martedì 10 aprile 2018

Impegno governativo a favore delle Chiese in Ungheria – il cristianesimo considerato come valore importante


In una intervista recente l’On. Miklós Soltész, segretario di stato per gli affari religiosi ha specificato che negli ultimi quattro anni il Governo ungherese ha contribuito alla ristrutturazione o restauro di più di cinquemila edifici ecclesiastici tra chiese, scuole, istituti di assistenza sociale, centri comunitari. Non soltanto in Ungheria ma in tutto il Bacino dei Carpazi, cioè nei Paesi limitrofi.
On. Miklós Soltász, segretario di stato per gli affari religiosi
Lo ha fatto anche perché in Ungheria, secondo i sondaggi, la gente considera il cristianesimo un valore importante il che si rispecchia nel il rafforzamento dell’impegno sociale e nel supporto alle famiglie. Secondo le statistiche negli ultimi otto anni i matrimoni sono aumentati del 45%, mentre i divorzi sono diminuiti del 20% e gli aborti del 25%. Si tratta di dati che rivelano come i provvedimenti basati sui valori cristiani e la presenza ecclesiale più forte abbiano un effetto positivo sul modo di pensare delle persone. Dal 2010 è raddoppiato il numero degli studenti delle scuole ecclesiastiche, che oggi sono 220 mila, e altrettanto è raddoppiato il numero dei pazienti curati negli istituti ecclesiastici di assistenza sociale (122 mila persone), e nel campo della tutela dei bambini l’impegno istituzionale delle Chiese è sei volte più incisiva di prima.

La Segreteria di Stato per gli affari religiosi del Governo ungherese ha sostenuto anche molti programmi ed attività delle diverse comunità dei credenti. Come per esempio la partecipazione dei giovani alle Giornate Mondiale della Gioventù, ai pellegrinaggi oltreconfine, come a quello di Csíksomlyó (Sumleu Ciuc), o a quello di Czestochowa in Polonia (che si ripetono ogni anno). Sostiene anche delle iniziative diocesane o parrocchiali come gli incontri delle famiglie, i campi estivi dei chierichetti, degli scout ed altre simili.

In vista del Congresso Eucaristico Internazionale del 2020 a Budapest verranno ristrutturate diverse chiese con fondi governativi, nasceranno nuovi centri di comunità che serviranno non soltanto la Chiesa ma anche il turismo religioso. Sarà anche l’occasione per un ulteriore ravvicinamento con i popoli vicini ed avrà anche una sua rilevanza ecumenica – sostiene il Segretario di Stato Soltész.

La separazione tra stato e Chiese viene ritenuta una grande conquista della Rivoluzione Francese, ma secondo l’On. Soltész la questione va un po’ riconsiderata. Noi ungheresi, in particolare, durante il comunismo abbiamo sperimentato una separazione che era piuttosto una persecuzione statale delle Chiese e dei credenti. È naturale che le Chiese non partecipano direttamente alle decisioni politiche, ma possono avanzare delle idee, presentare le loro opinioni. Nello stesso tempo tanti politici vivono la propria fede nella Chiesa, avendo il proprio parere, ma non partecipando direttamente nelle decisioni interne della Chiesa. La gran parte dei cittadini si considera appartenente a qualche confessione, pur non frequentando magari le funzioni, e siccome sono membri sia della società che della Chiesa, una separazione totale di tali questioni non è realistica.

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