È stata
presentata la sera del 9 ottobre 2018, a Palazzo Cesi, la mostra “Cross in Fire”
con la testimonianza personale di alcuni giovani cristiani perseguitati giunti
a Roma per incontrare il Santo Padre. Dopo il saluto dell’Ambasciatore d’Ungheria
presso la S. Sede Eduard Habsburg-Lothringen, la mostra, preparata dal Museo Nazionale Ungherese, è stata illustrata
dal Direttore Generale Benedek Varga e dalla curatrice Bianka Speidl.
“Köszönöm Magyarország - Grazie Ungheria!”:
ha ripetuto più volte il Patriarca di Aleppo dei Siri, Sua Beatitudine Ignace
Youssef III Younan, grato perché, invece di favorire l’emigrazione dei
cristiani dalla Siria, l’Ungheria accoglie dei giovani universitari che dopo
gli studi torneranno nella loro patria per aiutare a ricostruirla.
A portare il saluto del Governo ungherese
è intervenuto il Vice Segretario di Stato del Ministero delle Capacità Umane
ungherese, il Sig. Gellért Sölch con le seguenti parole:
“L’Ungheria è un paese di cultura
cristiana che durante la sua storia diverse volte, da ultimo sotto la
persecuzione comunista, ha dovuto lottare per la propria identità cristiana ed
ungherese. Era perciò evidente che l’Ungheria volesse cercare di aiutare,
secondo le sue possibilità, gli altri cristiani che subiscono delle persecuzioni.
Nell’ambito del programma Hungary Helps
forniamo degli aiuti diretti alle Chiese e comunità cristiane perseguitate
affinché possano rafforzarsi nella loro terra d’origine. In questo ambito è stata
creata la borsa di studio dedicata a giovani cristiani perseguitati (Scholarship Programme for Christian Young People),
alcuni dei quali sono ora qui con noi per condividere le loro esperienze personali.
Spero che una volta tornati in patria, presso le loro comunità, possano giocare
un ruolo determinante con il loro sapere e la loro esperienza. La mostra Cross
in Fire è come se fosse un grido silenzioso per far sapere che il cristianesimo
è la religione più perseguitata, per la quale molti hanno anche dato la propria
vita. Vediamo che oggetti e luoghi sacri, usati per lunghi decenni e secoli per
il culto cristiano, hanno subito attacchi violenti. Non possiamo voltarci dall’altra
parte, ma dobbiamo agire ed ascoltare il loro grido silenzioso. Ma gli oggetti
devastati e distrutti che si possono vedere alla mostra non sono solamente testimonianze
di vandalismo e di aggressione ma soprattutto di una grande fede. Così possono
darci la forza per trasmettere il messaggio dei cristiani perseguitati e per
fare il possibile per aiutarli.”
Venti giovani studenti cristiani,
beneficiari della borsa di studio ungherese (SCYP), provenienti dall’Iraq,
dalla Siria, dal Pakistan, dalla Nigeria e dall’Egitto, hanno portato la loro
testimonianza che ha molto impressionato e commosso i presenti. Ha presenziato
all’evento anche Sua Beatitudine il Card. Louis Rafael Sako, Patriarca di
Babilonia dei Caldei, nonché diversi rappresentanti di istituzioni vaticane e membri
del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.
Nessun commento:
Posta un commento