I presupposti della convivenza
delle religioni in Medio Oriente e la problematica dell’islamizzazione è stato
oggetto di una conferenza il gesuita P. Henri Boulad, recentemente diventato
cittadino ungherese, presso l’Università Cattolica “Pázmány Péter” di Budapest.
P. Boulad, attraverso la storia
della sua famiglia, ha spiegato come l’Egitto era, nel passato, aperto verso i
cristiani e come è diventato chiuso con l’arrivo del potere dei Fratelli
Musulmani, un “superpotere” diffuso in più di 80 paesi. Ha inoltre ribadito che
lo scopo dell’associazione secondo la sua opinione è quello di introdurre la
legge islamica (Sharia) in tutto il mondo. Usano metodi “furbi” cercando di
convincere i media e, quando non ci riescono, con l’uso della violenza.
Secondo P. Boulad, con le
attuali tendenze fra trent’anni l’Europa sarà musulmana. L’immigrazione, il
numero elevato di figli nelle famiglie musulmane e la conversione all’Islam sono
i tre fattori tramite cui questa religione si sta diffondendo. Nei territori
islamici il numero dei cristiani è diminuito moltissimo – ha sottolineato il
gesuita. In Egitto 10 milioni di copti cercano di sopravvivere tra 95 milioni
di musulmani, mentre in Libia, in Libano e in Iraq, dove all’inizio del secolo
XX i cristiani erano il 20%, sono attualmente circa il 2%. In Turchia,
all’inizio del 1900, un terzo della popolazione era cristiana, mentre oggi è lo
0,3%.
E come ci si può difendere
dall’avanzata islamica? Secondo P. Boulad ci sarebbero due metodi: quello
intellettuale del confronto e del dibattito, oppure quello delle armi. Da
uomini civilizzati si dovrebbe scegliere il primo, ma nei giorni nostri
l’ideologia del politicamente corretto rende quasi impossibile l’espressione
della propria opinione in merito, bollando subito d’islamofobia chiunque parli
dei pericoli dell’Islam. Per questo, ha affermato P. Boulad, attualmente in
Europa è quasi impossibile usare gli argomenti razionali, quindi restano le
armi.
P. Boulad ha ammesso la sua
“islamofobia”, ossia il suo rifiuto di un sistema ideologico oppressivo che
nega la libertà. Del quale i musulmani stessi sono le prime vittime, non per
caso ormai anche nel mondo musulmano ci sono diverse proteste contro questa
ideologia.
Secondo il padre gesuita, il dialogo
cristiano-islamico non ottiene risultati ormai da 50 anni, poiché ci si limita
a parlare di quello che l’altra parte vuole sentire e non si dice quello che si
pensa veramente. Purtroppo il potere si trova dove c’è il capitale finanziario
che, come “una mano invisibile”, governa l’UE, gli Stati Uniti, ma anche la
Chiesa Cattolica – ha ribadito P. Boulad. L’Europa dovrebbe, invece, aprire gli
occhi per evitare di divenire teatro di sanguinose guerre civili. In questo
senso è profetico il Primo Ministro Viktor Orbán, ha dichiarato P. Boulad,
poiché ha richiamato l’attenzione a un fenomeno del quale l’Europa, ma spesso
anche la Chiesa Cattolica, non vuole rendersi conto. L’Europa, infatti, è
giunta a un punto di svolta e bisogna decidere se sottomettersi o adottare un
altro approccio verso il problema dell’islamizzazione.
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