Si è tenuta
nella Sala Capitolare della Villa Magistrale dell’Ordine di Malta, il 22
febbraio 2018, la conferenza “Archeologia in Siria e l’eredità degli
Ospitalieri. Le ricerche della Missione Archeologica Ungherese”. L’Ambasciata d’Ungheria
presso la Santa Sede e il Sovrano Consiglio dell’Ordine di Malta hanno promosso
un evento su uno dei capitoli interessanti della storia sia dell’Ordine che
dell’Ungheria. La testimonianza personale del relatore, inoltre, ha gettato una
luce diversa anche sulla situazione attuale in Siria.
Conferenza del prof. Balázs Major nella Sala Capitolare della Villa Magistrale |
Il Prof.
Balázs Major, direttore dell’Istituto di Archeologia dell’Università Cattolica
Péter Pázmány e fondatore della Missione Archeologica Siro-Ungherese (Syro-Hungarian Archaeological Mission SHAM), ha illustrato le loro ricerche condotte nel
2007-2017 nelle regioni costiere della Siria. Il centro della loro attività è
stato, in particolare, la fortezza di Al-Marqab o Margat, affidata alla SHAM in
esclusiva dalle autorità siriane.
Margat (qui
una galleria fotografica) è stato uno dei principali centri dell’Ordine degli
Ospitalieri, una enorme cittadella fortificata non lontano dalla costa. Il
completamento dei lavori di fortificazione avvennero tra 1187-1202 e per un
periodo il castello è stato il centro dell’Ordine Ospitaliero in Terra Santa, dove
è stato celebrato il loro capitolo generale nel 1206. Situato in un punto
strategico per tutta la regione circostante Margat resistette a diversi
tentativi di conquista da parte musulmana fino alla resta finale dei cavalieri
nel 1285, essendo quindi tra gli ultimi centri rimasti in mano alle forze
cristiane nella regione.
Nel
corso della conferenza il direttore della SHAM ha illustrato, con l’ausilio di
fotografie, disegni e ricostruzioni l’architettura e le bellezze artistiche
della fortezza di Margat. Ha specificato la funzione dei diversi locali, alcuni
dei quali tuttora ben preservati, come la cappella, la sala capitolare, le
cucine, i dormitori, le stanze del castellano o i bagni e il sistema idraulico molto
sviluppato. Le ricerche sul terreno sono state supportate da ricerche
archivistiche e da fonti coeve che hanno reso più facile e sicura l’identificazione
dei locali e delle loro funzioni (confrontandole per esempio con le
prescrizioni degli statuti dell’Ordine).
La fortezza di Margat - ricostruzione visrtuale (B. Major - www.hungarianarchaeology.hu) |
A parte
il sistema idraulico e fognario molto avanzato per l’epoca (la grande cisterna
per la raccolta dell’acqua piovana funziona tuttora alla perfezione), è stata
la cappella della fortezza a riservare delle sorprese notevoli. Si venne a
scoprire, infatti, il più grande ciclo di affreschi del XIII secolo di quella
regione, di un notevole pregio.
La
conferenza ha commemorato anche l’ottavo centenario della crociata condotta in
Terra Santa da Andrea II re d’Ungheria. Uno dei sovrani ungheresi più
importanti, re Andrea era figlio di Agnese (o Anna) di Châtillon e, quindi, nipote
del famoso Rinaldo di Châtillon, sovrano di Antiochia, per cui ebbe dei legami
di parentela con le élites degli stati crociati. Re Andrea II ha condotto una
spedizione, limitata nei risultati militari, ma più rilevante dal punto di
vista diplomatico e dinastico (con diversi contratti di matrimonio per i suoi
vari figli). Ha dimostrato, inoltre, che il Regno d’Ungheria era capace di
compiere una spedizione militare d’oltremare e di riportare in patria – questa
volta per via terrestre – il suo esercito senza notevoli perdite.
Fu
durante questa spedizione che Andrea II visitò i due castelli più importanti dell’Ordine
degli Ospitalieri, Krak des Chevaliers e Margat. L’Ordine aveva da tempo dei
notevoli possedimenti in Ungheria e Re Andrea era cosciente del suo valore
militare. In occasione della sua visita si impegnò a versare un cospicuo
finanziamento annuale (a carico dei proventi delle miniere di sale ungheresi) a
sostegno delle due fortezze.
Il
Professor Major non mancò di illustrare le condizioni di lavoro che la SHAM ha
dovuto affrontare in questi anni del conflitto in Siria. La missione
archeologia ungherese è, infatti, l’ultima di questo genere a restare nel Paese
e di continuare il lavoro, non solo di ricerca, ma anche di messa in sicurezza
dei monumenti. Ha, infatti, raccontato come la fortezza di Krak sia stata
interessata dagli eventi bellici (per alcuni mesi servì da base alle forze di
opposizione che da lì terrorizzavano i vicini villaggi abitati da cristiani) e
danneggiata in alcune parti. Grazie al suo interessamento, il Governo ungherese
ha stanziato dei finanziamenti che resero possibile, nei mesi scorsi, il
ripristino della copertura della cappella di Krak des Chevaliers (sito UNESCO).
La cappella di Margat, invece, durante le campagne di scavo annuali riprende le
sue funzioni liturgiche originarie in quanto vi si celebra la santa messa per i
membri della missione archeologica, alla quale partecipano volentieri anche i colleghi
non cattolici e persino i musulmani.
La
Missione Archeologica Siro-Ungherese ha, inoltre, una rilevanza che in questo
momento supera l’ambito strettamente scientifico-storico. Mantiene in vita la
collaborazione professionale con le autorità e gli ambienti accademici della
Siria e dà l’opportunità agli studenti locali di proseguire la propria
formazione professionale. Ciò è sostenuto fortemente dal Governo ungherese
grazie al quale nello scorso anno accademico 282 studenti siriani hanno ottenuto
una borsa di studio in Ungheria (Stipendium Hungaricum). In particolare, l’Università
Cattolica Pázmány Péter mantiene una proficua collaborazione con la Siria,
grazie alla quale gli studenti siriani proseguono i propri studi a Budapest per
poi ritornare in patria. Un investimento educativo nel futuro della Siria.
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