venerdì 28 settembre 2018

“CROSS IN FIRE” – Mostra sulla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente


Palazzo Cardinal Cesi, a due passi dal Vaticano, ospiterà dall’8 al 12 ottobre 2018, una mostra particolare: “Cross in Fire” – La croce nel fuoco. La vita, la sofferenza, il terrore e la distruzione toccati in sorte alle diverse comunità del Medio Oriente questa volta vengono presentati non attraverso le telecamere e le notizie dei media occidentali, ma dall’ottica delle vittime stesse.

Gli oggetti esposti alla mostra non sono solo dei cimeli, ma alcune possono considerarsi delle vere reliquie, offerti dagli interessati: oggetti e libri sacri e paramenti liturgici danneggiati, frammenti di pietre dalle chiese devastate, effetti personali di vittime innocenti degli attentati.

L’obiettivo però non è quello di offrire ai visitatori delle scene raccapriccianti. La mostra vuole piuttosto aiutare, anche con l’ausilio di accurate spiegazioni, a rafforzare la consapevolezza che le radici cristiane della civiltà occidentale si trovano in Medio Oriente, e se venissero estirpate tutta la civiltà umana ne rimarrebbe sconvolta.

Cristiani allo stremo

All’inizio del XX secolo i cristiani medio orientali furono partecipanti attivi dei processi politici e sociali. Nel 1920 in Siria un terzo della popolazione era cristiana, mentre nel 2011 la loro proporzione è scesa al 5-8%. Dopo l’esplosione di guerra in Siria si possono solo stimare i numeri dei cristiani rimasti nel paese. Il declino è molto tragico in Iraq dove il loro numero è ridotto dai 1,5 milioni del 2003, ai 250 mila di oggi. Nonostante l’apparente vitalità, la comunità cristiana d’Egitto, di 10 milioni di persone, è pure gravemente minacciata dagli attacchi terroristici.

Mostra Cross-in-Fire (foto: Museo Nazionale Ungherese)
Lo scopo del jihadismo – umiliazione e persecuzione

Non si possono identificare le organizzazioni estremiste jihadiste con i musulmani in generale. L’ISIS e altri gruppi radicali hanno però l’obiettivo di creare uno stato organizzato sulla base del diritto islamico, e secondo loro la violenza non è solo necessaria per la salvezza ma è addirittura un obbligo religioso.

„…siamo associati all’occidente”

La propaganda jihadista tipica identifica i cristiani con i crociati medievali e con l’Occidente ateo e senza religione. I jihadisti sostengono che i cristiani medio orientali sono discendenti dei crociati e agenti infiltrati dell’Occidente “ateo” e “infedele”. L’obiettivo di lungo termine è di estirpare la civiltà cristiana da tutto il mondo, e così questi attacchi fanno parte di una battaglia apocalittica. Ciò spiega perché gli attentati puntano soprattutto ai cristiani del Medio Oriente.

Mostra Cross-in-Fire (foto: Museo Nazionale Ungherese)
Distruzione del patrimonio culturale

La distruzione non rispetta niente e nessuno: oltre all’eliminazione di monumenti antichi i jihadisti hanno rovinato e distrutto beni architettonici cristiani e precristiani insostituibili, come tombe di santi, dipinti, chiese, conventi e altri luoghi santi. Spesso questi monumenti furono per secoli dei simboli anche della locale coesistenza pacifica dei cristiani e musulmani e la loro perdita è ancor più dolorosa.
Conseguenze: fuga ed esilio

Come conseguenza degli attacchi e delle atrocità l’emigrazione dei cristiani dal Medio Oriente si svolge già da decenni, e con loro la cultura cristiana potrebbe sparire per sempre da questa regione. L’esodo dei cristiani cominciò già nel 1915 e nell’ultimo secolo centinaia di migliaia di loro si sono trasferiti in Europa, in America e in Australia. I conflitti dell’ultimo decennio e mezzo hanno accentuato questo processo e molti cristiani ora vivono da rifugiati e sono doppiamente vulnerabili, a causa della loro religione.

Il futuro: sforzi e speranze

La persecuzione dei cristiani medio orientali sta suscitando un’eco sempre maggiore nel mondo. Bisogna essere consapevoli che la perdita del cristianesimo in Medio Oriente sarà un grave danno per l’intera umanità. Ci sono ormai diverse iniziative che aiutano i cristiani a rimanere o a ritornare nella loro terra d’origine.

In questo contesto si inseriscono le politiche del Governo ungherese: nel 2016 ha istituito il Segretariato di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati con lo scopo di fornire aiuti umanitari, favorire la ricostruzione e lo sviluppo delle comunità colpite, ma anche di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale. È stata, inoltre, creata una borsa di studio per i giovani cristiani del Medio Oriente, offrendo loro la possibilità di studiare nelle diverse università ungheresi.

La mostra “Cross in Fire” è stata realizzata dal Museo Nazionale Ungherese, in collaborazione con diversi istituti di ricerca ungheresi, con il sostegno della Segreteria di Stato per l’Aiuto ai Cristiani Perseguitati e presentata prima a Budapest, poi a Washington e a New York.
Palazzo Cardinal Cesi (Via della Conciliazione 51), ore 11-19 - ingresso libero
Per visite guidate: ungheriasantasede@gmail.com


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