Le effigie
di ventuno santi e beati dell’Ungheria ornano le pareti della Cappella Magna
Domina Hungarorum nelle Grotte Vaticane. Consacrata da S. Giovanni Paolo II nel
1980, la cappella è chiamata a rappresentare gli estesi legami della nazione
ungherese con gli altri popoli europei proprio attraverso i santi.
Il 26 luglio
è la festa di un santo ungherese, venerato nella Chiesa ortodossa: San Mosè.
San Mosè Ungaro rilievo nella Cappella ungherese delle Grotte Vaticane (di László Marton) |
Mosè l’Ungherese (in russo Moiszej Ugrin) è un santo
della chiesa ortodossa, di origine ungherese, della Transilvania (dove il nome Mosè
è sempre stato più comune che altrove), vissuto ancora prima dello scisma d’Oriente.
È interessante pertanto, che nella sua persona vi è nelle Grotte Vaticane la
figura di un santo ortodosso, formalmente non canonizzato dalla Chiesa cattolica.
Nacque intorno al 995 e servì come militare nell’esercito
di Vladimir I il Grande, principe di Kiev. Due suoi fratelli, Giorgio ed Efrem,
furono pure al servizio della corte di Kiev, a testimonianza dei stretti
rapporti tra l’Ungheria e il Rus di Kiev di quell’epoca. Durante il conflitto
bellico che seguì alla morte di Vladimir, Mosè cadde in prigionia polacca nel
1018.
Mosè aveva già maturato il desiderio di farsi
monaco e pertanto, secondo la sua leggenda, rifiutò l’offerta di matrimonio di
una giovane vedova polacca e per questo dovette subire delle torture. Finalmente
tornò a Kiev nel 1025 e lì si unì agli eremiti che diedero inizio al Monastero delle
Grotte (Pečerska Lavra) nei pressi di Kiev. Ritenuto taumaturgo già durante la
sua vita, morì in fama di santità nel 1043. Il suo sepolcro si venera tuttora
nella Pečerska Lavra.
Festa
liturgica: 26 luglio
Raffigurazione:
Moses sta compiendo un miracolo tra gli eremiti di Kiev.
Autore
del rilievo: László Marton, scultore