In una
intervista recente l’On. Miklós Soltész,
segretario di stato per gli affari religiosi ha specificato che negli ultimi quattro anni il Governo ungherese ha contribuito alla
ristrutturazione o restauro di più di cinquemila edifici ecclesiastici tra chiese,
scuole, istituti di assistenza sociale, centri comunitari. Non soltanto in
Ungheria ma in tutto il Bacino dei Carpazi, cioè nei Paesi limitrofi.
On. Miklós Soltász, segretario di stato per gli affari religiosi |
Lo ha fatto
anche perché in Ungheria, secondo i sondaggi, la gente considera il
cristianesimo un valore importante il che si rispecchia nel il rafforzamento
dell’impegno sociale e nel supporto alle famiglie. Secondo le statistiche negli
ultimi otto anni i matrimoni sono aumentati del 45%, mentre i divorzi sono diminuiti
del 20% e gli aborti del 25%. Si tratta di dati che rivelano come i
provvedimenti basati sui valori cristiani e la presenza ecclesiale più forte abbiano
un effetto positivo sul modo di pensare delle persone. Dal 2010 è raddoppiato
il numero degli studenti delle scuole ecclesiastiche, che oggi sono 220 mila, e
altrettanto è raddoppiato il numero dei pazienti curati negli istituti ecclesiastici
di assistenza sociale (122 mila persone), e nel campo della tutela dei bambini l’impegno
istituzionale delle Chiese è sei volte più incisiva di prima.
La Segreteria di Stato per gli affari religiosi
del Governo ungherese ha sostenuto anche molti programmi ed attività delle diverse
comunità dei credenti. Come per esempio la partecipazione dei giovani alle
Giornate Mondiale della Gioventù, ai pellegrinaggi oltreconfine, come a quello
di Csíksomlyó (Sumleu Ciuc), o a quello di Czestochowa in Polonia (che si
ripetono ogni anno). Sostiene anche delle iniziative diocesane o parrocchiali
come gli incontri delle famiglie, i campi estivi dei chierichetti, degli scout ed
altre simili.
In vista del Congresso Eucaristico Internazionale
del 2020 a Budapest verranno ristrutturate diverse chiese con fondi governativi,
nasceranno nuovi centri di comunità che serviranno non soltanto la Chiesa ma anche
il turismo religioso. Sarà anche l’occasione per un ulteriore ravvicinamento con
i popoli vicini ed avrà anche una sua rilevanza ecumenica – sostiene il
Segretario di Stato Soltész.
La separazione tra stato e Chiese viene
ritenuta una grande conquista della Rivoluzione Francese, ma secondo l’On.
Soltész la questione va un po’ riconsiderata. Noi ungheresi, in particolare, durante
il comunismo abbiamo sperimentato una separazione che era piuttosto una
persecuzione statale delle Chiese e dei credenti. È naturale che le Chiese non
partecipano direttamente alle decisioni politiche, ma possono avanzare delle
idee, presentare le loro opinioni. Nello stesso tempo tanti politici vivono la propria
fede nella Chiesa, avendo il proprio parere, ma non partecipando direttamente
nelle decisioni interne della Chiesa. La gran parte dei cittadini si considera appartenente
a qualche confessione, pur non frequentando magari le funzioni, e siccome sono
membri sia della società che della Chiesa, una separazione totale di tali
questioni non è realistica.
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