venerdì 14 aprile 2017

Provvedimento del Parlamento ungherese: giorno di riposo per il Venerdì Santo


È la prima volta che il Venerdì Santo sarà giorno di riposo in Ungheria, quindi alla pari della Pasquetta. Si tratta del compimento di un antico desiderio, ma anche di un gesto verso i protestanti, in occasione del 500mo della Riforma.


Mihály Munkácsy: Il Giudizio di Pilato (Debrecen, Ungheria)
Il Venerdì Santo è, infatti, particolarmente vicino alla sensibilità protestante come festa liturgica. Finora però si ritenne ufficialmente di non poter aumentare i giorni non lavorativi, perché l’economia dell’Ungheria non sarebbe stata in grado di sostenerlo. Adesso, invece, lo stesso ministro dell’economia è stato tra i firmatari della relativa proposta di legge, a testimonianza della sua sostenibilità anche economica.

Annunciato dal Primo Ministro Viktor Orbán nell’ottobre dello scorso anno, significativamente in occasione della sua visita al Concilio della Chiesa Riformata Ungherese, la legge N. XIV del 2017 è stata votata dal Parlamento di Budapest il 3 marzo scorso, con 163 vori a favore (e due astenuti).


Mihály Munkácsy: Ecce Homo (Debrecen, Ungheria)
Durante il dibattito in Aula, il Ministro per le Capacità Umane, On. Zoltán Balog (lui stesso pastore riformato) ha voluto illustrare le ragioni che hanno portato al provvedimento sia con i valori sia con gli interessi:

 
Mihály Munkácsy: Sul Golgota (Debrecen, Ungheria)
“Questa causa unisce diversi fattori che, del resto non è male che s’incontrino anche nella vita: i valori e gli interessi. Noi riteniamo che il presente provvedimento, sia dal punto di vista dei valori che da quello degli interessi, farà del bene all’Ungheria, farà del bene ai cittadini dell’Ungheria e, soprattutto, farà del bene alle famiglie ungheresi.
Sarà quindi un guadagno per tutti, indipendentemente dall’approccio che uno ha verso di se e verso il mondo in cui vive. Per noi, guardandolo dal punto di vista dei valori, questa possibilità ci dice che potrà essere un importante passo verso il ristabilimento dell’identità cristiana del Paese e della Nazione. Per cui, potremmo dire, si tratta di saldare un debito di 25 anni, a partire dal cambio di regime.
Il messaggio cristiano di questa festa, del Venerdì Santo, è che senza sacrificio non c’è festa, senza la morte non c’è la risurrezione, senza il Venerdì Santo non c’è la Pasqua.
Mentre parliamo di tutto ciò, sulla base dei valori, non pensiamo di dover o di poter imporre questa convinzione ad alcuno. Siamo, però, certi che sia nell’interesse di tutte le famiglie avere un ulteriore giorno a loro disposizione per il riposo comune, attorno alle festività pasquali quando, specie per le famiglie con bambini, poteva creare dei problemi il fatto che il Venerdì Santo era ancora giornata lavorativa mentre era già giorno di vacanza a scuola. (…)
Come riuscirà tutto ciò, dipenderà dalle persone, dalle famiglie, dalle comunità, le quali si avvarranno di questo giorno di riposo. (…) Ciò che noi possiamo fare è assicurare un giorno di riposo dal lavoro, a farlo diventare una festa ci dovranno pensare i cittadini, le comunità dei cittadini e le comunità ecclesiali.”

* * *
La “Trilogia del Cristo” di Mihály Munkácsy rappresenta tre momenti del Venerdì Santo: il Giudizio di Pilato, l’Ecce Homo e il Golgota. Eseguito da uno dei sommi maestri della pittura ungherese alla fine dell’Ottocento, i quadri della trilogia seguirono sorti diverse (con proprietari diversi, in parte all’estero).
La loro prima presentazione comune è divenuta possibile solo nel 1995, presso il Museo Déry di Debrecen (Ungheria). Attualmente il primo quadro è di proprietà dello Stato ungherese, il secondo appartiene al Museo Déry, mentre il terzo è di un collezionista privato d’Oltreoceano, con il quale sono tuttora in corso delle trattative per il suo acquisto da parte dello Stato.
La "Trilogia del Cristo" del Munkácsy nel Museo Déry di Debrecen
(Foto: Wikipedia)

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