Il vescovo-presidente Tamás Fabinyi (sulla destra) consegna simbolicamente al Soccorso Ecumenico Ungherese i fondi raccolti dai fedeli (foto: evangelikus.hu) |
I fedeli della Chiesa Evangelica Luterana Ungherese hanno
raccolto 15 milioni di Fiorini (circa 50 mila EUR) per i cristiani perseguitati
e per le vittime del conflitto in Medio Oriente – ne riferisce il Servizio di
Informazione della Chiesa Luterana Ungherese. La raccolta risale al periodo
dello scorso Avvento con lo scopo di aiutare i cristiani della città irachena
di Bashiqa, vicino a Mosul. La somma, infatti, sarà destinata alla
ricostruzione delle case dei cristiani che vogliono ritornare e ricominciare nelle loro città.
La Diaconia della Chiesa Evangelica Luterana Ungherese sostiene
e aiuta sin dall’inizio i rifugiati delle zone di conflitto in Medio Oriente. L’aiuto
ungherese arriverà ai bisognosi attraverso il Soccorso Ecumenico Ungherese
(Magyar Ökumenikus Segélyszervezet – Hungarian Interchurch Aid), una delle
organizzazioni caritative principali del paese, cui si appoggia anche la Chiesa
Luterana Ungherese.
Il Soccorso Ecumenico Ungherese ha la sua rappresentanza stabile
in Iraq per sostenere efficacemente i bisognosi della zona. Nel 2016 ha
stabilito il suo primo ufficio ad Erbil, ed ora un secondo centro a Bashiqa. I
due “Returnee Support Center”, cioè i centri che aiutano i profughi che rientrano dopo la guerra, operano nell’ambito del
programma Hungary Helps del Governo ungherese. Nella città di Bashiqa è in
corso la ricostruzione di 30 abitazioni e una scuola, inoltre la rimessa in
funzione della rete idrica che garantisce l’acqua a 2500 persone. I 50 mila
euro raccolti dai fedeli della Chiesa Luterana d’Ungheria, permetteranno la
ricostruzione di altre 10 case per le famiglie.
Il vescovo Tamás
Fabiny, presidente della Chiesa Evangelica Luterana Ungherese, ha
dichiarato: “Stiamo aiutando perché pensiamo che il cristiano responsabile non
può essere indifferente nei confronti della sofferenza delle persone e
particolarmente dei cristiani nel Medio Oriente, vittime del radicalismo
islamico”.
Il responsabile del programma
internazionale del Soccorso Ecumenico Ungherese ha spiegato che nella città di Bashiqa, su 60 mila abitanti finora ne
sono tornati 30 mila, l’istruzione è stata in gran parte riavviata ma gli
edifici sono ancora in rovine. Diversi negozi sono stati riaperti ma il
commercio, che garantisce i rifornimenti per la vita quotidiana, non è ancora
sufficiente. La ricostruzione delle case è uno sforzo enorme per le persone che
hanno perso tutto durante il conflitto.
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