Visita in Vaticano del Sottosegretariato ungherese per la
protezione e per il soccorso dei cristiani perseguitati
(a cura del Programma Ungherese della
Radio Vaticana - Márta Vertse e P. László Vértesaljai SJ)
Visita
ufficiale in Vaticano
Il 23 novembre Bence Rétvári, segretario di stato parlamentare del
Ministero delle Risorse Umane e Tamás Török, vice-segretario di stato del
Sottosegretariato per la protezione e per il soccorso dei cristiani
perseguitati sono stati ricevuti in Vaticano da S. E. Paul Richard Gallagher, Segretario
per i Rapporti con gli Stati. All’incontro ha partecipato anche Mons. Joseph
Murphy, referente degli affari ungheresi. La delegazione ungherese poi si è
incontrata con S. Em. Card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per
le Chiese Orientali e, nella sede del Pontificio Consiglio della Giustizia e
della Pace, con Mons. Silvano Maria Tomasi segretario del dicastero.
I due segretari di stato in un’intervista rilasciata alla sezione
ungherese della Radio Vaticana hanno spiegato l’iniziativa del governo del loro
paese.
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L'On. Rétvári e il Dott. Török alla Radio Vaticana con P. Vértesaljai SJ (foto: RV) |
Il motivo della creazione di un Sottosegretariato per la
difesa dei Cristiani nel mondo
La decisione di creare un
Sottosegretariato per la difesa dei Cristiani nel mondo giunge dopo la consueta
riunione dei parlamentari cristiani europei e i rappresentanti cristiani
mediorientali tenutasi recentemente vicino a Roma. Alla conferenza ha
partecipato una delegazione governativa guidata dal Primo Ministro ungherese Viktor
Orbán. Della delegazione faceva parte anche Zoltán Balog, Ministro delle
Risorse Umane. Alla riunione si sono susseguite le testimonianze dei leader
religiosi e fedeli laici cristiani provenienti dal Medio Oriente, dalla Corea
del Nord e dall’Africa Settentrionale e Centrale. Il breve incontro ha
evidenziato la drammaticità e la misura gigantesca della persecuzione dei
cristiani in diverse parti del mondo, quindi il governo ungherese ha ritenuto
opportuno di istituire un ufficio che richiami l’attenzione sul problema.
È vero che già nel 2011, cioè prima
della crisi migratoria, quando l’Ungheria ha detenuto la presidenza di turno
del Consiglio dell’Unione Europea, la persecuzione dei cristiani è stata
inserita tra i temi principali della sua agenda.
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La delegazione ungherese ricevuta in Segreteria di Stato da S.E. Mons. Paul R. Gallagher e Mons. Joseph Murphy |
I cristiani rappresentano il gruppo più perseguitato nel mondo
L’On. Bence Rétvári, segretario di stato ha rilevato che
attualmente i cristiani rappresentano il gruppo più perseguitato nel mondo.
L’Ungheria è un paese di tradizione, di cultura e di religione cristiana. Per
questo motivo ritiene il suo dovere di aiutare queste persone. Si tratta di
centinaia di milioni di vite umane. Non si tratta di un’esagerazione – questa è
la cruda verità – ha sottolineato il politico. Ogni giorno, ogni ora, uomini,
donne i bambini muoiono in tutto il mondo solo per il motivo di essere
cristiani e non i seguaci di un’altra religione.
L’Ungheria ritiene suo dovere morale di richiamare l’attenzione
del mondo alla persecuzione che queste persone devono subire nel 21mo secolo,
che in Europa nessuno potrebbe neanche immaginare. Vogliamo che questo problema
non sia trattato solamente da gruppi e
organizzazioni civili, associazioni, non solo loro rappresentino la questione
nell’ONU, nel Consiglio d’Europa, ma anche da uno stato membro. L’Ungheria vuole
essere promotrice di quest’impegno, con centro a Budapest, da dove potrebbero
irradiarsi le informazioni sulle grandi dimensioni della persecuzione dei
cristiani nelle diverse parti del mondo.
…
e di loro si parla di meno in assoluto
Diciamo spesso che le porte del mondo si
sono spalancate, nell’epoca dell’internet l’informazione è libera. Questo è
vero solo in parte. Le notizie sul fatto più grave, sulla persecuzione più
grande non arrivano quasi mai. Questa è la nostra missione, il nostro compito:
dobbiamo ristabilire l’equilibrio. I cristiani sono il gruppo più perseguitato
e di loro si parla di meno in assoluto. Di gruppi molto meno numerosi ne
parliamo molto di più: nascono dichiarazioni ufficiali, documenti ideologici che
parlano di discriminazione legale, di svantaggio giuridico. Qui non si tratta
di discriminazione legale ma di pericolo di vita che precede ogni altro
pericolo. In Europa bisogna finalmente accettare che in molti luoghi del mondo
cristiani soffrono a causa delle persecuzioni. Non possiamo chiudere gli occhi
perché questo può costare la vita di migliaia di persone.
Dobbiamo
aiutare le comunità cristiane a poter restare nel loro paese
Dobbiamo aiutare le persone che
veramente sono vittime di persecuzioni, che fuggono veramente dal pericolo di
morte, che vivono in zone di guerra. Dobbiamo aiutare le comunità cristiane a
poter restare nel loro paese dove sono presenti da duemila anni e a poter
vivere secondo la loro religione. Che non sia possibile in nessun paese punire
con la pena di morte una persona che si converte dall’islam al cristianesimo,
non sia perseguibile chi detiene a casa una Bibbia, non siano distrutte chiese
e scuole cristiane. L’Ungheria conta di avere alleati in questo campo.
Sia
riconosciuto: La crisi attuale del Medio Oriente creata dal sedicente Stato
Islamico è un genocidio!
Dobbiamo muoverci in due
direzioni. Da una parte richiamare l’attenzione tramite tutti i mezzi di
comunicazione al fenomeno grave della persecuzione, dall’altra parte dobbiamo
mettere in pratica le affermazioni del documento di base discusso recentemente
nel parlamento ungherese (vedi testo .pdf) che senza riserve afferma: la crisi attuale del Medio
Oriente creata dal sedicente Stato Islamico è un genocidio, crimine contro
l’umanità. La Corte Penale Internazionale deve agire contro chi commette questi
crimini feroci, deve punire gli ideatori e perpetratori di questo sistema
disumano.