È la
prima volta che il Venerdì Santo sarà giorno di riposo in Ungheria, quindi alla
pari della Pasquetta. Si tratta del compimento di un antico desiderio, ma anche
di un gesto verso i protestanti, in occasione del 500mo della Riforma.
Mihály Munkácsy: Il Giudizio di Pilato (Debrecen, Ungheria) |
Il Venerdì
Santo è, infatti, particolarmente vicino alla sensibilità protestante come
festa liturgica. Finora però si ritenne ufficialmente di non poter aumentare i
giorni non lavorativi, perché l’economia dell’Ungheria non sarebbe stata in
grado di sostenerlo. Adesso, invece, lo stesso ministro dell’economia è stato tra
i firmatari della relativa proposta di legge, a testimonianza della sua sostenibilità
anche economica.
Annunciato
dal Primo Ministro Viktor Orbán nell’ottobre dello scorso anno,
significativamente in occasione della sua visita al Concilio della Chiesa
Riformata Ungherese, la legge N. XIV del 2017 è stata votata dal Parlamento di
Budapest il 3 marzo scorso, con 163 vori a favore (e due astenuti).
Mihály Munkácsy: Ecce Homo (Debrecen, Ungheria) |
Durante
il dibattito in Aula, il Ministro per le Capacità Umane, On. Zoltán Balog (lui
stesso pastore riformato) ha voluto illustrare le ragioni che hanno portato al
provvedimento sia con i valori sia con gli interessi:
“Questa
causa unisce diversi fattori che, del resto non è male che s’incontrino anche
nella vita: i valori e gli interessi. Noi riteniamo che il presente
provvedimento, sia dal punto di vista dei valori che da quello degli interessi,
farà del bene all’Ungheria, farà del bene ai cittadini dell’Ungheria e,
soprattutto, farà del bene alle famiglie ungheresi.
Sarà
quindi un guadagno per tutti, indipendentemente dall’approccio che uno ha verso
di se e verso il mondo in cui vive. Per noi, guardandolo dal punto di vista dei
valori, questa possibilità ci dice che potrà essere un importante passo verso
il ristabilimento dell’identità cristiana del Paese e della Nazione. Per cui,
potremmo dire, si tratta di saldare un debito di 25 anni, a partire dal cambio
di regime.
Il
messaggio cristiano di questa festa, del Venerdì Santo, è che senza sacrificio
non c’è festa, senza la morte non c’è la risurrezione, senza il Venerdì Santo
non c’è la Pasqua.
Mentre
parliamo di tutto ciò, sulla base dei valori, non pensiamo di dover o di poter
imporre questa convinzione ad alcuno. Siamo, però, certi che sia nell’interesse
di tutte le famiglie avere un ulteriore giorno a loro disposizione per il
riposo comune, attorno alle festività pasquali quando, specie per le famiglie
con bambini, poteva creare dei problemi il fatto che il Venerdì Santo era
ancora giornata lavorativa mentre era già giorno di vacanza a scuola. (…)
Come riuscirà
tutto ciò, dipenderà dalle persone, dalle famiglie, dalle comunità, le quali si
avvarranno di questo giorno di riposo. (…) Ciò che noi possiamo fare è assicurare
un giorno di riposo dal lavoro, a farlo diventare una festa ci dovranno pensare
i cittadini, le comunità dei cittadini e le comunità ecclesiali.”
* * *
La “Trilogia del Cristo” di Mihály Munkácsy rappresenta tre momenti del Venerdì Santo: il Giudizio di Pilato, l’Ecce
Homo e il Golgota. Eseguito da uno dei sommi maestri della pittura ungherese alla
fine dell’Ottocento, i quadri della trilogia seguirono sorti diverse (con
proprietari diversi, in parte all’estero).
La loro prima presentazione comune è
divenuta possibile solo nel 1995, presso il Museo Déry di Debrecen (Ungheria).
Attualmente il primo quadro è di proprietà dello Stato ungherese, il secondo appartiene
al Museo Déry, mentre il terzo è di un collezionista privato d’Oltreoceano, con
il quale sono tuttora in corso delle trattative per il suo acquisto da parte
dello Stato.
La "Trilogia del Cristo" del Munkácsy nel Museo Déry di Debrecen |
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