lunedì 17 giugno 2019

Solidarietà ungherese verso i fedeli dello Srí Lanka


I ministri Marapana e Szijjártó (foto: KKM)
Il Ministro degli Affari Esteri dello Srí Lanka, Tilak Marapana, nell’ambito della sua visita in Ungheria per i 60 anni delle relazioni diplomatiche bilaterali, ha voluto esprimere i ringraziamenti del suo Paese per la solidarietà ungherese dimostrata in seguito agli attentati che hanno colpito i fedeli cristiani dello Srí Lanka la Domenica di Pasqua.

Infatti, il Segretario di Stato per l’aiuto ai Cristiani Perseguitati Sig. Tristan Azbej si era premurato di mettersi in contatto personalmente con S. Em. il Card. Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, subito all’indomani degli attentati, per informarsi delle necessità più urgenti. In seguito, la Segreteria ha messo a disposizione della Chiesa Cattolica dello Srí Lanka circa 27.700 EUR, completati da circa 34.000 EUR da parte del Ministro per gli Affari Esteri e del Commercio ungherese Péter Szijjártó.

Incontro con il Presidente della Conferenza Episcopale Ungherese (foto: Magyar Kurír)
Dopo i colloqui al Ministero degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, il Ministro Marapana ha voluto incontrare anche Mons. András Veres, Vescovo di Győr e Presidente della Conferenza Episcopale Ungherese, per ringraziarlo della solidarietà della Chiesa Cattolica Ungherese. La Conferenza Episcopale Ungherese aveva indetto una colletta tra i fedeli per soccorrere i famigliari delle vittime. Sarà proprio la Conferenza Episcopale Ungherese a trasmettere gli aiuti del Governo ungherese, aggiungendovi le donazioni dei fedeli cattolici.

venerdì 14 giugno 2019

Incontro a Budapest sui preparativi del Congresso Eucaristico Internazionale 2020


Si sono dati appuntamento a Budapest, tra l’8-11 maggio 2019, i membri del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali e i Delegati nazionali in rappresentanza delle rispettive Conferenze Episcopali, provenienti da più di 70 paesi del mondo.

I partecipanti della Plenaria del Pontificio Comitato hanno visitato i luoghi chiave in cui si svolgerà l’evento: lo Stadio Ferenc Puskás che sarà terminata per l’evento, i padiglioni della Hungexpo, che ospiteranno gli eventi mattutini del Congresso, la Piazza degli Eroi, il viale Andrássy, la Basilica di Santo Stefano e la Piazza, nonché Piazza Kossuth. Hanno, inoltre, assistito a delle presentazioni sulle condizioni di sicurezza e di viaggio (in particolare informazioni per i provenienti da continenti lontani), sulle preparazioni svolte finora e sulla conferenza teologico-scientifica da tenersi prima del Congresso nel 2020. Nella presentazione informativa sono stati chiariti anche i dettagli della registrazione e le possibilità di alloggio. Infatti, durante l’incontro di quattro giorni i partecipanti si sono accertati dell’adeguatezza dei luoghi, gli Arcivescovi-Delegati sono riusciti a raccogliere informazioni rilevanti per i pellegrini provenienti da loro paesi; saranno comunque loro a dare una mano nell’organizzazione del viaggio, dell’alloggio e della registrazione nelle diocesi delle loro nazioni.

Il Presidente János Áder saluta i partecipanti alla Plenaria
Al Parlamento i partecipanti sono stati ricevuti dall’On. László Kövér, Presidente dell’Assemblea Nazionale Ungherese. Successivamente il Presidente dell’Ungheria, S.E. János Áder, ha salutato i delegati esprimendo la sua gioia per la scelta della capitale ungherese come sede dell’evento internazionale. nel suo discorso ha richiamato l’impegno ungherese per la fede: “Questa coscienza della propria vocazione è nostra da mille anni. È la vocazione di arricchire il mondo con la tenacia della fede, con la nostra cultura, con la nostra perseveranza custode di valori, con il nostro rispetto verso gli altri, con la nostra amicizia ospitale. Questo è il nostro programma per il ventunesimo secolo, ed è questo che vogliamo farvi sperimentare l’anno prossimo. Perché l’Ungheria fin dalla sua nascita – da più di mille anni – non vuole soltanto ricevere, ma vuole piuttosto dare.”

venerdì 7 giugno 2019

Comunicato dell’Arcivescovo di Gyulafehérvár (Alba Iulia) sulla visita di Papa Francesco




Celebrando la Santa Messa al Santuario di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc) il 1 giugno 2019, Papa Francesco ha confermato “nella fede e nelle virtù degli antenati” quel “popolo fedele che in mezzo alle sue tribolazioni non si stanca di cercare la fonte d’acqua” (cfr. Omelia al Santuario di Sumuleu Ciuc).

Con i fedeli presenti, soprattutto cattolici di rito latino, di lingua ungherese, provenienti dall’Arcidiocesi di Gyulafehérvár (Alba Iulia) e dalle altre diocesi latine della Transilvania, nonché dall’Ungheria e da altre regioni, abbiamo chiesto al Signore e alla Vergine Maria “la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione” (ibidem).

Consapevoli che “l’unità non toglie le legittime diversità” (cfr. Catechesi all’Udienza Generale, 05.06.2019.), e fortificati dall’appello del Santo Padre “per il rispetto delle persone di qualsiasi etnia, lingua e religione” (ibidem), confermiamo la nostra disponibilità a “fare un processo di avvicinamento tra diverse etnie, confessioni religiose” (cfr. intervista sul volo verso Roma, 02.06.2019), offrendo e chiedendo, a nostra volta, “la mano tesa, l’ascolto dell’altro” per poter effettivamente “camminare insieme”.

"Camminiamo insieme"
il logo in ungherese sulla casula del papa
Come Pastore di questo “popolo fedele” vorrei esprimere tutta la nostra gratitudine verso Papa Francesco per essere venuto a trovarci “attraversando la Transilvania tutta”, apprezzandone la bellezza. In occasione dell’annuale pellegrinaggio di Pentecoste, definita dal Santo Padre come “simbolo di dialogo, unità e fraternità” assicuriamo il Successore di Pietro delle nostre preghiere davanti alla Vergine di Csíksomlyó, che Egli ha voluto onorare con la Rosa d’Oro.

Gyulafehérvár (Alba Iulia), 7 giugno 2019

Mons. György-Miklós Jakubinyi
Arcivescovo di Gyulafehérvár (Alba Iulia)

giovedì 6 giugno 2019

Ospedali Aperti in Siria – le ragioni dell’impegno ungherese



Al convegno “Ospedali Aperti in Siria: terminata la prima fase, l’appello si rinnova”, organizzato all’Ambasciata d’Italia presso la S. Sede, il 31 maggio scorso, tra i rappresentanti dei donatori, l’Ambasciatore d’Ungheria presso la S. Sede Eduard Habsburg-Lothringen ha illustrato la filosofia e le ragioni degli aiuti ungheresi a favore dei cristiani perseguitati, compresi quelli della Siria. Pubblichiamo il testo dell’intervento dell’Ambasciatore.
* * *
L’Ungheria ha offerto un contributo al progetto Ospedali Aperti nell’ambito del proprio programma intitolato “Hungary Helps”, ossia l’Ungheria che aiuta. Lo ha fatto semplicemente perché ha visto che questa iniziativa è seria e corrisponde ai principi che guidano gli interventi del Governo ungherese in questo campo. Ha pure compreso che la Fondazione AVSI, che la gestisce, è un interlocutore serio, che merita la nostra fiducia. E, infine, l’Ungheria ha voluto aderire a questo programma, promosso da Sua Eminenza il Cardinale Mario Zenari Nunzio Apostolico in Siria, anche in omaggio all’azione umanitaria della Santa Sede. Un’azione che il nostro Paese ha sperimentato diverse volte nella storia e di cui siamo sempre grati.
Ma, vediamo, brevemente, quali sono questi principi guida del Governo ungherese. Essi sono: l’importanza del cristianesimo per l’identità dell’Ungheria, l’obbligo di collaborazione dello Stato con le Chiese, iscritto nella Costituzione, nonché la preoccupazione di promuovere il diritto di ogni comunità a vivere nella sua patria: sono questi i princìpi che ispirano gli interventi ungheresi, siano essi a sostegno delle minoranze nazionali oltre confine oppure a favore dei cristiani perseguitati.
Nel 2016 il Governo ungherese ha deciso di riorganizzare tutto il settore degli interventi ungheresi, compresi gli aiuti umanitari e la cooperazione internazionale. Prima ha creato una struttura governativa dedicata all’aiuto ai cristiani perseguitati e poi, dal 2017 ha creato il programma, oggi costituita in Agenzia intitolata “Hungary Helps”, per rafforzare il coordinamento delle varie iniziative ungheresi, che siano esse di diretto aiuto ai cristiani perseguitati, quelli classici di aiuti allo sviluppo oppure borse di studio speciali erogate a favore di comunità bisognose.
Il contributo a “Ospedali Aperti”, si inserisce nella nostra politica di aiuto ai cristiani perseguitati. Le varie iniziative ungheresi in questo settore si concretizzano in tre categorie principali.

martedì 4 giugno 2019

Papa Francesco e la bellezza della Transilvania


Al termine del consueto incontro con la stampa sul volo di ritorno dalla Romania a Roma Papa Francesco ha voluto condividere spontaneamente un’impressione che ha avuto durante la sua permanenza nella Transilvania.

Il percorso tra Marosvásárhely e Csíksomlyó
Riferendosi all’episodio per cui sabato 1° giugno, per andare al Santuario di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), a causa della pioggia e della nebbia, ha dovuto cambiare percorso. Dopo essere atterrato a Marosvásárhely (Targu Mures), capoluogo della Provincia di Maros/Mures, con una delle comunità ungheresi più grandi della Transilvania, il Papa, con un viaggio di oltre due ore e mezza in macchina, ha attraversato gran parte della Terra dei Siculi (Székelyföld) per arrivare al santuario.
Il Monte Somlyó, Miercurea Ciuc/Csíkszereda e la vallata circostante
Ecco cosa ha detto il Santo Padre delle sue impressioni:

“Per motivi di clima son dovuto andare ieri in macchina 2 ore 40 minuti… Ma è stata una grazia di Dio. Ho visto un paesaggio bellissimo. Ma come mai l’avevo visto? Ho attraversato la Transilvania tutta. È una bellezza! Io mai avevo vista una cosa del genere. E oggi per andare a Blaj, la stessa: una cosa bella, bella, bella. Un passaggio in questo paese. Ringrazio anche la pioggia che mi ha fatto viaggiare con la macchina e non con l’elicottero, e avere un contatto più con la realtà.”
La regione di Csík (indicato con la scritta Czik)
sull'affresco del XVI sec. del Palazzo Apostolico Vaticano

domenica 2 giugno 2019

Papa Francesco a Csíksomlyó – foto dall’altare


La Santa Messa celebrata da Papa Francesco a Csíksomlyó l’ha seguita da vicino anche il Prof. Zsolt Tamási, direttore del Liceo Cattolico “II. Rákoczi Ferenc” di Marosvásárhely (Targu Mures).

Ecco qualche fotografia da lui ripresa da un osservatorio privilegiato, quello accanto alla statua della Madonna di Csíksomlyó, insignita da Papa Francesco con la Rosa d’Oro al termine della celebrazione.
La Vergine di Csíksomlyó.
vicino alla statua è stata esposta la reliquia di S. Ladislao

Prima della messa - la sella del Monte Somlyó ancora avvolta nella nebbia,
i pellegrini intanto continuano ad affluire per assistere alla S. Messa celebrata da Papa Francesco
La ferula papale, i vescovi concelebranti e la folla dei fedeli
Il Santo Padre è stato assistito dal diacono ungherese Szabolcs Kovács
dell'Arcidiocesi di Gyulafehérvár (Alba Iulia), alunno del Pont. Collegio Germanico ed Ungarico
Elevazione.
Si vede bene anche la parte posteriore della casula papale, con il logo senza la scritta...
- per la storia vedasi qui.
La Rosa d'Oro donata dal S. Padre alla Vergine di Csíksomlyó



La consegna della Rosa d'Oro alla vergine di Csíksomlyó
Accanto a quella di S. Ladislao sono state esposte delle reliquie di altri martiri e confessori della Transilvania: la mitra del Servo di Dio Áron Márton, vescovo di Gyulafehérvár (Alba Iulia), il libro di preghiere del Beato János Scheffler vescovo martire di Szatmárnémeti (Satu Mare) e una pietra dalla tomba di San Gerardo vescovo martire di Csanád (cui successore è la Diocesi di Temesvár/Timisoara)


Il Professor Tamási ha avuto il privilegio di incontrare il Santo Padre anche all’inizio di maggio, durante l’Udienza Generale in Vaticano. Quella volta gli ha regalato una candela con l’emblema della sua scuola.
Il Prof. Zsolt Tamási con Papa Francesco in Vaticano

sabato 1 giugno 2019

Papa Francesco a Csíksomlyó – una Rosa d’Oro nel “Giardino della Madre di Dio”


Nella suggestiva cornice naturale del Santuario di Csíksomlyó (Sumuleu Ciuc), il Santo Padre ha celebrato oggi la S. Messa, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, soprattutto ungheresi.

Papa Francesco consegna la Rosa d'Oro alla Madonna di Csíksomlyó
(foto: P. Cirill Hortobágyi OSB)
La monumentale statua lignea della Vergine di Csíksomlyó per l’occasione è stata trasportata dalla chiesa dei francescani all’Altare dei Tre Colli nella Sella del Monte Somlyó. Papa Francesco l’ha voluta insignire della Rosa d’Oro, speciale onorificenza dei pontefici riservata ai più celebri santuari del mondo. Un gesto molto significativo che rafforza i legami con la Sede Apostolica di questo luogo sacro. Una Rosa d’Oro papale “piantata” in uno dei punti più belli del “Giardino della Madre di Dio”.

Consegna della Rosa d'Oro
(foto: Mons. Tamás Tóth)
La pioggia e la nebbia del mattino non hanno scoraggiato i pellegrini venuti dalle varie località della Transilvania, ma anche dall’Ungheria. Un migliaio di quest’ultimi sono arrivati con un treno speciale di 17 carrozze (lunga in tutto 426 metri), accompagnato da diversi vescovi ungheresi.

Le presenze ungheresi includevano, oltre ai membri della Conferenza Episcopale Ungherese, il Presidente dell’Ungheria János Áder, il Vice Primo Ministro Zsolt Semjén, nonché diversi sottosegretari e parlamentari, del resto abituali frequentatori del Santuario di Csíksomlyó. Hanno portato al S. Padre un album sui santi ungheresi, alcuni dei quali molto venerati proprio in Transilvania.

Tra questi santi spicca la figura di Re San Ladislao d’Ungheria, che alla fine dell’XI secolo ha consolidato il cristianesimo in Ungheria. Una sua reliquia è stata portata dai pellegrini a Csíksomlyó ed esposta accanto alla statua votiva della Vergine durante la messa papale.

Omelia di Papa Francesco a Csíksomlyó (foto: Norbert Nagy)
L’omelia è stata tradotta sia in romeno che in ungherese. All’offertorio i doni sono stati portati dal Papa dai bambini, vestiti in costume tradizionale székely (siculo), scelti tra gli orfani accolti da Fra’ Csaba Böjte, il frate ungherese della Transilvania, famoso per il suo impegno per i bambini che è stato recentemente ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. Questa volta, a Csíksomlyó, Fra’ Csaba ha voluto regalare al Santo Padre una copia della statua di Gesù Bambino, cinto della Corona di S. Stefano, molto venerato dai bambini ed il cui vestito è stato preparato da loro stessi.

Fra' Csaba Böjte e i bambini in costume siculo con la Madonna di Csíksomlyó
(foto: P. Cirill Hortobágyi OSB)
Tra i canti della celebrazione figurava l’antifona “Tota Pulchra es Maria”, in versione ungherese, che nell’ambito del pellegrinaggio di Pentecoste viene sempre cantata durante la processione sul Monte Somlyó. Per la comunione, invece, è stato intonato il famoso inno del Congresso Eucaristico di Budapest del 1938.

Fedeli radunati per la messa papale nella Sella del Monte Somlyó
Al termine della celebrazione è stato cantato il “Himnusz”, inno di tutti gli ungheresi e anche inno nazionale dell’Ungheria. Si tratta di un inno, composto nella prima metà dell’ottocento, quando ancora gli ungheresi non erano divisi dalle frontiere, e che non acclama un paese o uno stato ma invoca la benedizione e la misericordia di Dio sugli ungheresi. È usanza consolidata cantarlo dopo la messa in quanto ha un carattere religioso (inizia con le parole “Dio, benedici gli ungheresi”). Dopo la messa i fedeli hanno intonato anche il tradizionale Inno dei Székely (“Chissà per quali vie porta il destino…”) mentre all’arrivo del Papa è stato cantato l’antico canto dei pellegrini di Csíksomlyó (“O, mio dolce Dio, Protettore ed aiuto…”).

Attestato del "regalo verde"
a Papa Francesco (foto: pontifex.ro)
Il Papa ha consegnato un calice a Mons. György Jakubinyi, Arcivescovo di Alba Iulia/Gyulafehérvár, il quale l’ha ricambiato con il dipinto “Dove cielo e terra s’incontrano” del pittore locale Géza Xantus. Al Santo Padre è stata simbolicamente consegnata anche la “foresta”, composta dagli alberi piantumati dappertutto in Transilvania in onore della sua visita da parrocchie e istituzioni.

Rosa d'Oro di Csíksomlyó
(foto: S. Sede)
Infine, Mons. György Jakubinyi ha rivolto un indirizzo di ringraziamento al Santo Padre, esprimendo la gioia dei suoi fedeli per il fatto che Papa Francesco sia venuto a compiere la promessa fatta vent’anni prima da S. Giovanni Paolo II. A nome dei fedeli e dei Vescovi “delle quattro Diocesi romano-cattoliche transilvane a maggioranza ungherese-sicula: Alba Iulia, Oradea Mare, Satu Mare e Timișoara” ha chiesto a Papa Francesco “di aiutarci ad inserirci di più nel flusso vitale della Chiesa Universale”.
(Per un dossier plurilingue sulle diocesi della Transilvania vedasi il sito pontifex.ro)

"Dove cielo e terra si incontrano" - dipinto di G. Xantus regalato al Papa
rappresenta i fedeli in pellegrinaggio verso la Vergine di Csíksomlyó
(foto: Hargita Népe)