martedì 2 febbraio 2016

Ebraismo ungherese - rassegna cinematografica a Roma


Nell’ambito di una serie di manifestazioni previste in occasione della presidenza di turno dell’Ungheria alla International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) dal 4 all’11 febbraio 2016 presso l’Accademia d’Ungheria in Roma (via Giulia, 1 – Sala Liszt) si terrà una mini rassegna cinema sull’ebraismo ungherese, organizzata dall’Accademia d’Ungheria.

 
 

 
La rassegna prenderà inizio giovedì 4 febbraio, alle ore 19.00 con il documentario Fallo sapere ai tuoi figli, Nella terra dei rabbini miracolosi (1985 – ’60, titolo originale: Csodarabbik földjén), opera dei registi Imre Gyöngyössy, Katalin Petényi e Barna Kabay.

Durante i lavori di ricerca del film “La rivolta di Giobbe”, gli autori Gyöngyössy, Kabay e Petényi hanno incontrato alcuni dei pochissimi sopravvissuti della Shoa nel Nordest dell’Ungheria. Una volta quasi mezzo milione di ebrei ungheresi, in gran parte semplici contadini e artigiani vivevano in pace ed armonia con gli altri contadini in piccoli villaggi seguendo fedelmente la ricca tradizione religiosa degli hasid. Quasi ogni centro religioso aveva il suo rabbino miracoloso e le loro tombe vengono ancora oggi venerate come luoghi dove possono accadere miracoli. La Shoa mise fine a questa ricca cultura pacifica e ridusse la comunità ebrea a sole venti famiglie… Il documentario rende omaggio alla profonda saggezza, all’amore per la vita di questa gente e al rispetto verso il mondo creato in deciso contrasto con la grande tristezza e l’enorme sofferenza sulla perdita dei propri familiari. Oltre a raccogliere le testimonianze dei pochi sopravvissuti, il film si confronta anche con il silenzio colpevole del dopoguerra e di un’altra dittatura che spesso ha impedito l’elaborazione dei traumi subiti.
 

Lo stesso giorno alle ore 20.30 la rassegna proseguirà con la proiezione del film di finzione La rivolta di Giobbe (1983 – ‘105, titolo originale: Jób lázadása) diretto da Imre Gyöngyössy e Barna Kabay.

Il film candidato all’Oscar racconta del periodo drammatico e doloroso della Seconda Guerra mondiale. L’ebreo Giobbe vive con la moglie Rosa in un piccolo villaggio magiaro. Hanno sepolto i loro sette figli prima che essi avessero raggiunto l’età adulta per cui sono rimasti senza discendenti. Nel 1943 adottano Lackó, bambino cristiano. Giobbe vuole prendersi cura del ragazzo come se fosse suo figlio per cui incomincia ad educarlo alle saggezze della vita e lo introduce nella ricchezza della religione ebraica. I coniugi sono felici perché credono di aver trovato nel bambino il loro erede. Un giorno però comincia la deportazione degli ebrei ungheresi… Il film oltre ad essere una grande lezione di moralità e d’umanità, è un’incantevole memoria della ricchezza culturale degli hasid ungheresi, scomparsi quasi completamente alla fine della Seconda Guerra mondiale.

La mini rassegna si concluderà giovedì 11 febbraio 2016, alle ore 20. 30 con la proiezione del documentario Ámos, pittore dell’Apocalisse (2015 – ’55, titolo originale Ámos az Apokalipszis festője) opera di Katalin Petényi e Barna Kabay. Il destino drammatico di Imre Ámos, detto anche lo “Chagall ungherese”, è ancora oggi un tragico memento. Attraverso le opere e il diario del pittore ebreo e filmati d’archivio, il documentario mostra come la storia abbia trasformato questo artista profondamente credente, dal temperamento lirico, in un pittore profetico che leva la sua vibrante protesta contro il fascismo. Il film rievoca anche gli anni sereni durante i quali questo artista dalle profonde qualità umane dipingeva i suoi quadri sperando in un mondo migliore e si preparava a partire per l’esposizione universale di Parigi del 1937 e a incontrare Chagall. Dopo il ritorno dall’esposizione universale del 1937, la mite serenità delle opere del pittore borghese cresciuto secondo le tradizioni, la proiezione della “vita interiore” sono sostituite da visioni apocalittiche. La proiezione sarà preceduta dall’inaugurazione dell’omonima mostra, prevista per le ore 19.30 presso la Galleria dell’Accademia d’Ungheria in Roma.

 

Tutti i film in programmazione verranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano.

L’ingresso al festival è gratuito. Saranno presenti gli autori Katalin Petényi e Barna Kabay.

 
Per ulteriori informazioni:
Sebestyén Terdik       
tel.: 06/68896756
cell.: 349/1685141
 

Imre Gyöngyössy, regista, scrittore, poeta, drammaturgo e sceneggiatore

Nato a Pécs nel 1930. Sotto l’era comunista, all’inizio degli anni 50 venne imprigionato per le sue poesie redatte in italiano. Diplomatosi in regia cinematografica presso l’Accademia di Teatro e Cinema di Budapest nel 1961. Negli anni successivi collaborò con lo Studio Béla Balázs per la realizzazione di due cortometraggi. Il suo primo lungometraggio risale al 1969, dal titolo Domenica delle palme (Virágvasárnap). Dalla fine del 1970, visse e lavorò nella Repubblica Federale Tedesca insieme alla moglie Katalin Petényi. Nel 1972 realizzò il primo lungometraggio ungherese sulla questione dei Rom (Sei nudo – Meztelen vagy). La critica italiana accolse le opere di Gyöngyössy definendolo “il Pasolini ungherese”. Il successo internazionale giunse grazie ai suoi documentari realizzati insieme al suo fedelissimo amico Barna Kabay e al film La rivolta di Giobbe (1983). Quest’ ultimo infatti fu candidato all’Oscar. Il suo ultimo film realizzato nel 1994 dal titolo Morte in acque basse (Halál sekély vìzben) basato sul noto caso Elbert, traduttore ungherese trovato morto il 9 marzo del 1983 nel lago di Balaton, fece molto scalpore dal momento che richiamò l’attenzione sulle vittime (morti o dispersi) dell’era comunista. Morì il 1º maggio 1994 a Budapest, all'età di 64 anni. Tra i suoi premi si ricordano: Premio Béla Balázs (1971), Premio artista di merito (1979), Premio SZOT (1980), Premio Cinema per la pace (1988).


Katalin Petényi, sceneggiatrice-regista

Nata a Budapest nel 1941. Laureata in storia dell’arte e letteratura presso l’Università ELTE di Budapest. Negli anni Sessanta e Settanta organizzò mostre, fondato musei (il Museo Margit Kovács, insignito del premio dell’UNESCO, e la Barcsay Emlékház a Szentendre), e scrisse vari libri di argomento artistico (Barcsay Jenő ,1976; Ámos Imre, 1982; ecc.) Dal 1971 è docente di storia dell’arte all’Università di Teatro e Cinema di Budapest. Dalla metà degli anni Settanta scrisse sceneggiature, dagli anni Ottanta ha lavorato come montatrice e regista con Imre Gyöngyössy e Barna Kabay, in seguito ha realizzato dei film come sceneggiatrice e regista per società di produzione televisiva ungheresi e tedesche. Nel 1988 ha ricevuto in Italia il premio alla carriera Cinema per la Pace; nel 2015 è stata insignita del premio Béla Balázs.

 
Barna Kabay, produttore e regista

Nato a Budapest nel 1948. Diplomatosi in regia cinematografica presso l’Accademia di Teatro e Cinema di Budapest. Dal 1972 al 1976 ha lavorato come regista per la Televisione Ungherese (MTV). Dal 1974 è stato membro fondatore del Studio Sperimentale della MTV. In quel periodo ha collaborato come co-autore con Imre Gyöngyössy. Tra il 1976 e il 1980 ha lavorato come regista per la MAFILM. Nel 1975 ha realizzato il suo primo lungometraggio di finzione come autore autonomo, dal titolo Legenda a nyúlpaprikásról (La leggenda della lepre in salmì). Dal 1978 ha collaborato come co-regista con Imre Gyöngyössy, poi con Katalin Petényi. Nel 1974 è stato membro fondatore dello Studio Sperimentale della Televisione Ungherese e nel 1980 del Társulás Stúdió, i primi studi cinematografici indipendenti fondati da privati in Ungheria. Il primo film che ha prodotto (e del quale è stato anche co-autore), Jób lázadása (La rivolta di Giobbe), è stato candidato all’Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1983. Come produttore e regista ha realizzato numerosi film di finzione, film per ragazzi e serie televisive in collaborazione con le maggiori società di produzione televisiva e fondazioni europee.

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