La Croce Missionaria di Budapest, benedetta dal S. Padre opera di Csaba Ozsvári (foto: Magyar Kurír) |
Uno dei simboli del Congresso Eucaristico
Internazionale di Budapest, la “Croce Missionaria” è in viaggio per le diocesi
e le comunità ecclesiali dell’Europa Centrale come segno e richiamo. Benedetta
da Papa Francesco nel 2017, la Croce reca tra gli ornamenti in stile ungherese
arcaico delle piccole teche con le reliquie di diversi santi della regione. Ma
la Croce stessa potrebbe essere ritenuta una reliquia in sé. È infatti, opera dell’orafo
ungherese, Csaba Ozsvári, membro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e del Movimento
Ungherese di Schönstatt, che dieci anni fa, il 9 luglio 2009, tornava alla casa
del Padre in fama di santità.
La morte improvvisa (per arresto
cardiaco) di questo padre di famiglia esemplare, avvenuta dopo una Santa Messa devotamente
partecipata, è stata vissuta dalla sua comunità come un segno. Ma è stata tutta
la Chiesa ungherese ad essere molto toccata dalla scomparsa di questo laico impegnato,
uno dei massimi esponenti dell’arte sacra contemporanea ungherese. Sin dagli
inizi della sua carriera Ozsvári aveva, infatti, lavorato soprattutto per
committenze ecclesiastiche, con uno stile originale che rifletteva, anzi
rendeva tangibile, il sacro.
Csaba Ozsvári, in un momento di preghiera durante la processione a Csíksomlyó |
Nato nel 1963, Ozsvári ha voluto
espressamente dedicarsi all’arte sacra negli anni del regime comunista, quando ciò
non era per niente ben vista, al massimo tollerata. Ozsvári però ha voluto
coraggiosamente mettere il proprio talento al servizio di Dio: „l’arte sacra è
una peculiare forma di evangelizzazione”, diceva. In una conferenza affermò
che, sulla scia dei documenti del Concilio Vaticano II, l’arte sacra serve per
elevare l’anima a Dio. Era molto preoccupato perciò dello stato dell’arte sacra
contemporanea. Per Ozsvári lo sviluppo della propria arte coincideva con un’esperienza
del Dio Creatore sempre più piena, e le sue opere divenivano espressioni di
tale esperienza sempre più profonda.
Ozsvári è stato immortalato in diversi quadri del suo amico pittore Ádám Kisléghi Nagy |
Scriveva di lui uno dei suoi più
prestigiosi committenti, il Card. Karl-Josef Rauber: “Non ha voluto cedere alle
tendenze individualiste e troppo moderne, le sue opere hanno invece seguito in
tutto la viva tradizione dell’arte sacra. Così pure la sua vita di preghiera,
tutto il suo atteggiamento, la sua vita familiare mi hanno convinto che egli ha
guidato la sua famiglia del tutto secondo la volontà di Dio, ed è stato un
bravissimo padre di famiglia e un marito esemplare.” (cfr.
„Vértanúink-Hitvallóink”, rivista della Fondazione Mindszenty, N. XXI/3.). Il
Cardinale Rauber, già nunzio a Budapest, afferma inoltre di pregare ogni giorno
per Csaba Ozsvári, anzi, di chiedere la sua intercessione: “Sono convinto che
la beatificazione di questo padre di famiglia sarebbe di enorme aiuto alla
Chiesa in Ungheria come pure a molte famiglie europee. Sono convinto che il suo
esempio di vita sarebbe una benedizione per ogni famiglia cattolica”.
Amava la Chiesa, e questo amore Ozsvári lo
sapeva trasmettere con la sua persona e con i suoi oggetti sacri che tuttora
alimentano e sostengono la fede dei sacerdoti e dei fedeli.
L'evangeliario di Ozsvári nelle mani di Papa Francesco, 2017 (foto: OR/Vatican Media) |
Praticamente tutte le diocesi ungheresi, come
pure la Nunziatura di Budapest, ne possiedono qualche opera, soprattutto delle suppellettili
sacre. Diversi sono poi i tabernacoli, le croci pettorali e gli anelli
vescovili, nonché i calici che si trovano all’estero. In Vaticano spesso durante
la Veglia Pasquale si utilizza il prezioso evangeliario, realizzato da Csaba
Ozsvári, dono della Conferenza Episcopale Ungherese a San Giovanni Paolo II nel
1991.
L'evangeliario preparato per Giovanni Paolo II con la Vergine Maria Patrona Hungariae |
Anche in altre occasioni aveva preparato dei regali per il papa. Nel 1997
il suo Vir Dolorum è stato donato a
Papa Giovanni Paolo II, mentre durante la visita ad limina del 2008 la Conferenza Episcopale Ungherese ha regalato a
Papa Benedetto XVI un suo calice. Ancora nel 1998, invece, era stato sempre
Ozsvári a preparare una croce pettorale ed un anello per l’allora Card. Joseph Ratzinger,
in occasione del conferimento del premio teologico Stephanus al futuro pontefice.
Un calice Ozsvári per Papa Benedetto XVI, 2008 |
È stata per la missione cittadina del
2007, cui Budapest aveva partecipato assieme ad altre metropoli europee, che
Ozsvári ha preparato la grande Croce Missionaria, ora ripresa per il Congresso
Eucaristico Internazionale. Poco prima della sua morte, nell’aprile 2009, Csaba
Ozsvári è stato ricevuto, assieme alla famiglia, da Papa Benedetto XVI, cui ha
regalato la copia del crocifisso, da lui stesso realizzato per la cappella
della comunità ungherese di Schönstatt. La morte lo ha colto proprio accanto a
quella cappella, in un piccolissimo ma affascinante villaggio, Óbudavár, sorto
non lontano dal Lago Balaton.
Csaba Ozsvári e la moglie ricevuti da Papa Benedetto, 2009 (foto: Osservatore Romano) |
È proprio ad Óbudavár che il Movimento
Apostolico di Schönstatt ne custodisce la memoria (anche con un libro-ritratto a lui dedicato). Ritengono che Dio abbia
scelto Csaba Ozsvári per fare della sua vita e della sua arte un esempio per tutta
la comunità ecclesiale, affinché potesse aiutare quanti hanno dedicato la
propria vita a Dio nel sacramento del matrimonio.
Ozsvári con la moglie e i figli prima di morire, 2009 |
Il cuore di Csaba Ozsvári si è fermato improvvisamente,
all’età di 46 anni, a Óbudavár, dopo la Santa Messa, nella quale aveva offerto
la propria vita. Le sue opere, nate dalla profondità del suo cuore e famose anche
a livello internazionale, nonché la sua vita pura e virtuosa sono portatrici di
un importante messaggio. Pregava costantemente per i sacerdoti, che sempre
onorava per la loro vita devota ed aiutava con tutte le sue energie. Il
Movimento Ungherese di Schönstatt si prepara a introdurre la causa di
beatificazione di Csaba Ozsvári.
(di Márk Aurél Érszegi)
Nessun commento:
Posta un commento