenty, di avere cioè un milione di persone in preghiera per l’Ungheria, oggi è una realtà viva, e nel Paese il cristianesimo ha un ruolo fondamentale.


Mostra sul Card. Mindszenty (a cura di Gergely Kovács)

Le preghiere e i canti in suffragio delle vittime della Rivoluzione del 1956, e dei soccorritori sono stati accompagnati dall’accensione delle candele, collocate intorno all’altare da studenti provenienti dalla città di Sopron.
Il Card.Brandmüller, l'Amb. Paczolay, l'Amb. Habsburg,
Mons. Acerbi davanti alla la lapide del Card. Mindszenty
(Foto: Klára Várhelyi)
A conclusione della commemorazione, nel vestibolo della Basilica di S. Stefano Rotondo il Cardinale Walter Brandmüller, Presidente emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche ha benedetto la nuova lapide marmorea in ricordo del Cardinale Mindszenty. L’epigrafe ungherese-italiana rievoca tutta la storia dei legami con gli ungheresi, dei quali la basilica è chiesa nazionale. Due formelle di bronzo, opere dello scultore Róbert Csíkszentmihályi, raffigurano il Cardinale Mindszenty e lo stemma dell’Ungheria, sorretta dall’angelo custode.

Aggiornamento:
Ecco il resoconto dell'evento da Andrea Gagliarducci su Aci Stampa:

Lapide ungherese nella Basilica di S. Stefano Rotondo al Celio(opera di Róbert Csíkszentmihályi)
 
L’esposizione e la pubblicazione del libro è stata sostenuta dal Comitato commemorativo istituto per il 60mo anniversario della Rivoluzione e Guerra d’indipendenza del 1956.
 




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