Quarant’anni fa tornava a Budapest la Corona di
Santo Stefano, accolta con onori di stato: una cerimonia abbastanza insolita
per un regime comunista. Il giorno dell’Epifania del 1978 si svolse un evento
molto significativo che aiuta a comprendere l’importanza che la Sacra Corona tutt’ora
riveste per la Nazione ungherese.
La Sacra Corona d'Ungheria nel Parlamento |
La Sacra Corona, appartenuta secondo la tradizione
a Santo Stefano, cinta poi da altri santi come Ladislao I e, da ultimo, il
Beato Carlo d’Asburgo, negli ultimi mesi della II Guerra Mondiale venne portata
in Austria per salvarla dalle distruzioni belliche e perché non cadesse nelle
mani dei sovietici. Fu addirittura sotterrata e, quando i suoi custodi vennero
fatti prigionieri dagli americani, gli consegnarono anche la Corona. Custodita sempre
dagli americani, dapprima in diverse località europee, nel 1953 la Corona fu
trasportata negli Stati Uniti, precisamente a Fort Knox. Solo negli anni 70,
con l’avvio della distensione e del miglioramento delle relazioni dell’Ungheria
con gli Stati Uniti, il Presidente Jimmy Carter alla fine decise di restituire
i tesori reali.
Da un lato tale gesto avvenne su istanza dello
stato ungherese (a pensare che dei comunisti facevano domanda per avere una
corona reale, addirittura una reliquia!), dall’altro si è tenuto conto dell’importanza
della Sacra Corona per la Nazione ungherese. Infatti, il Governo americano acconsentì
alla restituzione solo a patto che essa venisse poi messa in mostra
pubblicamente e, che alla cerimonia di consegna il capo del regime comunista
ungherese János Kádár non fosse presente. E così fu.
Arrivo della S. Corona a Budapest, 5 gennaio 1978 (Foto: MTI/Pap Jenő) |
La sera del 5 gennaio 1978 atterrò all’aeroporto
internazionale di Budapest l’aereo speciale proveniente dagli Stati Uniti con i
cimeli della Corona. Venne accolta con gli onori sovrani, con tanto di
picchetto d’onore e corteo fino al Palazzo del Parlamento.
A guidare la delegazione ufficiale americana fu il
ministro degli esteri Cyrus Vance che sottolineò che l’insigne
reliquia veniva restituita al popolo
ungherese, quindi non al Governo comunista. Della sua delegazione faceva
parte anche il rabbino Artur Schneier, presidente della Appeal of Conscience
Foundation e il premio Nobel ungherese Albert Szent-Györgyi.
Il giorno seguente, nel Parlamento si tenne la
solenne cerimonia di consegna, ospitata dal presidente del parlamento, alla
presenza, tra l’altro, del Cardinale László Lékai, arcivescovo di Esztergom,
nonché dai rappresentanti delle altre confessioni religiose.
Il popolo ungherese, commosso, si recò in un vero e
proprio pellegrinaggio a vedere la Sacra Corona, simbolo supremo della sua identità
che, appunto, venne rinvigorita dal ritorno in terra magiara dell’insigne
reliquia. In seguito, essa fu collocata nel Museo Nazionale Ungherese fino a
quando, il 1 gennaio 2000, venne traslata nel Salone della Cupola del
Parlamento ungherese. Anche il Preambolo della nuova Legge Fondamentale del Paese,
adottata nel 2011, rende onore alla Sacra Corona “che incarna la continuità
costituzionale dello Stato ungherese e l’unità nazionale”.
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