Nascere con il cognome Asburgo è divertente e
strano allo stesso tempo. È bello essere parte di una famiglia con radici che
risalgono a più di 1.000 anni fa. È sicuramente divertente avere un cugino che
ti ospita in quasi tutti gli angoli del mondo. Il rovescio della medaglia è
che, in un certo senso, si è sempre sotto indagine. I compagni di classe, ogni
volta che il tuo cognome viene citato durante le lezioni di storia (in pratica
in tutti i secoli, a partire dal XIII) ti osservano con aria strana. Tuttavia
debbo ammettere che si tratta certamente di un’esperienza emozionante.
Un pensiero ci assilla costantemente: cosa vuol
dire essere un Asburgo oggi? Qual è l'insieme dei valori comuni caratterizzanti
il nome di questa casa regnante, che non governa più da quasi 100 anni?
In un certo senso, fu questa la domanda che
la famiglia stessa si pose quando decise di tenere il nostro primo raduno
internazionale dopo ormai più di 15 anni. Abbiamo così deciso di tornare alle
nostre radici cattoliche e compiere un pellegrinaggio a Roma, al termine
dell'Anno della Misericordia, per incontrare il Successore di Pietro. La
decisione si è dimostrata essere molto saggia.
Dopo mesi di preparazione, quasi 300 membri
della famiglia Asburgo, provenienti da tutto il mondo, sono arrivati a Roma per
un fine settimana intenso. Il pellegrinaggio ha riunito componenti della
famiglia che non si erano mai incontrati prima (tranne che attraverso una
pagina privata di Facebook, utilizzata negli ultimi due anni), con un unico
elemento in comune: l’appartenenza a
questa numerosa famiglia. Abbiamo trascorso piacevolmente il tempo insieme, abbiamo
magiato la pasta, poi pregato e camminato per le vie di Roma insieme.
Durante il nostro incontro con Papa Francesco,
che era inondato da decine di bambini nella sala Clementina ma parlava con
amore anche con le "nonne", abbiamo scoperto che i valori che sono
stati al centro della nostra famiglia da secoli, sono quelli che ci condurranno
verso il futuro.
Il Papa ci ha parlato del nostro famoso
antenato, il Beato Imperatore Carlo (la cui reliquia gli abbiamo offerto come regalo),
sottolineando che il beato Carlo era, prima di tutto, un padre di famiglia. Francesco
ci ha incoraggiato ad aiutare il mondo a riscoprire il valore della famiglia
nei tempi odierni. Questa è per noi una cosa naturale. Io stesso, ad esempio, vivo
beato con una moglie fantastica e sei meravigliosi figli – certo, non arrivo ai
livelli dell’Imperatrice Maria Teresa, che ebbe sedici figli, ma comunque...
Il Santo Padre ci ha anche invitato ad
imitare il beato Carlo, contribuendo a costruire un’Europa unita – cosa alla
quale ci dedichiamo, attraverso il nostro impegno in politica o, nel mio caso,
in qualità di diplomatico.
Papa Francesco ci ha incoraggiato a
proseguire nelle molte attività sociali che ci vedono impegnati, come la
promozione della pace (uno dei nostri cugini lavora nel Sud Sudan), l'aiuto ai poveri
(come fanno tanti nostri cugini), agli emarginati e alle minoranze (il capo
della nostra famiglia, Karl, si dedica a questo).
Il Papa è stato molto contento che fossero
nate in seno alla famiglia anche vocazioni sacerdotali – mio fratello Paul è infatti
il nostro primo sacerdote da quasi 200 anni e ve ne sono altri "sulla
buona strada".
Ma, soprattutto, ci ha chiesto di essere un
faro di pace in questi tempi molto difficili, come il Beato Carlo lo fu fin dal
primo momento del suo regno, che ebbe inizio proprio 100 anni fa. Era l'unico
monarca in Europa ad aver vissuto gli orrori della guerra in prima persona e
l'unico che ascoltò l'appello alla pace di Papa Benedetto XV. Se poi, questa
iniziativa di pace non andò in porto, non fu certo colpa sua. Il Papa ci ha invitato
con decisione a promuovere la pace, come aveva fatto il Beato Carlo, "anche
a costo di essere incompresi e derisi". Un messaggio che, volentieri,
porteremo nel mondo.
Durante il nostro incontro abbiamo tutti
colto il grande carisma di Papa Francesco: la sua comprensione istintiva delle
persone, dei gruppi e dei Paesi e delle loro potenzialità attuali. Attraverso le
istituzioni della Santa Sede, Papa Francesco è impegnato in processi di
mediazione e di pace in tutto il mondo. Con le sue parole ci ha mostrato cosa
vuol dire essere un Asburgo oggi.
Abbiamo scoperto che il significato non lo dobbiamo
cercare altrove perché, semplicemente vivendo la nostra fede cattolica, ci
saranno tutti gli elementi. È con questo spirito rinnovato che stiamo programmando
la nostra prossima riunione di famiglia. Vediamo, dove ci porterà.
Eduard Habsburg
Congratulazioni,mi sono sempre sentito molto legato a questa grande famiglia!
RispondiElimina