Una variante della Via Crucis molto
caratteristica della Mitteleuropa è il cosiddetto calvario (in ungherese
Kálvária). Si tratta della raffigurazione all’aperto della scena della crocifissione
di Gesù sul Golgota (Calvario), integrata da diversi elementi che rievocano la
sua passione.
Calvario di Bodajk, nei pressi di uno dei più antichi santuari mariani ungheresi |
Normalmente il calvario si trova fuori dell’abitato, collocato spesso su una collina vera o simbolica. Il calvario più semplice è composto dai tre crocifissi e alcune statue che rappresentano la Vergine, San Giovanni e la Maddalena. Spesso vi si accede passando accanto alle 14 stazioni della Via Crucis, collocate in altrettante cappelline (capitelli). Esistono anche le varianti con sette stazioni, e quelle che evocano invece la Vergine dei Sette Dolori.
Calvario di Vác |
Le versioni più elaborate hanno le sembianze
di un bastione (collina artificiale), sulla sommità del quale si ergono le tre
croci, mentre al loro interno è ricavata la cappella del Santo Sepolcro.
Qualche volta vi si trova accanto una chiesetta dedicata al Buon Ladrone oppure
un piccolo “eremo”, abitazione del custode-eremita. Il loro stile rispecchia quello
dell’epoca in cui sono stati costruiti, il più delle volte da maestranze e da artisti
locali. I più diffusi sono quelli in stile barocco popolare o neoclassico, ma
sono significativi anche quelli più recenti in stile moderno.
Calvario di Szentendre, cittadina degli artisti, vicino a Budapest |
In Ungheria i primi calvari furono eretti alla
fine del XVII secolo per poi diffondersi nei secoli XVIII e XIX. Sembra che ad
introdurli siano stati i nuovi coloni di lingua tedesca, arrivati in Ungheria
dopo le guerre turche. Si sono rapidamente diffusi, essendo espressione
importante della pietà popolare, soprattutto nel periodo quaresimale. La
maggior parte dei calvari si trova nelle provincie prevalentemente cattoliche (Transdanubio
e Nord Ungheria).
Il calvario barocco di Győr è uno dei più belli dell'Ungheria |
Sotto il comunismo la loro sorte non fu sempre felice: molti
vennero abbandonati e trascurati, altri addirittura demoliti, ma non mancarono dei
recuperi significativi, grazie alla sensibilità della comunità interessata.
Dopo il cambio di regime diversi calvari sono stati restaurati e ne sono stati
eretti nuovi. (Vedi il sito specializzato sui calvari "Montagne del silenzio" con delle belle foto.)
Calvario di Magyarpolány |
Un tempo praticamente tutte le città ungheresi
ne avevano uno, non sempre sopravvissuti allo sviluppo urbano, come quello sul
Monte San Gerardo a Budapest, o quello della città di Pest. Ma pure a Budapest
se ne trovano diversi, nei distretti più periferici. Tra i calvari più rinomati
possiamo menzionare quello barocco di Győr, con sette cappelline e una
chiesetta, quello di Vác, con l’eremo accanto (sempre a Vác si trova il santuario
della Madonna dei Sette Dolori, quello cosiddetto delle Sette Cappelle). Il
calvario di Magyarpolány è famoso perché vi si svolge da diversi anni la rappresentazione
all’aperto della Passione del Signore in occasione della Pentecoste (quando il
tempo di solito è più mite). Sulla sommità della penisola del lago Balaton, nei
pressi dell’Abbazia benedettina di Tihany, un calvario è stato eretto nel 1927
in memoria di Carlo d’Asburgo (Re Carlo IV d’Ungheria) che ivi trascorse alcuni
giorni prima di essere costretto all’esilio nel 1921. Il calvario, che rappresentava uno dei primi segni della venerazione dell'ultimo re d'Ungheria, venne distrutto
durante il comunismo, per essere riedificato di recente, con l’aggiunta di una
cappellina in onore del Beato Carlo stesso.
Calvario "del Beato Carlo IV" a Tihany |
(Foto: /csendhegyek.blogspot.it)
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