Centinaia di bambini orfani o abbandonati,
bisognosi di cure, di educazione ma, soprattutto, di affetto, sono “la famiglia”
di Fra’ Csaba Böjte OFM, religioso ungherese della Transilvania (Romania). Tutto
è iniziato quando, nel 1992, Fra’ Csaba è stato mandato nella cittadina di
Déva, in Transilvania. Una periferia in diversi sensi: abitata da una maggioranza
romena ortodossa e da una minoranza dell’8% di cattolici ungheresi, un centro industriale
all’epoca in crisi, con pesanti ricadute sociali. Lì cominciò ad occuparsi dei
bambini abbandonati e, dopo un po’ si trovò a gestire un vero e proprio
orfanotrofio. Per dare una casa ai bambini dovette forzare il portone del
convento francescano da anni abbandonato.
Dopo il cambio di regime la situazione sociale in
Romania era critica, portando povertà e disagio, difficoltà e spesso
l’impossibilità per le famiglie di crescere i figli. Fra’ Csaba ha creato la Fondazione San Francesco di Déva per dare un quadro istituzionale all’attività quotidiana
che in questi anni ha coinvolto oltre seimila bambini. Le varie strutture di accoglienza e di educazione della Fondazione oggi sono presenti
in 82 località della Transilvania, con più di 2.300 bambini affidati alle sue
cure, aiutato da 300 collaboratori adulti.
Fra' Csaba Böjte tra i bambini |
In realtà, tutto iniziò quando, un giorno d’estate,
Fra’ Csaba aprì a caso la Sacra Scrittura leggendo i versi dove si narra di
Maria e Giuseppe che rendevano grazie per Gesù Bambino. Quel giorno il religioso
capì la sua vera missione e ringraziò il Signore di avere affidato a lui, “semplice
prete di campagna” questi bambini, e capì che la gioia di fare cose buone è un
regalo per sé stessi. Prima organizzò un campo scuola estivo ma ben presto si ritrovò
a doverne organizzare uno che durasse tutto l’anno… All’inizio mancava ogni
autorizzazione ufficiale e si dovette lottare a lungo con la burocrazia romena.
Il riconoscimento ufficiale, con la restituzione legale dell’edificio
conventuale, arrivò praticamente con la visita di Papa Giovanni Paolo II in
Romania nel 1999.
Il convento di Deva, prima casa della Fondazione S. Francesco di Fra' Csaba |
Fra’ Csaba Böjte ammette in un’intervista: “all’epoca
non avrei neanche sognato che saremmo diventati così numerosi, ma giorno dopo
giorno arrivavano i bambini a bussare alle nostre porte… e se qualcuno ti
chiede aiuto, come servo di Dio, devi soccorrerlo. Non è complicato questo
mondo – dice il religioso – se rivolgi una buona parola all’altro, quello
porterà frutti. Dico sempre, la terra arida se viene coltivata e seminata, potrà
diventare un giardino.” Afferma, inoltre: “Non è nostro compito di caricarci
sulle spalle ogni problema del mondo intero, non ce la faremmo neanche. L’importante
è che sia l’allegria di Gesù Bambino a guidarci.”
La fondazione gestisce diverse case per bambini nella Transilvania |
Il religioso è nato nel 1959 a Cluj/Kolozsvár, ma
poi ha vissuto a Csíkszereda/Miercurea Ciuc. Ancora da bambino perse il padre,
un poeta divenuto vittima del regime comunista. È stata un’esperienza che lo ha
portato non a lamentarsi col mondo ma a cercare di fare qualcosa per cambiarlo.
È stato questo pensiero all'origine della sua vocazione che ha realizzato come sacerdote nell’Ordine di
San Francesco e poi come "padre" per tanti bambini “nel senso come
lo fu San Giuseppe”. Prima però ha studiato per fare il meccanico e ha lavorato
anche come minatore. Entrò nell’Ordine Francescano in pieno regime Ceausescu, nel
1982, svolgendo i suoi studi prima nel seminario di Alba Iulia/Gyulafehérvár e
poi in quella di Esztergom in Ungheria. È stato ordinato sacerdote nel 1989. Per
il suo impegno a favore dei bambini bisognosi Fra’ Csaba Böjte ha ricevuto diversi
riconoscimenti ufficiali, come il “Premio del cittadino europeo” del Parlamento
Europeo nel 2011. Il 13 settembre 2018, per festeggiare i 25 anni della Fondazione, bambini, volontari e benefattori hanno riempito il Palazzetto dello Sport di Budapest dove la testimonianza di Fra’ Csaba si alternava con le esibizioni degli star più popolari dello spettacolo in Ungheria.
Fra' Csaba, il predicatore dell'allegria di Gesù |
In 25 anni di attività, ogni giorno ha avuto – come
lui stesso afferma – la gratitudine, l’affetto di tanti bambini: “L’amore è
come una lampadina, si chiariscono le cose alla sua luce. Per me questa Fondazione
è il sinonimo della provvidenza e del miracolo di Dio. Fu un miracolo di Gesù aver
distribuito da mangiare a cinquemila persone al mare di Galilea, e oggi è un
miracolo dello stesso Dio vivente il poter dare da mangiare ogni giorno a
centinaia di bambini e ragazzi qui in Romania. Il nostro lavoro, nonostante le
difficoltà quotidiane di ogni tipo, cresce e va avanti”.
Fondazione S. Francesco di Déva |
Fra’ Csaba è l’anima della Fondazione, dividendosi
tra le varie case da essa gestite per stare con i “suoi bambini”. Ma è spesso
anche in giro per il mondo a raccogliere “elemosina”, ossia fondi per il
sostentamento dei bambini. Il religioso è anche un predicatore molto apprezzato
in Ungheria e in Transilvania per la sua semplicità ed immediatezza con le
quali riesce a veicolare una spiritualità profonda. Negli ultimi anni, inoltre,
ha compiuto diversi viaggi in Iraq, Egitto, Siria e Africa per visitare le comunità
cristiane locali, portandovi gli aiuti dei fedeli ungheresi.
Tre sono le lezioni fondamentali che Fra’ Csaba dice
di aver sperimentato nel corso degli anni. La prima è che “Dio non crea degli scarti
(…) anche il bambino di strada più sporco e maleducato è un capolavoro del Padre
Celeste ed il nostro compito di genitori e di educatori è di aiutarlo a formare
e svilupparsi”. La seconda lezione è che Dio certamente non ci pone davanti a
delle sfide che superino le nostre forze: “anche nella mia vita ci sono dei
momenti difficili, come pure nella vita di questi bambini, ma ho sperimentato
che c’è sempre una soluzione”. Infine, la terza lezione Fra’ Csaba la riassume così:
“non c’è cosa che non si possa fare meglio con allegria”.
Infatti, racconta: “mi sono accorto che il nostro
cristianesimo europeo è molto invecchiato, manca dalla nostra vita l’allegria
dei bambini. Non giochiamo più, non ci raccontiamo delle barzellette… Eppure
nostro Signore Gesù Cristo duemila anni fa non ha iniziato la sua vita terrena
prendendo in mano tutti i problemi del mondo ma si è messo a giocare con gli
altri bambini di Nazareth. Prima ancora di compiere miracoli o annunciare il
Vangelo, Gesù ha giocato con i bambini. E poi ha detto che se non diventiamo
come i bambini non entreremo nel Regno dei cieli. È proprio questo spirito di
allegria che oggi manca nella Chiesa, ma anche nella società. Per questo sarebbe
bello avere nella Chiesa una festa dedicata proprio a Gesù Bambino…”
Località dove la Fondazione è presente con case famiglia, centri accoglienza, orfanotrofi, scuole e asili |