“La persecuzione
religiosa è divenuta una delle principali sfide di sicurezza al mondo” – ha affermato
Péter Szijjártó, Ministro degli Affari Esteri e del Commercio all’incontro
ministeriale di Washington sulla promozione della libertà religiosa. I numeri
globali sono impressionanti: l’80% di quelli perseguitati per la loro religione
sono cristiani, in tutto 245 milioni di persone, mentre solo l’anno scorso sono
state 1200 le chiese cristiane attaccate o danneggiate.
Il Ministro Szijjártó a Washington (foto: Twitter) |
Secondo il
Ministro Szijjártó è deplorevole che le maggiori organizzazioni internazionali fossero
poco inclini a parlare apertamente della persecuzione dei cristiani, come se l’odio
contro i cristiani fosse l’ultima forma di pregiudizio accettabile. “Noi
rigettiamo i discorsi del politicamente corretto – come lo è la pratica di
nascondere la verità – e alziamo la voce a favore dei cristiani perseguitati. Perché
se non lo facciamo noi, chi altro lo farà?” – ha detto il Ministro.
Inoltre, il
Governo ungherese cerca di sostenere i cristiani perseguitati nel mondo,
affinché possano esercitare il loro diritto primario a vivere in pace nella
propria patria. In Siria, per esempio, contribuisce a finanziare il funzionamento
di tre ospedali cattolici, nell’ambito del Programma “Ospedali Aperti”. Nel Libano,
invece, ha sovvenzionato il restauro di 33 chiese. Negli ultimi anni l’Ungheria
ha destinato circa 36,5 milioni di dollari al sostegno dei cristiani
perseguitati.
All’incontro
ministeriale ha partecipato anche il Segretario di Stato per l’Aiuto ai
Cristiani Perseguitati Tristan Azbej, il quale ha illustrato i vari interventi
del Governo ungherese. Questi, ha specificato, sono “esplicitamente, ma non
esclusivamente” a favore dei cristiani.
Il Segretario Azbej a Washington (foto: Twitter) |
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